La città di Milano ha una storia millenaria. Già nel 590 a.C., durante l’epoca celtica, in sito esisteva un villaggio denominato Medhelan. Da allora il borgo non ha fatto altro che ingrandirsi e prosperare anche grazie alla sua posizione nel centro della pianura Padana. Nemmeno l’ira del Barbarossa che la rase al suolo e cosparse il territorio di sale nel 1162, riuscì a fermare l’espansione di questa città che nel corso dei secoli ha continuato a essere un importante centro commerciale e industriale dell’Italia del nord, arricchendosi di molti monumenti e palazzi storici sia nell’età romana, sia dal medioevo in poi.
Sono molti le costruzioni che nel tempo hanno caratterizzato l’urbanistica della metropoli: il bellissimo Castello Sforzesco in primis, l’impareggiabile Duomo in stile gotico fiorito, le vestigia romane, le porte nel primo cerchio delle mura. Ma qui, vorrei citare alcune delle dimore singolari o signorili, che sono sorte lungo le vie della città.
– Villa Simonetta
Fonte foto: milanocittastato.it
È uno tra i più antichi edifici ancora in uso. Non lontana dal Cimitero Monumentale, la sua prima edificazione risale al periodo della signoria di Ludovico il Moro e attualmente ospita la sede della Civita Scuola di Musica Claudio Abbado. L’austero edificio è caratterizzato da un pronao a colonne che si sviluppa su tre piani. Si dice che sia ancora abitata dal fantasma della nobildonna Clelia Simonetta.
– Palazzo della Ragione
In Piazza dei Mercanti, di rimpetto alla Loggia degli Osii, troviamo il medioevale palazzo, chiamato anche Broletto Nuovo, che fu sede del municipio cittadino (Broletto) dal 1251 al 1786. Tipica architettura in laterizio lombardo è caratterizzata dal porticato in facciata e dalle finestre tonde dell’ultimo piano.
– Palazzo Stelline
Situato in corso Magenta, di fronte alla chiesa di S. Maria delle Grazie che ospita la famosa “Ultima Cena” di Leonardo, è stato monastero delle Suore benedettine sino al 1600 quando fu adibito a scuola e opera di accoglienza delle orfanelle (le stelline) per volere di S. Carlo Borromeo. Attualmente è sede della Fondazione Stelline e di un grande albergo omonimo.
– Cà Granda
Fonte foto: tempi.it
Primo atto di governo della famiglia Sforza, la sua costruzione prese avvio attorno alla seconda metà del 1400. Voluta da Francesco Sforza per dotare la città di un ospedale per il ricovero e la cura dei malati fu una delle prime edificazioni rinascimentali in Milano per mano dell’architetto fiorentino Filarete ed ebbe un ampio seguito stilistico in tutt’Italia. Oggi è sede dell’Università degli Studi.
– Palazzo Marino
Costruzione nobiliare cinquecentesca, è dal 1861 sede dell’amministrazione cittadina. Situato in Piazza della Scala, appare oggi nell’austera veste del restauro del 1892. Ricco di bassorilievi e colonnati, si presenta su tre piani. L’ampia facciata inizialmente era orientata su piazza S. Fedele e fu modificata in corso d’opera.
– Palazzo del Senato
Fonte foto: milanofree.it
Eretto dal cardinale Federico Borromeo nel 1608 quale sede di un collegio seminariale svizzero, è uno splendido esempio di barocco italiano con la facciata concava e bicromatica. Fu sede del Senato dal 1805 al 1814, quando Milano era capitale del regno d’Italia. La sua funzione attuale e quella di essere sede dell’Archivio di Stato.
– Palazzo Arese Litta
Considerato uno dei più importanti esempi di architettura tardo barocca milanese, fu commissionato da Bartolomeo III Arese all’architetto Francesco Maria Richini quale ampliamento di un più modesto edificio attorno al 1642. Successivamente rimaneggiato nella prima metà del diciottesimo secolo. La facciata è infatti in stile “Roccocò” con il portale centrale sovrastato da una balconata convesa- Al momento è sede del Segretario regionale dei beni e delle attività culturali della Lombardia , della Soprintendenza archeologica e del Polo Museale regionale.
– Casa Campanini
Fonte foto: expedia.it
Oltre alla fase di sviluppo industriale ottocentesca, nella quale la città vide ampliarsi di molto la sua pinta urbana, il periodo che decretò l’ascesa della classe borghese e conseguentemente la differenziazione stilistica nelle architetture rispetto alla tendenza Neoclassica privilegiata invece dalla nobiltà, fu quello tra la fine dell’ottocento e i primi anni del ventesimo secolo.
Il Liberty francese conquistò subito la nuova classe dirigente che l’adottò nella costruzione e nella decorazione delle dimore dei nuovi ricchi. Uno fra gli esempi più significativi è Casa Campanini, una palazzina con pianta a U, oggi ancora adibita a residenza. Costruita appunto dall’architetto Alfredo Campanini nel 1905, l’edificio presenta notevoli fregi e decorazioni sia in facciata che nelle ali adiacenti ed è considerato una delle più belle abitazioni Liberty di Milano.
– Torre Velasca
Fonte foto: milanocorriere.it
Costruzione molto amata e molto criticata fino dall’epoca della sua edificazione, è uno dei primi grattaceli della metropoli. Costruito intorno alla metà del secolo scorso, a base rettangolare,nella parte a sud-ovest del centro cittadino, si alza per ben 26 piani e ha una struttura che si ampia nella parte finale a “fungo”, sorretta da travi oblique. Questa singolare morfologia ha voluto essere in qualche modo una reinterpretazione delle strutture delle torri medievali lombarde. È uno degli esempi di architettura post razionalista, anche detta “Brutalista”.
– Il Bosco Verticale
Milano non ha mai smesso di innovare la propria veste urbana. Nel 2014 è stato inaugurato il cosiddetto “Bosco verticale”. Si tratta di un complesso residenziale formato da due palazzi nel quartiere Isola che ha la particolarità di ospitare per tutta l’altezza delle due torri più di duemila specie tra alberi e arbusti. È un ambizioso esempio di “riforestazione metropolitana” che ha Anche ottenuto molti riconoscimenti tra i quali il “Council on tall building and urban habitat” come grattacielo più bello e innovativo del mondo.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.