Foto foto: Claudia Viggiani (via Twitter)
Che nel nostro Paese vi sia abbondanza di arte, storia e cultura, non è affatto mistero. Nei secoli, le corti di tutta Europa hanno ammirato e ingaggiato pittori, scultori e architetti italiani per commissionare loro la celebrazione, attraverso l’arte, delle loro famiglie più illustri.
Tuttavia, non serve intraprendere un viaggio continentale per poter ammirare uno degli esempi più magistrali e sontuosi di ciò che in architettura sono le scale elicoidali.
La scala elicoidale di Francesco Borromini
A Roma, e più precisamente a Palazzo Barberini, si trova una delle opere architettoniche più celebri e iconiche dell’arte barocca: la scala elicoidale progettata da Francesco Borromini tra il 1633 e il 1634.
Complementare a quella del Bernini, illustre architetto subentrato ai lavori di costruzione dell’edificio dopo la scomparsa del predecessore Maderno (uno degli architetti barocchi più in voga all’epoca, nonché ideatore della facciata di San Pietro), questa scala dalla pianta ovale, accessibile dal porticato esterno, si trova nell’ala sud del palazzo ed era stata concepita come passaggio per arrivare agli alloggi privati del Cardinale Francesco Barberini.
La forma particolare della costruzione può essere ricondotta all’estrosità dell’architetto che l’ha progettata. Classicamente, infatti, questa tipologia di scale “avvitate” su loro stesse possiede una pianta circolare; tuttavia, in questo modo la salita è resa più agevole e, non di meno, l’effetto visivo finale risulta decisamente più sbalorditivo.
Ma vediamo un po’ in cifre la sontuosità di quest’opera architettonica. L’asse maggiore della pianta ovale misura ben 9,40 metri, mentre quello minore ne misura 7,85. Ogni giro della spirale è punteggiato da dodici colonne doriche appaiate, riportanti tra le incisioni dei capitelli anche le api, araldo della famiglia Barberini. La luce che illumina gli spazi circostanti filtra dall’apertura ovale che si trova in cima alla scala e dalle finestre che decorano la facciata del palazzo.
Originariamente, il progetto prevedeva che la scala elicoidale terminasse con una rampa libera, ma si decise di sopraelevarla rispetto all’ultimo piano dell’edificio, così da ricavare uno spazio per la biblioteca personale del cardinale Barberini, in seguito trasferita in Vaticano.
Questa struttura ellittica, che si avvolge verso l’alto su se stessa, può essere considerata come un tratto distintivo del Borromini. Non a caso, infatti, troviamo in molte altre sue opere e disegni queste forme elicoidali. La pianta ovale utilizzata per la scala dell’ala sud di Palazzo Barberini era stata in precedenza codificata e inserita nei trattati sull’architettura cinquecentesca dal Vignola e, niente di meno che, dall’illustre Andrea Palladio.
Laureata in Finanza e Mercati, sono da sempre appassionata di arte e letteratura. Uno dei miei migliori difetti: divoratrice (e compratrice) compulsiva di libri – soprattutto rosa! Nel 2021 esce il mio romanzo di esordio, “Ho provato a non amarti”.