Nasce la mozzarella di bufala prodotta in Alto Adige

Nasce la mozzarella di bufala prodotta in Alto Adige

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Da oggi la mozzarella di bufala viene prodotta anche in Alto Adige. Un progetto arrivato in porto grazie a Omar Signori e Denis Plazzer, i primi produttori altoatesini di mozzarella artigianale con la loro azienda casearia “Amò”. Prodotta senza dover acquistare il latte fuori regione, la mozzarella altoatesina è un prodotto completamente “made in Südtirol”, grazie a una famiglia di allevatori che ha deciso di allevare le bufale sull’Altopiano del Renon.

Simon ed Elisabetta Döwe, una giovane coppia, che vive e lavora a Untermigler Hof, a Soprabolzano, ha dato ospitalità a cinque giovani bufale. Dopo due anni sono nati i primi vitellini. E poi la sfida di lavorare il latte di bufala per trasformarlo in mozzarella.

L’incontro con il marchio “Amò”

Il caseificio Amò, infatti, detentore della necessaria esperienza, ogni settimana fa analizzare il latte e poi avvia la produzione. Niente alimentazione forzata o integratori specifici per queste bufale, si punta sulla qualità per una produzione che, negli intenti, rimarrà piccola ma di alto livello. Si aggiunge quindi una nuova eccellenza alimentare al già ricco panorama gastronomico sudtirolese.

La nascita del caseificio Amò

Il caseificio Amò nasce nel 2017 dalla passione per il cibo genuino che unisce i soci fondatori: Omar Signori, Denis Plazzer, Stefania Luna ed Enrico Signori. L’idea: unire i punti di forza di due realtà geografiche, utilizzare il latte eccellente dell’Alto Adige e trasformarlo secondo la tradizione casearia mediterranea.

Bufale in Alto Adige

Con il progetto “Bufale in Alto Adige” si aggiunge anche la mozzarella di bufala ai prodotti del Caseificio Amò. Mozzarella di bufala realizzata da latte biologico di bufale del territorio altoatesino.

Anche l’Assessore all’Agricoltura Arnold Schuler sottolinea il valore del progetto:” È una nuova opportunità per il nostro territorio, un nuovo prodotto che possiamo introdurre nell’economia circolare territoriale che valorizza le risorse che abbiamo a disposizione. Infatti i prodotti di nicchia stanno diventando sempre più importanti per il nostro territorio. Dobbiamo puntare alla regionalità”.


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