Boccaccio

Giovanni Boccaccio nasceva il 16 giugno 1313

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Giovanni Boccaccio, fondatore della prosa italiana nacque il 16 giugno 1313, non è certo se a Firenze o a Certaldo. Fu indirizzato, durante i primi anni di studio, a seguire le orme del padre e diventare mercante. Lo stesso Boccaccio nel “De genealogia decorum gentilum, XV, 10” disse:

“Mio padre fece ogni tentativo fin dalla mia fanciullezza, perché diventassi mercante. (…) Mi affidò come discepolo ad un grande mercante, presso il quale per sei anni non feci altro che consumare invano tempo irrecuperabile.”

La sua vera vocazione per la letteratura, si manifestò, con i primi componimenti poetici all’età di sette anni. 

Gli anni a Napoli

A Firenze non riuscì mai ad esprimere al meglio se stesso, solo gli anni trascorsi a Napoli furono caratterizzati da intense letture, come classici latini e greci. Giovanni Boccaccio fu ben accolto alla corta di Roberto II d’Angiò, stringendo amicizie con giovani eleganti e spensierati, i quali lo consideravano uno di loro. Sebbene la differenza non venisse notata, Boccaccio fin da piccolo visse una sorta di complesso di inferiorità, diffondendo egli stesso, una leggenda sulle proprie origini nobiliari francesi. 

Fu a Napoli che lo scrittore osservò attentamente le differenze dei singoli individui, concetto che espresse a pieno nel Decameron. Tra le sue opere, caratteristiche di questo momento della sua vita, vi sono: La caccia di Diana, il Teseida e Il Filocolo, è proprio qui, che descrisse l’incontro con una donna, che indicherà con lo pseudonimo di Fiammetta, prendendo come esempio l’incontro tra Dante e Beatrice. Si pensa che Fiammetta sia stata la figlia del re, inizialmente sembrava ricambiare l’amore dello scrittore, ma in seguito lo abbandona, alimentando in Boccaccio un astio nei confronti delle donne, che fin a quel punto non era nemmeno contemplato. Lo scrittore immaginò che Fiammetta abbia scritto una lunga lettera alle donne innamorate, superando i limite dell’amore cortese imposti dagli stilnovisti. 

La peste

Costretto a seguire il padre fece ritorno a Firenze, dove nel 1348 scoppiò un epidemia di peste, descritta nel Decameron, un’opera composta da cento novelle, portatrici di una società legata a nuovi valori etici, riuscendo a collegare il comico, il serio e persino il tragico, osservando la realtà come un osservatore divertito. Le novelle raccontano di dieci giornate durante le quali dieci giovani narratori, si rifugiano in una villa fuori città per sfuggire alla peste, per poter raccontare ogni giorno una storia diversa a seconda della tematica diversa.

Boccaccio

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Quando il padre morì, Giovanni fu costretto a stabilirsi regolarmente in città, abituandosi allo stile borghese. La perdita delle persone care intorno a lui come i suoi tre figli gli provocarono un profondo turbamento, inducendolo ad un riflessione spirituale. Dieci anni dopo lo scoppio della peste, iniziò una forte amicizia con Petrarca, tanto da scrivere alcuni testi in latino ed a dedicare la scrittura, non più per diletto, ma come impegno morale e religioso. 

L’impegno religioso

È nel 1360 che prese gli ordini sacri, come consolazione che la sfera sentimentale gli aveva negato. Due anni più tardi si stabilì a Certaldo per dedicarsi completamente agli studi e alle composizioni, per poi morire povero il 21 settembre 1375.