Fonte foto: cityroma.com
Sulle splendide rovine dell’antico Teatro romano di Benevento si è svolta, giovedì 10 giugno, la seconda fase della settantacinquesima edizione del Premio Strega, nella quale sono stati selezionati i cinque finalisti che l’8 luglio si contenderanno l’ambito traguardo. Quest’anno sono ben tre donne ad accedere alla fase finale del premio, contro la sola presenza di Valeria Parrella del 2020. Già nella fase precedente, svoltasi il 21 marzo, che aveva visto la selezione di dodici autori tra i sessantadue titoli proposti, aveva prevalso l’elemento autobiografico, con una leggera diffidenza verso il romanzo di intreccio e quello – ormai d’abitudine – di genere. L’attenzione è stata posta anche sull’età dei selezionati, che si è dimostrata questa volta variegata, e sul carattere geograficamente locale – se non addirittura rionale in alcuni casi – dell’ambientazione delle storie. Si tratta perlopiù di storie di donne in quanto madri, figlie, bambine senza infanzia o adolescenti solitarie, e del rapporto difficile con le loro famiglie, analizzando nello specifico lo svolgersi della vita domestica in tutte le sue sfaccettature moderne. Nella cinquina che si è delineata in modo evidente giovedì scorso – vi è stato, infatti, un distacco netto di voti tra la quinta e la sesta posizione – tali elementi sono stati riconfermati. L’evento si è svolto in diretta tv, su Rai Play e Rai Cultura, ed è stato condotto da Gigi Marzullo. Alla votazione ha preso parte il 90% (600 su 660) degli aventi diritto, e non sono mancati dei colpi di scena.
I cinque finalisti
Quest’ anno i finalisti sono tre donne e due uomini, con tre romanzi e due libri autobiografici. A guidare la classifica è Emanuele Trevi con Due vite (Neri Pozza), che ha guadagnato ben 256 preferenze. Subito dietro si posiziona Edith Bruck, con Il pane perduto (La Nave di Teseo), ottenendo 221 preferenze e aggiudicandosi anche il Premio Strega Giovani. In terza posizione troviamo Donatella Di Pietrantonio con Borgo Sud (Einaudi), con 220 voti. Giulia Caminito, con L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani), conquista il quarto posto (215 voti) e chiude la cinquina Andrea Bajani, con Il libro delle case (Feltrinelli), con 203 preferenze. Un elemento che risalta in questo elenco è senza dubbio l’assenza di un titolo Mondadori (Teresa Ciabatti, con Sembrava bellezza, ha ottenuto soltanto 139 voti), e vi è stato un certo rammarico anche per la mancata riconferma del romanzo di Lisa Ginzburg, Cara pace (Ponte alle Grazie), che è arrivato alla sesta posizione pur con una notevole differenza di voti (141) rispetto al romanzo di Bajani.
Le storie
Addentrandoci più nel dettaglio nei libri selezionati, possiamo scoprire una grande attenzione dedicata alle tematiche attuali.
– Nel suo libro (Due vite), Emanuele Trevi racconta in modo innovativo le vite, apparentemente opposte, di Rocco Carbone e Pia Pera (sempre proteso all’attacco l’uno, remissiva e dall’aspetto delicato l’altra), ridisegnandone i contorni. In questo rapporto dicotomico tra le due personalità, vi è un punto di incontro, che li tiene uniti da un legame trasparente e felice: l’amicizia.
– Il pane perduto è un romanzo autobiografico che parla di Edith Bruck, nata nel 1931 da una famiglia ebrea di origini ungheresi e naturalizzata italiana. Dopo aver superato l’incubo della deportazione, arriva nella penisola, dove trova stabilità e inizia il lungo processo di determinazione della propria identità attraverso la scrittura. L’autrice, ormai novantenne, alla quale è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella, ha anche vinto l’ottava edizione del Premio Strega Giovani con 65 preferenze su 416 voti. Edith Bruck è stata infatti designata da una giuria di studenti tra i 16 e i 18 anni provenienti da oltre 60 scuole secondarie superiori, distribuite in Italia e all’estero.
