Fonte foto: Laura Solieri
Il giornalismo, nella sua vocazione più autentica e coinvolgente di indagine umana, condivide con la poesia uno sguardo attento verso la vita. Ma diversi e interessanti sono i possibili punti di intersezione tra queste due sfere: ascoltiamo direttamente le parole di Laura Solieri, impegnata da anni nell’attività giornalistica e culturale, con una spiccata sensibilità per la dimensione sociale e l’arte.
L’intervista
Laura Solieri (Carpi 1985), giornalista pubblicista, scrive per la Gazzetta di Modena, Vita.it e lavora come ufficio stampa e comunicazione del Centro Servizi Volontariato Terre Estensi e dell’associazione Porta Aperta di Modena. È autrice delle raccolte di poesia Bosco85 con i disegni di Andrea Chiesi e Mezzi di contrasto con le fotografie di Alessandro Mescoli e le sue poesie sono pubblicate in diverse antologie e cataloghi di mostre d’arte. Con Edizioni Artestampa ha pubblicato il libro per bambini Ottavio e il bullone magico con le illustrazioni di Monica Morselli e il libro Argini Margini con le fotografie di Luigi Ottani e la prefazione di don Luigi Ciotti. È moderatrice di incontri pubblici e organizzatrice di eventi culturali (ha curato, tra gli altri, mostre d’arte contemporanea anche all’interno di grandi eventi come il Festival Filosofia).
Come ti sei avvicinata alla tua professione e, in generale, alla scrittura?
“Mi è sempre piaciuto scrivere e leggere, sono grata a mia madre – che è stata maestra – di avermelo insegnato a fare già prima che iniziassi le scuole elementari. La professione di giornalista, come molte altre, richiede una grande propensione all’ascolto ed estrema attenzione verso chi e cosa ci circonda, per interpellare e raccontare la realtà nella maniera più esatta ed empatica possibile. Sono questi gli aspetti che mi hanno fatto avvicinare al giornalismo, grazie alla passione per la scrittura (forma di comunicazione da me prediletta) e per la lettura (coltivata in modo onnivoro sia nel tempo libero sia per lavoro), che a loro volta mi hanno insegnato la precisione, il rigore del contenuto e la consapevolezza della vastità delle prospettive. Poi c’è la passione per la poesia, dove la scrittura è come il profumo del calicanto in inverno: mi aiuta ad orientarmi nel giardino ancora addormentato.”
Cosa ti trasmette, di volta in volta, il dialogo con diversi autori e autrici?
“Mi occupo soprattutto di cultura e sociale, spaziando tra storie e testimonianze di grande valore intellettuale ed umano. Intervistare personaggi noti al grande pubblico (scrittori, cantanti, attori, registi…) così come volontari e, in generale, cittadini impegnati negli ambiti più diversi, è per me molto stimolante. Il dialogo e il confronto con mondi così diversi mi trasmettono conoscenza, gioia, senso di responsabilità verso l’altro da noi stessi, e mi permettono di esercitare quotidianamente l’arte di domandare e ascoltare risposte, che mi ricorda quanto sono importanti l’umiltà e la gentilezza.”
La tua ricerca giornalistica si esprime non solo nella denuncia, ma anche in una particolare attenzione verso le belle notizie: che significato ha per te condividere tasselli di costruzione?
“Significa creare situazioni, connessioni, occasioni di incontro tra persone e contesti che magari non si sarebbero mai intercettati a vicenda. Le belle notizie sono materia delicata e più silenziosa di quello che sembra, ma non per questo meno abbagliante: sono nei traguardi, individuali e collettivi, del quotidiano; nelle passioni che coltiviamo con ostinazione e ci fanno sentire vivi; nella rincorsa mai banale verso una meta di contentezza. Vanno raccontate, secondo me, senza troppi fronzoli e fuochi d’artificio ma piuttosto con la grazia e la ricercatezza che spesso le contraddistinguono.”
Secondo la tua esperienza, in quanti modi la poesia può avere una dimensione attiva nel sociale?
“In tutti i modi che vogliamo. Se ci pensiamo, il cosiddetto ‘sociale’ siamo tutti noi, con le nostre attitudini, paure, competenze, malattie, risorse. La poesia interroga, sprona, placa, incendia, ed è capace di manifestarsi in forme inaspettate quando interagiamo tra esseri umani. Se la vediamo così, ogni occasione di confronto, se onesta e sentita, è capace di riservare un posto d’onore alla poesia.”
Come dimostra la silloge “Mezzi di contrasto”, con le fotografie di Alessandro Mescoli, il tuo percorso abbraccia una visione artistica interdisciplinare: quali collaborazioni hanno valorizzato questa apertura?
“Ho sempre provato attrazione per la fotografia e la pittura. Insieme alla parola, rappresentano per me un ‘pronto soccorso d’immaginazione’ dove cerco ricovero spesso e volentieri, per affrontare e capire meglio le cose del mondo. La collaborazione con artisti e professionisti che stimo, alle cui opere ho affiancato mie poesie (nella forma libro/catalogo d’arte e in eventi espositivi), mi ha permesso di coniugare la passione per i diversi linguaggi artistici che ho citato con la volontà di condivisione e confronto che caratterizza il mio percorso. In questo senso, i lavori con Mescoli, Luigi Ottani, Andrea Chiesi, Monica Morselli, riportati nella mia biografia, segnano tappe importanti di crescita umana e professionale.”
Quali elementi tracciano connessioni profonde tra i tuoi versi e la scrittura giornalistica?
“È tutto molto collegato: la scrittura giornalistica mi aiuta a scomporre la realtà e ad assorbire, trattenere, ciò che sta dietro – in termini di pensiero e sentimento – ai tanti fatti da me trattati, che per ragioni di spazio ed esigenze di cronaca non può (e spesso non deve nemmeno) essere riportato in un articolo. Questo ‘capitale umano’ è fonte di ispirazione per i miei versi, dove il mio sentire poetico trae stimolo e spunti di riflessione profondi dalle vite che racconto per lavoro.”
Salutiamo i lettori di Hermes Magazine con una tua poesia!
DOPO LA FESTA
La dedizione è oro da portare avanti.
Nel lavoro ben fatto
lo splendore è lento,
la fatica assicurata,
e nell’occhio stanco e pieno
si misura un centimetro di giorno alla volta
di svolta.
Quando ne è valsa la pena
arriva silenziosa la ricompensa,
in bocca quel sapore di giusto, raro e centellinato,
e in quel sentirsi gruppo
tra vite scelte e conquistate
è cena,
per spartirsi il pane guadagnato.
Laureata in Lettere moderne all’Università di Bologna, collaboro con il Poesia Festival e sono redattrice di «Hermes Magazine» e di «Laboratori Poesia». I miei versi sono stati selezionati nello spazio La bottega di Poesia de «La Repubblica» (Bologna, maggio 2019), nell’Almanacco «Secolo Donna 2022» (Macabor Editore 2022), in vari concorsi poetici e per riviste on line. Nel 2020 ho pubblicato la mia prima raccolta di poesie, Cosa resta dei vetri (Corsiero Editore), e nel 2023 ho curato l’antologia Il grido della Terra (Macabor Editore).