A Parma, dal 30 ottobre scorso sino al 28 gennaio 2022, è aperta al pubblico una singolare esposizione storico-documentaria presso l’Archivio di Stato, ubicato nel bellissimo palazzo denominato Ospedale Vecchio la cui costruzione risale tra il quindicesimo e sedicesimo secolo.
Promossa dalla Direzione Generale Archivi, realizzata in occasione di “Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020/21” e inaugurata dalla dottoressa Anna Maria Buzzi, Direttrice generale degli Archivi del Ministero della Cultura, la : “In tavola. Un mosaico quotidiano di storia e saperi” affronta I ‘argomento dell’alimentazione all’interno del territorio parmense, nel corso dei secoli, con documenti storici, notizie, carte, illustrazioni e tradizioni che testimoniano l’antico legame culturale di questa terra con l’arte culinaria.
Le eccellenze culinarie del territorio
La grande raccolta di documenti che già dal 1592 arricchisce della storia del Ducato gli archivi, si avvale anche di una cospicua sezione che comprende informazioni sulle abitudini alimentari, non solo delle classi agiate, come menù e ricette annotate dai cuochi di corte, ma anche e soprattutto della popolazione rurale e delle tecniche sviluppate per elaborare quei prodotti agroalimentari, caseari o della lavorazione delle carni, che avrebbero poi reso celebre questa terra generosa e laboriosa.
Non mancano aspetti curiosi e aneddoti legati alla produzione gastronomica nel corso di quasi un millennio, che raccontano l’evoluzione della cultura del cibo nell’area parmense, che ha permesso di far eleggere Parma a “Città Creativa della Gastronomia” da parte dell’Unesco.
Una mostra e un catalogo esplicativi
La mostra, suddivisa in sezioni a differenziare le diverse aree tematiche, e il catalogo che l’accompagna, sono stati curati da Valentina Bocchi e Luigi Pelizzoni, i quali hanno svolto un certosino lavoro di ricerca e indagine all’interno dell’Archivio stesso, per estrapolarne quei documenti, mappe, manoscritti illustrati e pubblicazioni storiche legati alle tematiche dell’alimentazione, rendendo accessibile non solo ai ricercatori del settore, ma a un più vasto pubblico, il patrimonio sociologico e storico alla base della cucina tradizionale di questi luoghi.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.