Vi siete mai chiesti quali possano essere le opere d’arte maggiormente appetibili per un collezionista d’arte? Quali possano davvero sedurre e folgorare un compratore e trascinarlo nell’acquisto sfrenato?
Non parleremo di record d’asta e del notevole accrescimento di questi ultimi in tempi odierni, ma parleremo di quelle vendite private, che raggiunsero stime davvero stellari.
Quali opere possiamo annoverare nella top 5 delle opere più costose della storia?
5. Jackson Pollock, “n.17A, 1948” – 177 milioni di euro
L’opera intitolata “n. 17A” un olio su cartone di notevoli dimensioni fu realizzata dall’artista americano, nonché padre dell’espressionismo astratto: Jackson Pollock. Dal 1947 al 1952 l’artista iniziò a numerare le sue opere, invece che attribuire loro un titolo per due motivazioni: per non distrarre il fruitore dalla lettura di quest’ultimo, e per non suggestionare la sua interpretazione complessiva dell’opera. In tal modo la titolazione neutrale spronò maggiormente lo spettatore a calarsi interiormente nei grovigli magnetici e nel pensiero intricato dell’artista.
Possiamo affermare che l’opera in questione fu realizzata un anno dopo la rivoluzione artistica apportata da Pollock nel 1947, l’anno in cui l’artista introdusse la tecnica del “dripping” la quale consisteva nel vero e proprio sgocciolamento della vernice direttamente sulla tela posta sul pavimento e non su cavalletto, rompendo così con la tradizione. Tale svolta tecnica, contraddistinse l’artista come padre dell’Action Painting, di una pittura d’automatismo, puramente gestuale, intima ed espressiva. Nel 2015 l’opera, una delle prime figlie del dripping, fu venduta dalla David Geffen Foundation a Kenneth Cordele Griffin, un imprenditore e collezionista miliardario americano, per ben 200 milioni di dollari!
4. Mark Rothko, “N. 6 (Violet, Green and Red) del 1951” – 186 milioni di euro
L’opera “N. 6 (Violet, Green and Red)” dell’artista americano di origine ebraico-lettone Markus Yakovlevich Rothkowitz, conosciuto meglio come Mark Rothko, è stata realizzata nel 1951, qualche anno dopo la realizzazione dello straordinario Pollock sopracitato. Rothko coevo di Pollock, fu considerato anche egli tra i propulsori dell’espressionismo astratto, padre del Color Field, movimento pittorico che rifuggì dalla tradizionale e consueta rappresentazione del segno, della figura e della forma. L’uso di grandi tele consentiva agli artisti afferenti a tale movimento, di sbizzarrirsi con il colore, ricoprendo interamente le superfici a loro disposizione. Spesso prediligendo un orientamento verticale della tela, scandivano la superficie pittorica in fasce orizzontali di colore puro e intenso sfumandolo nei contorni, evocando così atmosfere mistiche.
L’acquirente, che nel 2014 riuscì ad aggiudicarsi un’opera così pregevole, fu l’imprenditore russo e dirigente sportivo Dmitry Rybolovlev, proprietario della squadra calcistica del Monaco.
3. Paul Gauguin, “Nafea faa ipoipo”, 1892 – 250 milioni di euro
La splendida opera, un olio su tela fu realizzata dall’artista francese postimpressionista nel 1892.
Il dipinto concepito nel pieno della stagione tahitiana del pittore, ci illustra la sua visione della quotidianità polinesiana. Al centro di “Nafea faa ipoipo” due donne tahitiane in primissimo piano, si stagliano monumentali in un’ambientazione naturale ed esotica, i colori vivaci ed accesi degli abiti indossati dalle donne, stesi con campiture dense e piene, sicuramente catturarono ed ammaliarono lo sguardo e l’anima del collezionista svizzero Rudolf Staechelin che acquisì l’opera per poi cederla nel 2015 ai Qatar Museums, polo museale nazionale di Doha per ben 250 milioni di euro!
2. Willem de Kooning, “Interchange, 1955” – 266 milioni di euro
Come l’ultima opera della top 5, “n.17A” di Pollock, anche qui ritroviamo un dipinto di un’artista afferente al movimento dell’espressionismo astratto americano, un’artista che concorse con Pollock, all’esplosione di questo movimento che inaugurò, l’età moderna dell’arte americana.
Anche in questo caso abbiamo un’opera che segnò una vera e propria svolta nella carriera dell’artista, De Kooning si smarcò dalla consueta rielaborazione di figure umane in stile espressionistico astraente, introducendo ed affrontando nuove tematiche legate all’appartenenza ai luoghi, a reinterpretazioni astratte delle comunità di New York.
L’opera fu venduta dallo stesso acquirente del “n.17A” di Jackson Pollock. Il magnate americano pagò una cifra astronomica per appropriarsi di questi due capolavori della moderna arte americana.
1. Leonardo Da Vinci, “Salvator Mundi, 1499” – 382 milioni di euro
Ritroviamo al podio di questa top list sicuramente un’opera davvero particolare ma al contempo ambigua, frutto del genio creativo del Rinascimento, uno dei pittori più incisivi ed amati di tutti i tempi: Leonardo Da Vinci.
L’opera ha una storia controversa alle spalle, una storia di dubbia attribuzione, che fa del “Salvator Mundi” oggetto di scontri e vivaci dibattiti tra storici e critici dell’arte circa la sua provenienza e la sua paternità!
Ci fu chi mise in discussione la mano del genio rinascimentale, ipotizzando una possibile attribuzione dell’opera ad un suo allievo un tale “Bernardo Luini”, e chi sostenne essere un’autentica opera del maestro Da Vinci appurandone con certezza l’inconfondibile firma d’artista. Il prezioso ritratto raffigura in primo piano il Cristo benedicente con in mano una sfera vitrea che simbolicamente allude al globo terrestre.
Solo al seguito di numerose indagini ed interventi di restauro, l’opera fu confermata come l’ultimo autentico Da Vinci finito in mani private.
Dopo un’agguerrita battaglia fatta di offerte e controfferte, nel 2017 il “Salvator Mundi” fu ceduto al dipartimento di cultura e turismo di Abu Dhabi, grazie alla cifra stellare investita, il vero e proprio last masterpiece del genio universale fu poi esposto al Louvre di Abu Dhabi in tutto il suo splendore.
Studentessa di Didattica e Mediazione culturale del patrimonio artistico. Amante della musica, teatro, della danza, dell’arte in ogni sua manifestazione, appassionata di Monet, Klimt- Secessione viennese ed arte contemporanea orientale.