Chi si celi dietro il nome di Banksy, il writer-artist inglese, non è dato saperlo. Quello che è certo è che ogni sua mossa non passa inosservata e scuote il mondo artistico. Le sue opere appaiono e scompaiono dai muri delle città o nelle sale dei musei e portano con loro un significato profondo. È il caso della tela “Game Changer“ raffigurante un bambina che gioca con una bambola di un’infermiera super eroina che l’artista ha appeso nella hall dell’ospedale di Southampton, nel nord dell’Inghilterra, lo scorso 6 maggio. Un’opera semplice e di immediata comprensione: chi sono i supereroi ora che il mondo è davvero da salvare? I medici e gli operatori sanitari. Le foto dell’omaggio di Banksy al periodo pandemico hanno fatto in pochi secondi il giro del mondo rimbalzando sui social e oggi, a quasi un anno di distanza, l’opera fa ancora parlare di se a seguito della decisione di metterla all’asta devolvendo il ricavato al sistema sanitario britannico. L’asta si terrà il prossimo 23 marzo da Christie’s, casa d’asta britannica, che ha stimato il valore dell’opera tra i 2,5 e i 3 milioni e mezzo di sterline. L’asta sarà la prima occasione per l’opera di uscire dall’ospedale dove è rimasta sin’ora.
Sull’opera si è espressa Katharine Arnold, co-direttrice della sezione Post-War and Contemporary Art di Christie’s per l’Europa: “Game Changer è un tributo universale a tutti coloro che combattono in prima linea questa crisi in tutto il mondo. In un momento in cui possiamo azzardarcia sperare di nuovo e guardare alla vita oltre la pandemia, è importante riflettere sui tanti simboli di di forza e speranza che abbiamo visto globalmente fin dall’inizio del 2020. Game Changer di Banksy è stata una luce per lo staff e i pazienti dello University Hospital di Southampton ed era desiderio dell’artista metterlo all’asta per devolvere i proventi in beneficenza al sistema sanitario nazionale. L’opera omaggia la forza e la resilienza di coloro che hanno dimostrato capacità di leadership attraverso la pandemia, allo staff del nostro fondamentale sistema sanitario nazionale, i veri eroi della nazione. Allo stesso tempo, il piccolo protagonista dell’opera, raffigurato nella semplicità del piacere di giocare con i suoi pupazzetti, cattura l’altro lato di questa pandemia, l’attenzione sulla famiglia, gli amici e i cari. È un onore presentare quest’opera in asta ed è un onore per noi fare del nostro meglio per realizzare la visione dell’artista per quest’opera”.
Bergamasca, ma nomade per il nord d’Italia, classe 1989 e di professione navigo nel mondo del marketing e della comunicazione.
Mi contraddistinguo per la testa dura e la curiosità che mi portano ad interessarmi sempre a ciò che succede nel mondo. Amo l’arte in maniera viscerale, leggo sempre troppo poco per quanto vorrei, cucinare e camminare. Hermes mi da la possibilità di raccontarvi con le mie parole questi mondi e di portarvi a spasso con me.