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Luca Giordano fu uno degli esponenti più importanti del Barocco Napoletano. Nacque nella città partenopea (1637) durante il periodo del vice regno spagnolo, e fu attivo soprattutto a Madrid, Firenze, Venezia, Roma e Napoli.
A differenza di molti grandi nomi della storia dell’arte Luca Giordano non fu un’ artista tormentato e non visse di stenti, al contrario la storia lo narra come un uomo allegro e dai modi gentili, oltre che un grande imprenditore di se stesso, tale da rendergli possibile una vita nell’agio per se e per la sua famiglia, consentendogli anche l’acquisto di diverse proprietà.
Figlio d’arte, sin da giovanissimo la sua propensione verso la pittura fu sin da subito incoraggiata. Si racconta che a soli otto anni realizzò di nascosto due puttini su un affresco nella chiesa di santa Maria la Nova completando l’opera a cui stava lavorando il padre Antonio.
Si formò poi nella bottega dell’artista spagnolo Jusepe de Ribera, da cui apprese la tecnica. Ribera continuò ad essere il suo principale mentore anche al termine della formazione in bottega. Fondamentali in oltre furono i viaggi a Roma, Firenze e Venezia, grazie ai quali il suo stile mutò notevolmente nel corso del tempo, partendo da un naturalismo caravaggesco, sino all’influenza dalla pittura veneta, che lo portò a schiarire notevolmente i toni e ad aumentare gli effetti di luce che caratterizzano tale stile .
Luca Giordano fu poi notevolmente apprezzato da tutti i suoi committenti, in particolare fra tutti emergono gli illustri nomi dei reali di Spagna, i quali rimasero particolarmente incantati non solo dal talento ma anche dalla velocità con il quale Luca Giordano dipingeva le sue opere, fu proprio questa peculiare caratteristica che gli valse il soprannome di una certa notorietà : “Luca fai presto”
Morì il 12 Gennaio del 1705. Sepolto nella chiesa di santa Brigida a Napoli accanto alla sua amata moglie la quale mori 26 anni dopo. La leggenda narra, che la salma del defunto artista impugni ancora oggi un pennello nella mano posta accanto al petto .
Le opere più importanti
Emblematici del periodo di formazione in bottega da Ribera sono le serie sui filosofi, come la Morte di Seneca (1650-53) – Alte Pinakothek, Monaco di Baviera. Non si possiedono informazioni dettagliate riguardo alle prime commesse dell’artista, tuttavia è noto che la sua prima fase artistica fosse come accennato in precedenza fortemente influenzata dal caravaggismo generale, avvicinandosi particolarmente al naturalismo dei primi tempi di Jusepe de Ribera. Il pittore napoletano trascorse circa nove anni come apprendista presso Ribera, il che suggerisce una profonda immersione nel suo stile e nella tecnica. Alcuni storici del Settecento, inclusi De Dominici, hanno etichettato questa fase come un periodo di “tirocinio”, riducendola a una mera imitazione del maestro spagnolo.
Le trasformazioni artistiche che caratterizzarono la carriera di Luca Giordano furono molteplici e mai radicali, senza un preciso momento che segnasse un netto divario tra il prima e il dopo. Sebbene le influenze di stampo riberesco nelle opere di Giordano si estendessero fino al 1660, già intorno al 1655 si può notare una prima svolta stilistica nelle sue opere. Punto di svolta significativo è per l’appunto individuabile nella pala raffigurante San Nicola di Bari che salva il fanciullo coppiere (1655) realizzata per la chiesa di Santa Brigida a Napoli. Quest’opera maestosa segna chiaramente una deviazione stilistica, ispirandosi al linguaggio di Paolo Veronese e riflettendo un nuovo barocchismo veneziano, con soluzioni che richiamano quanto proposto da Pietro da Cortona a Palazzo Barberini a Roma. Ad esempio, la figura di una donna di spalle con due bambini, ripresa dall’affresco di Berrettini che raffigura sull’affresco della volta del salone del palazzo romano l’Allegoria della Giustizia, mostra un evidente influsso di questa nuova direzione artistica.
Del periodo maturo di Luca Giordano sicuramente di grande rilevanza la Sacra Famiglia che ha la visione dei simboli della Passione (1660) – Museo di Capodimonte, Napoli. Commissionato dal viceré di Napoli Gaspar de Bracamonte, conte di Peñaranda, rappresenta un momento significativo nella carriera di Luca Giordano. In questa opera, il pittore si distingue per la sua interpretazione insolita della Sacra Famiglia, che contempla i simboli della Passione. Questo lavoro segna l’inizio di una stretta collaborazione tra Giordano e il viceré, diventando uno dei suoi principali mecenati. Il viceré non solo commissionò opere pubbliche per le chiese napoletane, ma raccolse anche una preziosa collezione d’arte personale, che ha poi trasportato in Spagna al termine del suo mandato.
Con ritorno in fine allo stile del suo maestro e mentore Ribera, sicuramente di grande rilevanza la tela raffigurante la Deposizione (1671) – Quadreria del Pio Monte della Misericordia, Napoli. Commissionata per sostituire la versione precedente dipinta da Giovanni Baglione alcuni anni prima, questa tela rappresenta un ritorno al modello riberesco, seppur mediato attraverso l’uso della luce, richiesto dalla committenza. Tale scelta era necessaria per adattarsi all’ambiente, dove la predominante pala della Misericordia del Caravaggio influenzava le opere circostanti. Questa scena inaugurò una serie di rappresentazioni della deposizione di Cristo, tutte caratterizzate da uno stile naturalista