Philip Colbert a Napoli con “House of Lombster”

Fino al 1°aprile 2024 il museo MANN di Napoli ospiterà la mostra “House of Lombster” dell’artista britannico Philip Colbert, un’esplosione di colori che vi lascerà senza fiato.

Biografia

Definito come il “figlioccio di Andy Warhol”, Philip Colbert nasce nel 1978 in Scozia, trasferitosi poi a Londra inizia ad interessarsi alla pittura e alla scultura e ad esporre le proprie opere in varie gallerie e musei e successivamente realizza anche alcune collaborazioni con aziende quali Asus, Moleskine e Adidas.

Lo stile pop con cui interpreta la realtà contemporanea lo hanno reso uno degli artisti più innovativi, ed il suo ultimo progetto “House of Lombster” ne è un chiaro esempio.

House of Lombster

Colbert si confronta con la mitologia classica, punto di partenza per le sue creazioni, nel tentativo di cogliere e rappresentare gli aspetti più simbolici di cui è intrisa. L’artista vuole rendere omaggio all’aragosta, suo alter-ego, attraverso una serie di opere ispirate ai mosaici rinvenuti nella Casa del Fauno a Pompei. La mostra non si limita ad illustrare il significato dell’aragosta attraverso la storia dell’arte, ma contempla anche i temi più ampi della mortalità, del conflitto e della natura ciclica dell’esistenza.

Al centro della mostra c’è l’eterno conflitto tra l’aragosta, simbolo di mortalità, e il polpo, simbolo sacro. Alcuni dipinti mostrano scene di battaglia in cui i due sono coinvolti in una lotta, in cui lo yin e lo yang del duo aragosta-polpo gioca un ruolo centrale. Inoltre, attingendo alla ricca mitologia dell’antica Grecia e di Roma, questo corpus di dipinti fa riferimento anche a molte altre divinità come Ponto, spesso raffigurato con corna a forma di artiglio di granchio che gli spuntano dalla testa, Proteo, un mutaforma comunemente raffigurato con tentacoli, e il Minotauro, una creatura mitologica con corpo umano e testa di toro.

Colbert fa risalire ulteriormente il significato simbolico dell’aragosta alle antiche anfore e alla pittura su vasi rossi dell’Attica. La raffigurazione delle aragoste nella fabbricazione di vasi antichi allude al culto delle stesse e alla sua potenziale associazione con un potere superiore. In mostra sono due le anfore progettate in un’estetica neo-pop.

Riflessioni dell’artista

Colbert afferma di essere diventato un artista quando è diventato un’aragosta, questo ci fa capire sempre di più il rapporto quasi viscerale che l’artista ha con questo crostaceo. Ha infatti sottolineato che:

“Man mano che la mia passione per le aragoste si sviluppava, tracciando il loro simbolismo attraverso la cultura pop e oltre, mi riportava inevitabilmente ai mosaici di Pompei, dove erano tra le prime raffigurazioni. Per me, la collocazione dell’aragosta al centro dell’immagine, intrappolata in questo triangolo della morte, come lo interpreto io, accanto al polpo e all’anguilla, è una potente metafora visiva che ho voluto sviluppare nel mio lavoro, infondendola con una narrazione che trascende il tempo e si connette con lo spettatore a livello viscerale. Il motivo della battaglia non è semplicemente una rappresentazione del conflitto ma un riflesso delle nostre lotte interne, dei conflitti sociali e della danza perpetua tra forze opposte nella vita.”