L'arte popolare: tutto ciò che c'è da sapere

L’arte popolare: tutto ciò che c’è da sapere

Avete mai sentito parlare di arte popolare? Quali sono le caratteristiche fondanti di questa ancestrale pratica artistica e perché si differenzia dalle arti maggiori?

L’arte popolare, detta anche arte tradizionale o folkloristica, è tutta quella produzione artigianale e artistica che ha origine dalle tradizioni e dalla cultura di un popolo.

Essa non comprende solo la produzione materiale ma anche quella immateriale come; musica, danze, leggende, fiabe, poesie popolari e tutto il lato artistico delle usanze e dei riti popolari.

Fonte foto: Dizionario Storico della Svizzera DSS

L’arte popolare non segue necessariamente le regole tradizionali di proporzione e prospettiva (come fu già nell’arte plebea romana), ma predilige alcune semplificazioni formali e preponderanza della componente decorativa, sfruttando ad esempio colori vivaci ed accesi e motivi desunti dalla tradizione.

Si annoverano tra i manufatti d’arte popolare oggetti quotidiani quali; mobilio, tessuti, giocattoli ecc. che diventano simbolo della devozione popolare, con la produzione di ex voto, statuette, immagini di culto e oggetti legati alle festività.

A differenza delle belle arti o dell’arte colta o arti maggiori, quella popolare è principalmente utilitaristica, funzionale e decorativa piuttosto che puramente estetica, non è quasi mai influenzata dai movimenti accademici o canonici stilemi artistici. La produzione folklorica dunque, essendo tendenzialmente funzionale e destinata ad un uso pratico ed ad avere risonanza concreta e quindi godibilità nella vita quotidiana.

I manufatti d’arte popolare non sono concepiti in quanto opere d’arte indipendenti, ma svolgono sempre una funzione specifica nella vita sociale del gruppo e il loro valore artistico va di pari passo con il significato dell’utilità.

Sebbene possano anche essere formalmente istruiti, gli artisti folkloristici o popolari, imparano abilità e tecniche attraverso l’apprendistato in contesti sociali di comunità, dopo questo periodo gli artisti faranno da interpreti e portavoce di un’arte richiesta e sentita dal popolo.

Nascita dello studio dell’arte popolare

Lo studio dell’arte popolare ha inizio con il sorgere dei musei etnografici, ed in particolare con la grande mostra etnografica che si svolse nel 1911 nell’ambito dell’Esposizione Universale per celebrare il 50esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Il catalogo della mostra mette in evidenza i 13 settori in cui sono suddivisi i materiali etnografici esposti in mostra tra cui; lavori dei pastori e contadini, oreficeria, terrecotte, tessuti e trine, utensili, credenze, superstizioni, pregiudizi, tatuaggi, maschere, costumi, strumenti di lavoro. Tutti questi materiali andarono a costituire il fondo principale del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma.

Paolo Toschi, nel suo volume “Arte popolare italiana” ci rilascia alcune definizioni dell’arte popolare

“Intenderemo per arte popolare quella che, nata di regola da un tono psicologico e lirico di primitività e di semplicità, è divenuta patrimonio espressivo comune dell’umile gente…”

“L’arte popolare può avere, ha lo stesso valore assoluto della grande arte: raggiunge, sia pure attraverso scorciatoie e sentieri nascosti, cime d’eguale altezza…soddisfa i bisogni spirituali e pratici del popolo e per questa sua funzione vitale si trasmette nel tempo, si conserva, si modifica e si elabora secondo una propria tradizione stilistica, tanto che il popolo la sente e l’adotta come sua”.

Influenza popolare nell’arte del Novecento

La consapevolezza della peculiarità e del valore intrinseco dell’arte popolare è andata ad accrescersi nel corso del Novecento, quando ha iniziato ad ispirare gli artisti delle cosiddette “avanguardie”, tra questi ricordiamo sicuramente artisti quali; Picasso e Kandinskij, Goncharova.

Fonte foto: Wikipedia

Pablo Picasso è stato ispirato da sculture e maschere tribali africane, mentre Kandinskij provò un forte interesse verso la pittura popolare russa (lo si denota soprattutto nelle sue opere giovanili) come anche Natalia Goncharova ed altri che si ispirarono alle stampe popolari russe chiamate lubok.

Nell’ambito della musica invece, il seminale di Igor Stravinsky The Rite of Spring è stato ispirato dai riti religiosi pagani.