Artificial Typography: ecco il primo libro fatto da un’Intelligenza Artificiale

Artificial Typography: ecco il primo libro fatto da un’Intelligenza Artificiale

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Quando si parla di Intelligenza Artificiale, il pubblico si divide tra l’approvazione entusiastica e la feroce condanna. In effetti, le implicazioni sulla nostra vita quotidiana sono infinite e il potenziale dell’A. I. può essere implicato in molte situazioni lavorative che, con il tempo, potrebbero anche sostituire l’essere umano in determinati ambiti. Tuttavia, nulla prenderà davvero il posto della creatività umana, anche se si può dire che due grafici, Andrea Trabucco-Campos e Martìn Azambujas, ci hanno provato. È nato così Artificial Typography.

Artificial Typography - Tanadori Yokoo
La lettera Y fatta secondo lo stile psichedelico di Tanadori Yokoo

Fonte della foto: Frizzi Frizzi

Che cos’è Artificial Typography?

Artificial Typography è il primo libro fatto interamente da un’intelligenza artificiale. Trabucco-Campos e Azambujas erano da tempo incuriositi sulle implicazioni dell’applicazione delle A. I. in ambito grafico e tipografico. Hanno deciso di sperimentare, quindi, domandando all’intelligenza artificiale Midjourney, sviluppata dall’omonimo laboratorio di ricerca, di illustrare loro le resa delle lettere dell’alfabeto come se fossero dipinte dai più famosi artisti di fama mondiale, passati e presenti.

Il risultato è questo volume di 60 pagine, che raccoglie in sé tutte le lettere dell’alfabeto dipinte secondo lo stile di artisti come Henri Rousseau, Pablo Picasso, Claude Monet e Paolo Uccello.

Non solo, anche la copertina è stata progettata dai due grafici insieme a Midjourney, in modo che richiamasse la Stele di Rosetta.

Artificial Typography è stato posto sotto il progetto editoriale Vernacular, presso cui è possibile anche l’acquisto.

Artificial Typography - Henri Rousseau
Lettera R scritta secondo lo stile di Henri Rousseau 
Fonte foto: Print Magazine

L’uomo e le macchine: la convivenza è possibile?

Sembra il classico dilemma che esce fuori ogni volta che si nominano le A. I.. Secondo gli autori di Artificial Typography, la componente umana non corre alcun pericolo: le intelligenze artificiali rispondono a input dati da uomini e donne. L’uomo, quindi, è di vitale importanza per il funzionamento delle A. I., e la sua creatività e adattabilità è impossibile da imitare. Beh, almeno per ora!

Ciò non toglie, comunque, che il risultato di questa collaborazione tra uomo e macchine sia davvero straordinario!




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