È un quadro particolare la “Colazione sull’erba” di Édouard Manet (1832-1883) Realizzato tra il 1862 e il 1863, vuol rappresentare un sereno simposio di alcune persone in un contesto campestre; una gita nel verde della campagna francese con vettovaglie e placidi discorsi tra amici.
Fonte foto: Artesvelata
Ma quello che sconcerta e ha molto scandalizzato ( fu giudicata una mostruosità) il pubblico e la critica del tempo è la figura femminile in primo piano che, a differenza dei soggetti maschili e della donna in secondo piano, si presenta del tutto nuda e ha lo sguardo rivolto verso lo spettatore .
Sembrerebbe un nudo, non legato a nessun tema mitologico e del tutto fuori luogo in una tela che vuol mettere in risalto soprattutto l’effetto cromatico dell’incidenza della luce in una situazione en plein air, all’aperto. Se però si analizza il vissuto culturale dell’autore si può scoprire che Manet oltre a essere uno sperimentatore che ha abbracciato entusiasticamente le tematiche del nascente Impressionismo, è stato anche un assiduo studioso dei grandi maestri del passato e in questa opera nello specifico si è ispirato sia al “Concerto campestre” di Tiziano che ad un particolare del “Giudizio di Paride”, un’incisione di Marcantonio Raimondi, datata 1515, tratta da un dipinto di Raffaello, nella quale la protagonista femminile ha la stessa posa della donna de “Le déjeuner sur l’herbe”.
Fonte foto: Uffizi
Il quadro
Oggi conservato presso il Musée d’Orsay di Parigi il quadro fu rifiutato al Salon d’Automne del 1863, insieme ad altre tremila opere, così tante che Napoleone III fu costretto a indire un’altra esposizione denominata il Salon des Refusés (il ‘Salone dei Rifiutati’) che si rivelò più frequentata della mostra ufficiale, da una folla di curiosi che volevano rendersi conto di cosa fosse quella strana pittura “moderna” ma certamente all’epoca totalmente incapaci di comprenderla.
I due personaggi maschili sono Gustave Manet, fratello del pittore, e, in primo piano, lo scultore olandese Ferdinand Leenhoff, cognato dell’artista, mentre la ragazza che ha fatto da modella sia per la donna nuda che per la seconda donna sullo sfondo era la diciannovenne Victorine Meurent.
La struttura cromatica della “Colazione sull’erba” è incentrata proprio sui dettami cari agli impressionisti: sull’utilizzo di colori puri, evidenti contrasti tra luminosità e ombre, contorni marcati delle forme e profondità create da macchie di colore.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.