Nell’ambito delle manifestazioni per “Procida Capitale Italiana della Cultura 2022”, e 28 anni dopo la conclusione delle riprese in loco de “Il postino”, film vincitore, tra l’altro, di un premio Oscar, l’isola ha voluto rendere un affettuoso omaggio al grande Massimo Troisi (1953-1994) con una mostra che vuole ricordare il suo legame personale con Procida.
“Il Postino dietro le quinte. I volti di Massimo Troisi” è il titolo dell’esposizione, finanziata dalla Regione Campania e prodotta dalla Scabec, che rimarrà aperta sino al 6 gennaio prossimo, all’interno delle Officine dei Misteri del Complesso monumentale di Palazzo d’Avalos in Procida.
Fonte foto: la stampa
Interviste, video e immagini dell’indimenticabile attore napoletano, insieme alla bicicletta originale, proprio quella che Troisi ha usato nell’interpretazione del Postino, rievocano ricordi e suscitano malinconie e emozioni nella suggestiva cornice del cinquecentesco Palazzo d’Avalos, nel cuore dell’isola, e fanno da corollario a una esposizione di opere pittoriche. Sessantasei lavori ispirati dalla figura di Troisi, artista eclettico: attore, comico, regista, cabarettista e anche pittore come testimonia il suo lavoro astratto del 1992 presente in mostra e che ha dato lo spunto, come racconta Stefano Veneruso nipote di Troisi e curatore della mostra, perché quarantanove artisti noti e giovani talenti, partecipassero a questo delicato quanto tenero ricordo.
Fonte foto: finestre sull'arte
Da Lello Esposito a Armando De Stefano ( opera realizzata per un fortunato compact disc di poesie di Paolo Neruda lette da grandi artisti, tra cui Arbore, Foa, Amendola e tanti altri), da Filippo Bragatt, a Vincenzo Mollica, tutti hanno partecipato con gioia anche con uno scritto di poche righe nel quale si avverte per ognuno una sensazione di mancanza raccontando il proprio rapporto con l’amico Massimo così prematuramente scomparso.
Un percorso vario, che riallaccia la connessione tra Procida e questo personaggio unico che ha regalato a tutti noi il suo talento interpretativo, la sua sapienza dei tempi comici e la sua dolcissima semplicità.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.