A Sermoneta, comune italiano della provincia di Latina nel Lazio, è stato effettuato un ritrovamento singolare: una lapide, precisamente un’epigrafe, appartenente al XV secolo che segnerebbe il passaggio di Federico III d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero.
Una scoperta che ha dell’incredibile, se si considera che l’imperatore transitò in questa località oltre cinque secoli fa, precisamente il 25 marzo 1452, sei giorni dopo la sua incoronazione a Imperatore del Sacro Romano Impero da parte di Papa Nicola V. La stessa sindaca Giuseppina Giovannoli ha commentato con grande entusiasmo l’eccezionale scoperta fatta dai Carabinieri della Stazione di Sermoneta, esprimendo il proprio orgoglio per una cittadina che “non smette mai di stupire”.
“Il lavoro di ricerca è solo all’inizio”, ha poi aggiunto la prima cittadina di Sermoneta, complimentandosi con i carabinieri e specificando che ora “si dovrà risalire all’originaria collocazione dell’epigrafe per poterla rimettere al suo posto”.
La scoperta dell’epigrafe, delle dimensioni di 24 cm per 34 cm, è avvenuta nella caserma dei Carabinieri di via Manuzio, sotto gli occhi del Comandante dei Carabinieri Lgt Antonio Vicidomini. La lapide, realizzata totalmente in marmo, era nascosta al di sotto di un sottile strato di intonaco che ha contribuito a preservarla per cinquecentosettanta anni.
Federico III d’Asburgo a Sermoneta
Fonte foto: it.wikipedia.org
Ma cosa ci faceva l’Imperatore del Sacro Romano Impero nella località laziale? Cosa sappiamo del suo passaggio storico?
Il 19 marzo Papa Nicola V incoronò a imperatore Federico III nel Ponte Sant’Angelo, a Roma. Lo stesso pontefice chiese fortemente la presenza del duca Onorato III Caetani di Sermoneta alla cerimonia. Fu proprio quest’ultimo, al termine dell’incoronazione, a invitare il neo imperatore al castello di Sermoneta per un ricevimento in suo onore.
Federico III, dunque, giunse nella località laziale il 25 marzo 1452, insieme alla sua sposa Eleonora di Portogallo e ad un seguito di 5.000 persone; vi rimase fino al 27 marzo, per proseguire poi verso Napoli.
La lapide
La scoperta ha dello straordinario, è vero, ma c’è da dire che si sapeva dell’esistenza della lapide già dal XVIII secolo, grazie allo storico Pietro Pantanelli (1710-1787); quest’ultimo, infatti, nel suo libro “Notizie storiche delle terre di Sermoneta”, non solo cita la lapide semigotica, ma fornisce anche indicazioni sul suo collocamento, spiegando che sarebbe “incastrata nell’antica abitazione della famiglia Vari, che ora è ospizio de’ padri Cappuccini, cioè nell’angolo dell’oratorio verso il pozzo del cortile, la quale con poco giudizio è stata ricoperta con un’incollatura di calce”. L’ospizio citato, infatti, è ora la caserma dei Carabinieri in cui è avvenuto il ritrovamento.
Interessante, non trovate?
Da bambina leggevo i fumetti di Dylan Dog, poi – senza nemmeno accorgermene – sono entrata nel vortice dei grandi classici e non ne sono più uscita. Leggo in continuazione, in qualsiasi momento, e se non leggo scrivo. Scrivo per riempire gli spazi bianchi e vuoti della mente, ma anche perché è l’unica cosa che mi fa sentire viva. Cosa voglio diventare da grande? Facile: una giornalista.