“Facce stocastiche” o “Facce stocastiche imprevedibili” sono queste le ultime creazioni di Sergio Lombardo, l’artista romano che da ormai quattro decenni affida la sua arte al metodo sperimentale basato su algoritmi matematici e programmi “random” (memoria ad accesso casuale) per una modificazione inattesa dell’immagine.
L’aggettivo “Stocastico” infatti riflette un metodo matematico che si basa appunto su fenomeni che seguano leggi prive di regolarità o probabilistiche.
Partendo da soli tre prototipi di volti geometrizzati, senza particolari espressioni, Lombardo li modifica, sottoponendoli a deformazioni casuali, trasformandoli radicalmente per ottenere un risultato che ancora ricordi un volto, ma in modalità deforme e disordinante.
L’artista
Sergio Lombardo, psicologo e artista, esordisce nei primi anni sessanta nel panorama pittorico italiano. Fondatore della Teoria Eventualistica, da cui prenderà avvio un movimento artistico basato sulla sperimentazione, sarà protagonista della scena romana dell’arte, insieme a Schifano, Kunellis, Rotella,Festa e altri grandi del pensiero artistico di quegli anni.
Ha al suo attivo molte esperienze espositive sia in autorevoli gallerie private che in sedi pubbliche, nelle quali ha messo in atto le sue teorie innovative.
Ha partecipato alla Biennale di Venezia negli anni1970, 1993,2009, 2013; ha esposto presso il Museo Nazionale d’Arte Moderna di Tokio (967), il Museum di New York (1958, 1999), il Centre Pompidou di Parigi (1969, 1995) e in seguito a Roma, San Pietroburgo, Mosca, solo per citare alcune delle mostre più importanti.
L’esposizione ad Arezzo
“Le Nuove Stanze”, una prestigiosa associazione culturale di Arezzo, in collaborazione con Magonza Editore e 1/9unosunove Arte Contemporanea presenta presso la sua sede, dal 12 novembre al 23 gennaio 2022, un’esposizione delle recenti realizzazioni di Sergio Lombardo. Opere di grandi dimensioni (210×150) che costituiscono l’ultima produzione delle sue “facce stocastiche” eseguite in questo ultimo periodo. Lo scopo dell’artista non è quello di realizzare volti ed espressioni simili al reale, ma di dar forma a conformazioni che, umanizzate, stimolino nell’osservatore all’evocazione di personali esperienze anche inconsce.
La mostra è correlata anche da un catalogo edito da Magonza che contiene anche un testo inedito dell’artista stesso e uno scritto di Simone Zacchini.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.