Al Museo-Casa Morandi, luogo dove è custodita la più ampia e rilevante collezione pubblica dedicata all’artista Giorgio Morandi, si sta incentivando una folta programmazione di eventi espositivi dedicati ad artisti che, con il proprio lavoro, a vario titolo e attraverso media diversi, hanno stabilito una relazione con il noto pittore del novecento italiano: Giorgio Morandi.
Giovedì 24 novembre 2022 all’h 18.00 negli spazi del Museo Casa Morandi, ha avuto luogo l’inaugurazione della mostra “L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo”. L’esposizione fotografica presenta una straordinaria ed imperdibile serie di ritratti spontanei dell’artista nel suo ambiente domestico, realizzati nel 1959 da Mario De Biasi, allora fotoreporter di “Epoca”. L’esposizione è curata da Lorenza Selleri e Silvia De Biasi, figlia del fotografo e responsabile dell’Archivio paterno (Archivio Mario De Biasi) e sarà visitabile fino al 5 febbraio 2023 negli spazi di quella che fu la dimora-studio del maestro bolognese.
Chi è Giorgio Morandi
Giorgio Morandi (Bologna, 1890 – 1964) fu uno dei più grandi artisti italiani del primo Novecento. Grandi artisti quali; Cézanne, André Derain e maestri del Rinascimento italiano, influenzarono notevolmente la sua pratica artistica consentendogli di approdare ad un’originale sintesi pittorica che caratterizzò le sue opere. Il giovane artista dell’Accademia di Belle arti di Bologna si accostò in un primo momento al futurismo, per poi giungere alla raffigurazione principalmente di paesaggi, soprattutto quello di Grizzana, paesino emiliano a cui fu molto affezionato, ma l’artista si dedicò anche a fiori e nature morte.
La scelta di Morandi di dedicarsi quasi esclusivamente a questi soggetti derivò dal fatto che il pittore orientò la propria arte verso uno studio analitico e meditativo degli elementi raffigurati tramite minime variazioni cromatiche e spaziali. L’artista all’inizio degli anni Venti del Novecento ebbe anche un breve avvicinamento al linguaggio artistico di Giorgio De Chirico e Carlo Carrà, periodo in cui nacquero tele dal sapore metafisico. Nonostante l’isolamento e il carattere un po’ introverso, Morandi coltivò rapporti d’amicizia con critici, artisti e direttori dei musei, che li consentirono di essere uno degli artisti più apprezzati all’estero.
Foto di Ornella De Carlo
Come nasce il progetto di una mostra fotografica dedicata a Giorgio Morandi
È l’aprile del 1959 quando Mario De Biasi, inviato da Enzo Biagi, giovane direttore della rivista “Epoca”, si reca in via Fondazza 36 per realizzare un reportage su Giorgio Morandi. L’artista, nonostante sia conosciuto per il carattere schivo e la ritrosia verso qualunque forma di esposizione della sua persona, accetta tuttavia di essere fotografato nel proprio ambiente domestico, nel salotto in cui si accoglievano gli ospiti, rigorosamente in giacca e cravatta. La mostra nasce dunque dall’idea di voler far conoscere al grande pubblico, l’indole introversa e la personalità riservata del celebre “pittore del silenzio”.
Foto di Ornella De Carlo
La mostra fotografica ci restituisce un Morandi non in posa, che non assume atteggiamenti innaturali o forzati, rientrando perfettamente in un genere che De Biasi aveva già sperimentato, quello dei ritratti di personaggi famosi colti nella loro quotidianità, per i quali aveva coniato la definizione: “ritratti in maniche di camicia”. Come scrive Lorenza Selleri nel testo che accompagna la mostra:
“Sembra essere questa la scelta condivisa con De Biasi che in una serie continua di scatti riesce a ritrarre l’artista in atteggiamenti di apparente naturalezza e disinvoltura. Morandi tuttavia non riesce a guardare dritto l’obiettivo e De Biasi non sembra esserne infastidito, ma anzi riesce a trasformare l’evidente imbarazzo dell’artista in un suo punto di forza. Se la postura in piedi non sembra soddisfare nessuno dei due (del resto non è facile atteggiare le mani in modo da allontanare rigidità e goffaggine), quella seduta al tavolo tondo ottocentesco, con le mani intente a sfogliare le pagine di alcuni libri o ad accendersi una sigaretta, è perfetta”.
Foto di Ornella De Carlo
In esposizione, accanto alle diciannove fotografie scattate a Bologna in casa di Morandi, altri cinque ritratti realizzati da De Biasi a Milano, in cui il maestro bolognese è presente attraverso le proprie opere: tre di questi mostrano Lamberto Vitali nel suo appartamento, circondato da ben quattordici dipinti di Morandi, e altri due ci presentano Elio Vittorini, intento a leggere e scrivere nel suo studio, dove s’intravede una Natura morta di Morandi, priva di cornice, datata 1949.
Il fotoreporter Mario De Biasi
Mario De Biasi (Sois, Belluno, 1923 – Milano, 2013) inizia a fotografare nel 1945 grazie al fortuito ritrovamento di materiale fotografico tra le macerie di Norimberga, dove era stato deportato al lavoro coatto come radiotecnico. Rientrato in Italia, presenta la sua prima mostra personale nel 1948 e nel 1953 diventa professionista entrando nella redazione di “Epoca”. Per lo storico settimanale della Mondadori lavora per più di trent’anni, realizzando centinaia di copertine e innumerevoli reportages in tutto il mondo per documentare non solo vari eventi di cronaca o le bellezze di luoghi e paesaggi ma anche calamità naturali e guerre. Le sue foto sulla rivolta d’Ungheria del 1956 gli fanno guadagnare fama internazionale e l’appellativo di “italiano pazzo”. Dopo il pensionamento continua a fotografare per passione tutto quello che attira la sua insaziabile curiosità.
Studentessa di Didattica e Mediazione culturale del patrimonio artistico. Amante della musica, teatro, della danza, dell’arte in ogni sua manifestazione, appassionata di Monet, Klimt- Secessione viennese ed arte contemporanea orientale.