Paola Barbato: da Dylan Dog agli Horror per ragazzi

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Fonte foto: Contorni di Noir

Paola Barbato è una sceneggiatrice, fumettista e scrittrice italiana. Ormai conosciuta e apprezzata anche all’estero, si distingue – oltre che per l’enorme talento – per il modo in cui interagisce con la community composta dai suoi fan.

Lo so, oggi dire che un personaggio pubblico si mostra senza filtri sui Social Network non fa più scalpore, perché siamo abituati a un modus operandi differente rispetto al passato: vip e persone note si espongono e comunicano 24 ore su 24 su tutte le piattaforme di comunicazione possibile, montando  brevi video (le stories su Instagram o i Tiktok) e pubblicando affermazioni esilaranti, pensieri personali, post sarcastici.

Tuttavia, non è questo che caratterizza l’approccio dell’autrice: si tratta piuttosto di un rapporto confidenziale (oserei dire intimo) con i suoi lettori, un reciproco scambio di idee e opinioni, consigli e supporto.

Ma andiamo a ritroso nel tempo per capire qual è stato l’esordio di questa grande mente creativa.

Paola Barbato

Fonte foto: Wikipedia

Gli inizi

Paola Barbato ha iniziato a scrivere da bambina, senza pensare inizialmente di farne un mestiere. Per moltissimi anni i suoi scritti sono rimasti privati, senza il desiderio a monte di renderli fruibili a un pubblico. Diventata adulta, ha però deciso di seguire i consigli di chi le stava intorno e quasi subito è riuscita ad entrare nel mondo del lavoro, diventando la sceneggiatrice di Dylan Dog per la Sergio Bonelli Editore. Ciò ha dato vita al suo primo soggetto all’interno dell’albo di Groucho, ovvero Il cavaliere di sventura. A questo sono seguite diverse pubblicazioni tra cui, nel 2007, l’esordio in prosa con Bilico per la Rizzoli. Nel tempo ha continuato a scrivere e pubblicare romanzi di genere thriller/noir.

Non ti faccio niente, inizialmente snobbato dalle case editrici

Come raccontato dalla stessa scrittrice, tra il 2013 e il 2016, alcune sue storie sono stare respinte dalle case editrici, perché avrebbero preferito che lei facesse delle modifiche importanti ai manoscritti. Le sue parole:

“A queste case editrici sono stata presentata da figure professionali che hanno portato il mio curriculum prima e me poi. Tutte le case editrici hanno detto che sì, avrebbero anche voluto me, ma per farlo dovevo cambiare qualcosa nelle mie storie. La protagonista, l’ambientazione, il tono. E io ho detto di no, perché del fatto che potessero volere me non me ne fregava nulla. Io non sono più importante dei miei libri, quando l’autore è più importante dell’opera può finire solo a schifo.”

Così, convinta del valore delle sue idee, nel 2016 ha deciso di pubblicare un romanzo a puntate su Wattpad, coinvolgendo numerosi utenti, interagendo con loro e commentando i loro feedback. Inutile dire che il successo è stato immediato, portando solo nei primi mesi oltre tremila lettori e attirando l’attenzione di Francesca Lang, editor di fiction italiana per Piemme.

Paola Barbato

Fonte foto: Ibs

La pluralità d’ingegno

Barbato possiede la rara capacità di piegare e modificare il suo stile a secondo del destinatario: nel 2019 ha di nuovo sfidato sé stessa, pubblicando per la prima volta un libro per ragazzi. Si tratta de Il ritornante, edito da Il Battello a Vapore. Si tratta di un horror in cui il protagonista deve fare i conti con il proprio gemello selvaggio. L’età di lettura consigliata è dai 10 anni.

Successivamente per lo stesso editore ha scritto anche Il diario del giorno dopo e Il rifugio segreto. Tutte le storie hanno delle illustrazioni all’interno e, come accaduto per gli altri lavori di cui si è occupata, i commenti sono stati entusiasti.

 

I premi

Quello che colpisce di Paola Barbato è la trasparenza. Lei non si mostra, è. Senza apparenti strategie di comunicazione, ha fatto della vulnerabilità il suo più grande pregio. Già in tempi non sospetti, quando ancora non era di moda mostrare i propri lati fragili, lei aveva già deciso di essere semplicemente sé stessa. Tra i riconoscimenti ricevuti dall’autrice, ricordiamo il Premio Scerbanenco nell’aprile del 2008 per il romanzo Mani nude e il Premio Gran Guinigi nel 2013 in qualità di miglior sceneggiatrice dell’anno.


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