Progetto “Hutub Hurra. Libri a porti aperti”

Progetto “Hutub Hurra. Libri a porti aperti”

Hutub Hurra vuol dire “libri a porti aperti” ed è un progetto che nasce dal triste presupposto che in Italia i detenuti e le detenute stranieri sono più di un terzo del totale, la cui gran parte proviene dal Maghreb. L’Associazione Lina Ben Mhenni – l’attivista protagonista della Rivoluzione dei Gelsomini – di Tunisi si è incaricata di portare libri in lingua araba dalla Tunisia all’Italia, destinandoli a detenuti arabofoni delle carceri italiane. Libri che saranno un baluardo di cultura, ma anche di quel principio previsto dall’art. 27 della Costituzione secondo il quale la pena detentiva deve essere orientata alla riabilitazione, perché la privazione della libertà non può e non deve coincidere anche con la privazione della cultura.

Libri grazie ai quali si faranno attività di formazione e che soprattutto si faranno carico di prevenire due dei massimi problemi del sistema carcerario: la radicalizzazione dei detenuti e la loro totale esclusione sociale.

L’associazione Lina Ben Mhenni

Da diversi anni l’Associazione Lina Ben Mhenni raccoglie donazioni di libri di letteratura araba laica destinati ad arricchire le biblioteche delle carceri tunisine. Finalmente da oggi quei libri attraverseranno il Mediterraneo con l’Associazione “Un Ponte Per per raggiungere i detenuti arabofoni che fino ad ora avevano a disposizione solo il Corano.

A inizio Maggio sono stati già 160 i primi libri in lingua araba consegnati ai detenuti presenti nel carcere di Livorno. Seguirà Pisa e le altre prigioni toscane in cui opera il Polo Universitario Penitenziario dell’Università degli Studi di Firenze.

La collaborazione tra l’Associazione Lina Ben Mhenni e Un Ponte Per ha ridato una seconda vita a questi libri con un viaggio attraverso il Mediterraneo.

Il progetto si prefigge di ripensare lo spazio mediterraneo come un luogo di connessione, scambio culturale e cooperazione per la pace dei popoli.

Progetto Hutub Hurra

Al progetto collaborano, inoltre, l’Associazione Mangwana e l’Associazione Controluce grazie alla quale c’è speranza di estendere l’ingresso dei libri anche nel carcere pisano.