La Figlia della Luna: quando esoterismo e magia si incontrano

La Figlia della Luna, scritto da Aleister Crowley nel corso del 1917, vede la sua prima pubblicazione nel 1923 è un romanzo dove i riferimenti esoterici e la pratica magica spadroneggiano. Si tratta di una lettura ricchissima di simbologia e per chi conosce l’autore, anche solo per sentito dire, non fatica a crederlo.

Aleister Crowley

Vediamo come mai non sorprende il contenuto del romanzo se si conosce chi lo ha scritto. Edward Alexander Crowley nasce a Leamington nel 1875 e frequenta il Trinity College a Cambridge. Negli anni del college cambia il suo nome in Aleister e inizia la sua vita da scrittore bohémien. Collabora con Rodin, scrive romanzi e poesie mentre da vero avanguardista lotta per l’uguaglianza. Nel tempo libero gioca a scacchi, si dedica al giornalismo e all’esplorazione. Quest’ultimo passatempo lo sviscera in direzioni diverse, esplora il territorio, le droghe, le dimensioni e l’occultismo. Oggi chi lo ricorda ne ha memoria proprio per questo anche un po’ a discapito della sua capacità come autore. Certo è complesso essere ricordato per i propri romanzi quando si è uno dei fondatori attivi dell’Ordo Templi Orientis ed autore di un volume come il Magick.

La Figlia della Luna

Questo romanzo, scelto per la nostra full immersion tra i romanzi esoterici, non è l’unico romanzo di Crowley, ma si tratta di quello che è passato alla storia come un vero e proprio bestseller e che fonde alla perfezione magia e surrealismo. Il testo infatti si può leggere in due chiavi totalmente opposte, come romanzo capace di trasportarti in un altra dimensione o come vero e proprio manuale propedeutico per scegliere se seguire o meno la via della Thelema. Non è semplice scegliere in questo caso quali chiave di lettura sia il caso di dare ma ci sono alcuni punti della storia sui quali, se ci si sofferma con un po’ di attenzione, che aiutano a capire meglio questo testo. La trama ha una struttura molto semplice, alcuni uomini sono intenzionati a creare un grande rituale capace di dare vita alla Figlia della Luna. Il più attivo in questa impresa è il signor Cyril Gray che trova la perfetta chiave per la riuscita del progetto in Lisa La Giuffria. Ad aiutarli c’è il Maestro Simon Iff. Quest’ultimo non è solo un punto di riferimento per i due protagonisti ma lo è anche per il lettore e saranno sue le parole che andremo a vedere insieme. Ovviamente ad ostacolare il tutto ci sono degli antagonisti che non sin da principio non si fanno problemi nel ricorrere a bassezze di ogni sorta per evitare che l’intento di Cyril possa diventare una realtà concreta.

Oggettificazione o destino?

Sin dalle prime pagine è giusto porsi la domanda se quello tra Cyril e Lisa sia o meno un legame karmico. Ciò che c’è di sicuro è che si sa che lei è il veicolo e che Lisa riconosce immediatamente in Cyril la sua metà nonostante sia totalmente digiuna di tutto ciò che riguarda la consapevolezza che si acquisisce attraverso lo studio e la pratica occulta. Cyril Gray e Simon Iff però mettono le mani avanti spiegando a Lisa che deve essere lei a scegliere di sua volontà. Indotta o volontaria e davvero voluta ma deve essere Lisa a scegliere. Durante le prime micro lezioni che Simon Iff impartisce alla ragazza porta Lisa a conoscenza del genio, del dominio sull’Amore e sulla non azione. Sulla base di quello che impara Lisa sceglie di portare avanti la missione di Cyril e sono le cose sulle quali ci soffermiamo anche qui, sceglierete poi da voi se approfondire con la lettura del romanzo.

Il Genio

Nella primissima parte del romanzo, quando Lisa e Cyril si incontrano per la prima volta, Lisa segue come un cagnolino fedele la ballerina Lavinia King. Lavinia è un personaggio abbastanza anonimo, una persona viziata e volubile incapace di far valere le proprie ragioni senza attingere a piene mani da un vocabolario decisamente poco decoroso. Quando sale sul palco però tutto cambia, da sciatto essere umano diventa la più deliziosa delle danzatrici. Simon Iff spiega a Lisa che ad attrarre la ragazza non è Lavinia ma il Genio che ha scelto Lavina come mezzo per esprimere la massima espressione della danza. Così la sensibilità innata di Lisa non è attratta da Lavinia ma dall’entità che la guida quando la danzatrice è sul palco. In questo modo davvero magistrale Crowley introduce in modo semplice un concetto ben più ampio e articolato, dando modo ai lettori di conoscere qualcosa di cui sono quasi sicuramente digiuni.

C’è amore e Amore

Prima che Lisa prenda la sua decisione, Simon Iff mette in guardia e dà una strigliata alla ragazza riguardo a ciò che muove gli intenti e quindi la vita della protagonista, in questo caso lo scambio di parole tra LIsa e Simon Iff sono perfette così come sono state scritte ed è così che le riporto qui:

“Sono abbastanza pazza da compiere un salto nel buio […] ma non è buio, quando la lampada è l’Amore” […] “Si guardi dall’amore!” […] “L’amore è un fuoco fatuo, e aleggia su acquitrini e tombe; è soltanto una sfera luminescente di gas velenoso. Nel nostro Ordine, noi diciamo: Amore è la legge, amore sotto il dominio della volontà. La volontà è il supporto di ferro. Vi fissi l’amore, e avrà un faro, e la sua nave tornerà sana a salva in porto!”

L’utilizzo della lettera maiuscola per distinguere le due tipologie di amore è sostanziale. Simon Iff prende l’amore con la “A” maiuscola di Lisa e lo trasforma in un amore minore. L’amore di Lisa non è inferiore è solo veicolato in modo che renda Lisa subordinata ad una situazione e mossa da una persona. Questo modo di amare mette Lisa alla mercé di chi riceve il suo amore. Comportandosi in questo modo è Lisa stessa a sminuire l’importanza dell’amore che porta. Si tratta di una questione molto seria, poiché una persona che ragiona così impedisce alla propria volontà di trovare la strada per palesarsi e quindi poter essere messa in atto. 

La non azione

 Il superamento degli ostacoli è un altro punto focale del credo che Aleister Crowley professa e nel romanzo ci sono due vie, tra di loro opposto, di affrontare gli ostacoli. C’è la via di Cyril Grey che è fatta di azione, conseguenza e distruzione e poi c’è la via Simon Iff. Quest’ultima via è quella detta del Tao ed è caratterizzata dalla non azione. La non azione non è lo stare fermi in modo passivo ma è trovare il modo di arrivare al proprio fine senza che nessuna volontà venga violata. Attraverso la pratica della non azione è possibile una crescita spirituale in costante salita ma che può trovarsi ad avanzare molto lentamente. Uno degli esempi di non azione nel romanzo porta Simon Iff a veicolare e trasformare l’energia attraverso alcuni versi de Il libro del cuore cinto del serpente. Anche in questo caso l’autore sta suggerendo al lettore attento come muoversi oltre le pagine de La Figlia della Luna. 

In conclusione 

Questo non è che la punta più esterna del sapere racchiuso all’interno di questo libro che non può mancare nella biblioteca personale di chi studia ed esplora le dimensioni che ci circondano e nelle quali siamo immersi anche quando non le si conosce.