E anche la seconda serata di Sanremo è andata. Volano oltre il picco della prima sera gli ascolti che, è chiaro, seguono un andamento inversamente proporzionale alla media delle canzoni. Un alternarsi di pezzi modesti, in cui spicca qualche perla rara. Checco Zalone fa da intermezzo, portando la versione dell’italiano medio ora nelle vesti del virologo, ora nel rapper Ragadi. Ok, ma dopo dieci minuti e anche meno ti parte anche il roll eye da meme per le volgarità. Menzione speciale per Lorena Cesarini: messaggio da impatto ed emozione sincera hanno riempito retroattivamente il vuoto cosmico della sera prima (quello della Muti per intenderci). Ma passiamo agli artisti in gara.
Sangiovanni – voto 5
Da Malibu triplo platino alla Farfalle sanremesi, con il nome della fidanzatina al collo. Di rosa vestito e smaltino come generazione Z comanda, Sangio ha affermato che avrebbe portato una canzone “all’apparenza scemissima e allegra“. Sicuro solo all’apparenza?
Giovanni Truppi – voto 7
“Vai, che hanno fatto il tuo nome” gli avranno detto e lui dal camerino avrà preso la prima canotta a portata di mano per scendere le scale dell’Ariston. Diceva che se non fosse stato agitato allora gli sarebbe andata male. In realtà, certi testi vincono ogni tipo di scaramanzia. Da ascoltare ad occhi chiusi, non la versione live di ieri sera, magari immaginandoci Truppi in T-shirt o perlomeno più vestito. Poi mi direte.
Le Vibrazioni – voto 6
Il cosiddetto “ruock” (lo possiamo dire o cadiamo nel loop de “il vero rock era solo negli anni ’70?”) torna all’Ariston con Sarcina. Resa dal vivo non soddisfacente, il pezzo è una canzone delle Vibrazioni. Niente di nuovo, niente di più.
Emma – voto 5
Michielin si è proposta come direttore d’orchestra ed Emma ha accettato. Davide Petrella firma il pezzo e lei è felice per l’ennesimo messaggio pseudofemminista che può mandare; la vedi carica rabbiosa e fiera soprattutto al momento di “Sante o puttane?” accompagnandosi con un gesto evocativo. Tutto molto fine, quasi quanto le calze che intravediamo dallo spacco vertiginoso. Al “Mi dicevi sempre come sei bella” ti aspetti la Bertè che fa capolino sul palco.
Matteo Romano – voto 5
“Matteo chi?” Diranno i pochi rimasti che non hanno ceduto al vortice infernale di TikTok. Giovanissimo, vocalità apprezzabile, pezzo pop che sembra del decennio scorso. Gioca con questo titolo che fa abbastanza paura. Di Virale ci auguriamo non siano le varianti, ma quasi quasi neanche questa canzone.
Iva Zanicchi – voto 6
Un paio di anni fa si propose con un pezzo che non risultò neanche nella lista degli esclusi. Ma Iva è una che non si lascia abbattere, neanche da una caduta il giorno prima di ritornare sul palco di Sanremo. Ti si crea nella mente l’immagine di una 82enne al passo coi tempi. Poi, però, parte la musica, inizia a cantare, segue un assolo di chitarra che forse non sentivamo dagli anni ’90. Ad ogni acuto vedi alzarsi un cumulo di polvere dal giradischi. La canzone è indubbiamente più âgée di lei.
Rettore e Ditonella piaga – voto 8
Ero ad un punto critico della serata, mi sono svegliata con una “Chi chi chi Chimica“ esplosiva tra la Rettore-Crudelia pazza col botto (sul web tutti pronti a mettere in salvo i dalmata in circolazione) e la sua discepola Ditonellapiaga. Ti viene voglia di fare serata con loro. Divertenti.
Elisa – voto 7 e mezzo
Luce (Tramonti a nord est), 21 anni dopo. Il bianco è lo stesso. Quanto speravamo in un abbandono di sonorità di convenienza, a favore di questa o quella collaborazione per una ritrovata identità? Poteva fare di più, ma eccola, Elisa è tornata.
Fabrizio Moro – voto 4
Due volte vincitore, da nuova proposta a big in coppia. Ha scritto un film e ne ha fatto ovviamente la colonna sonora, diventato così il pezzo di Sanremo. All’intro al piano già ti crollano le braccia. Apro Instagram e leggo “Moro è unico, è un poeta!”. Si, ma voi l’avete mai visto sorridere sto povero cristo? Chiudo i social, abbandono la nave. Almeno mi sgranchisco le gambe in quei minuti.
Tananai – voto 6
Stonature più che diffuse. Forse per smorzare l’agitazione si è detto “ma sì, buttiamoci, come va, va“. E infatti, non è andata. Ma a una certa ora premiamo l’intenzione ed il motivetto catchy. Alberto se la ride per tutti e 3 i minuti di stecche, buon per lui.
Irama – voto 7
Dopo la maledizione del covid che l’ha costretto in una camera d’albergo per tutto il festival lo scorso anno, questa volta torna con un centrino gentilmente preso in prestito dalla tavola della nonna. Ma voi la ricordate “Nera/come la tua schiena/vestita da sera“? Sembrerebbe impossibile ma è sempre lui, solo in una versione più seria, con un innegabile potenziale radiofonico.
Aka7even – voto 6 e mezzo
Loca è un’eco lontanissima nei lidi desolati. E zitto zitto Aka7even risorge dalle spiagge degli aperitivi di agosto per rinascere in una versione pop e fortunatamente meno latineggiante. Stupisce la vocalità e la convinzione con cui tiene il palco.
Highsnob e Hu – voto 6 e mezzo
Si parla di una relazione tossica. Viene in mente, date le recenti polemiche, che la relazione di cui si canta sia quella tra Highsnob e Junior Cally. Poi, questo cantarsi in faccia tenendosi per mano fa tanto Coma Cose 2021, la versione più cheap, però. Merita senza dubbio qualche ascolto in più.
Gli ospiti
Laura Pausini, la solita. Una piccola stonatura, “è l’emozione dell’Ariston” dirà lei, anzi lo ribadirà talmente tanto che poi manco ci credi più. Poi entra Mika, quel prezzemolino che ci piazzano in ogniddove, il secchione di turno che non smette mai di ricordarti che lui italiano non è ma parla meglio di te, così come l’inglese il francese e, chi può dirlo, anche il greco antico. Poi tra l’orchestra, compare Cattelan e si compone così il fantastico trio dell’Eurovision Song Contest.
Nel frattempo, al largo delle coste sanremesi, una Rose un po’ più in là con gli anni (Oriettona nazionale) accoglie sul Titanic/Costa Ermal “Metal” per ricordarci del suo cuore a sonagli. Apprezzabilissimo il racconto di Ragadi, il rapper che porta sul palco la realtà e la sofferenza della vita da poco ricc..ah no, non era serio. Peccato.
La serata si chiude ad un orario inaspettatamente accettabile. “Ti sei commosso?” chiede Amadeus a Checco Zalone. “No è che qua piangono tutti”. Forse lo fanno per il Fantasanremo, aggiungerei.
Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.