Domiziano

“Domiziano imperatore. Odio e amore”

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Il cinquecentesco Palazzo Caffarelli in Roma, è una delle sedi dei Musei Capitolini, ed è stato costruito nel luogo dove un tempo sorgeva il tempio di Giove Capitolino, fortemente danneggiato nell’80 d.C. da uno dei grandi  incendi che periodicamente devastavano l’Urbe e successivamente restaurato dall’imperatore Domiziano subito dopo la sua ascesa al trono.

Ed è proprio qui che la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, insieme all’istituzione olandese Rijkmuseum van Oudherden di Leiden, hanno allestito, una grande esposizione dedicata  all’era di Domiziano (51-96 d.C.).

Domiziano

Fonte foto: ilgiornaledellarte.com

Domiziano imperatore. Odio e amore” è il titolo della mostra che nelle 15 sale del palazzo vede esposta, sino alla fine di gennaio 2023, una cospicua collezione di busti in marmo, statue bronzee, decorazioni architettoniche e oggettistica provenienti da molte sedi museali italiane e straniere, per un totale di quasi cento opere, che ben documentano il tempo di questo imperatore, per molti versi inviso ai suoi contemporanei, soprattutto alla oligarchia senatoria, e giudicato tirannico e morboso dalle fonti storiche (Svetonio e Cassio Dione).

Chi era Domiziano

Domiziano

Fonte foto:museicapitolini.org

Cesare Domiziano Augusto Germanico era figlio del generale Vespasiano (9-79 d.C.), proclamato imperatore nell’anno 69, e fratello di Tito (39-81 d.C.) a cui succedette dopo la morte. Ultimo della gens Flavia, durante il suo governo non ebbe mire espansionistiche ma cercò comunque di difendere i confini dell’impero dalle continue insurrezioni delle tribù barbare sui confini del Reno e della Rezia (corrispondente oggi a una parte dell’Austria).

Un carattere solitario amante delle lettere e della poesia e, nei modi, quasi maniacale lo faceva estraniare dagli eventi mondani e avere comportamenti a momenti collerici ed eccentrici come “strani modi di gesticolare e compiere atti ripetitivi” tali da far pensare agli storici moderni che presentasse alcuni tratti della sindrome di Asperger.

La sua attenzione verso i bisogni dell’esercito e l’avversione che nutriva nei confronti dell’aristocrazia patrizia, in favore di una politica più popolare, lo portarono ad avere molti nemici nell’ambito senatorio che diedero vita a due congiure, l’ultima delle quali si concluse col la sua uccisione nel settembre del 96.

Un imperatore  a cui la storia ha fraudolentemente attribuito megalomania e tirannide, ma che invece ha svolto un importante ruolo di costruttore e amministratore. Ruolo che questa mostra romana ben comprova e sottolinea.


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