– Borgo Sud parla dell’omonima zona marittima della città di Pescara, dove la protagonista del romanzo si trasferisce dopo un lungo viaggio avuto inizio in Francia. Scopo del viaggio è di fare chiarezza sul passato e ricongiungersi finalmente con esso. Dopo L’Arminuta, Donatella di Pietrantonio torna con una nuova storia sulle famiglie e le crepe che si possono creare al loro interno.
– Nel romanzo di Giulia Caminito, il lago di Bracciano sembra essere lo specchio magico di Gaia, una delle protagoniste del romanzo, figlia di Antonia, la quale vuole insegnare a sua figlia l’onestà, i principi del bene comune, ma anche a non aspettarsi nulla dal mondo. E Gaia impara tante cose: ad affrontare la vita nel modo migliore possibile, a escogitare piccoli sotterfugi per difendersi da essa, e a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo; tuttavia, proprio quando il lago sembra mostrarsi nel migliore dei suoi periodi, mite e tranquillo, Gaia tira fuori una forza imprevedibile, che sa di tenacia. Dinanzi a un torto reagisce spietatamente, con violenza, pone domande impudenti, che graffiano. L’acqua del lago non è mai dolce, proposto da Giuseppe Montesano, ha acquisito un grande consenso fin dalle prime fasi del premio.
– Ne Il libro delle case, un uomo (Io) si confronta con le amicizie, il matrimonio nel suo rifugio e nelle sue ferite, la scoperta del sesso e della poesia, il distacco da una famiglia esperta in autodistruzione. La sua vita è il punto di contatto di tante case, nella quale, attraverso lo svolgersi di storie comuni, viene realizzato il lungo viaggio che ha interessato i cambiamenti avvenuti negli ultimi cinquant’anni della Storia del nostro Paese: un giovane amante di una donna sposata in una casa di provincia, un infante che insegue una tartaruga in un appartamento di Roma mentre dalla tv si rovesciano le immagini di Aldo Moro sequestrato e del corpo di Pasolini rinvenuto all’Idroscalo; un marito in una casa borghese di Torino, bohémien in una mansarda di Parigi e adulto in carriera in un albergo londinese; un ragazzo preso a pugni dal padre in una casa di vacanza, e studente universitario buttato sopra un materasso; poi semplicemente un uomo, che si tira dietro la porta di una casa vuota. “La vita che succede è soprattutto la vita nelle stanze”.
La votazione per i cinque finalisti non si è svolta, come da tradizione, in Casa Bellonci, in quanto pur essendo terminati i lavori di ristrutturazione, le norme anti Covid-19 hanno indotto gli organizzatori a scegliere un altro luogo per la selezione e, come ha spiegato anche Giovanni Solimine, Benevento, dove nasce anche il liquore che ha dato il nome al Premio, sembrava la scelta più appropriata. Alla votazione online hanno preso parte 600 persone su 660: ai 400 Amici della domenica si sono aggiunti 240 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 30 Istituti italiani di cultura all’estero e 20 tra voti dei lettori forti selezionati dalle librerie indipendenti distribuite in tutta Italia e voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma. Ora non ci resta che attendere l’8 luglio per conoscere il nome della vincitrice o del vincitore.
Mi sono laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Napoli \”Federico II\” e in seguito ho realizzato varie esperienze di studio e di lavoro all’estero (Egitto, Francia, Spagna). Tornato in italia, ho inizato a specializzarmi nel settore della scrittura e dell’editoria. Dopo aver collaborato per un breve periodo con la casa editrice Einaudi, mi sono trasferito a Parigi, dove vivo tutt’ora. Al momento collaboro con la casa Editrice Italo Svevo Edizioni in qualità di Responsabile di progetti di coedizione internazionale, occupandomi di curare i rapporti con alcune case editrici francesi e di altri paesi europei ed extraeuropei. A partire dal mese di settembre 2020 scrivo per Hermes Magazine, di cui sono anche responsabile della sezione libri.