si dice

Si dice, credo, anche così

Condividi su

Tutte le immagini sono © 2022 dell'autore

Si dice, fermo restando che chiaramente dipende, nel contesto comunicativo nel quale ci troviamo, il quale è certamente relativo anche al genere discorsivo che stiamo tenendo (che a sua volta dipenderà-quanto meno- dal tipo di interlocutori con cui stiamo parlando), chiaramente ed esplicitamente legato anche al luogo in cui ci stiamo esprimendo -e nondimeno dal livello di attenzione che i nostri fruitori possono garantirci- e non solo dal contesto (formale o informale),

Che stavo dicendo? Ah, sì

che sia possibile interrompere, nei limiti del buon senso (a sua volta non garantito, è bene precisarlo), un numero imprecisato -ma comunque direi non superiore a mille- di volte una frase con rapidi incisi contenuti all’interno della stessa intervallati (a scambi più o meno regolari -o comunque a seconda delle necessità- o anche in merito a pure questioni estetiche) da virgole, parentesi e trattini, senza perdere il senso contenutistico della frase.

si dice

Ecco il rischio

Sì, quanto esposto sopra si può fare. Sempre ammesso che siate riusciti a seguire il senso della frase in tutto il suo dipanarsi. Non c’è, infatti, un limite effettivo a quante volte questa pratica possa essere messa in atto all’interno della stessa frase, se non quello del buon senso.

si dice

Il pericolo

Il rischio che la frase risulti infatti farraginosa (e poi vi spiegherò anche questa), incomprensibile, non utile è infatti molto alto: ad ogni stacco è necessario accertarsi che il senso compiuto della frase originaria (che sarà quella che poi chiuderà la proposizione) non si sia perso nell’ascolto (o nella lettura). Non di rado, infatti, si giunge al punto con la domanda cos’è che stava dicendo?

si dice

Gli incisi

Le proposizioni incidentali, o incisive, o parentetiche, o più semplicemente gli incisi, sono frasi inserite all’interno di altre frasi (che già posseggono un senso compiuto) e che pertanto risultano avere un valore accessorio rispetto a quelle in cui sono inserite.

si dice

Gli stacchi

In genere gli incisi vengono interposti tra due segni di punteggiatura identici, quali possono essere due virgole (il più usato), le parentesi (immediatamente dopo) o i due trattini (più scarsamente utilizzato ma ugualmente di grande effetto discorsivo). Va da sé che questi segni vengono utilizzati solo nello scritto, mentre nella forma orale risulterà evidente solo che c’è un inciso (tramite lo stacco temporale tra una parola e l’altra), che oralmente verrà più probabilmente inteso come tra parentesi.

Proprio da parentesi viene il termine parentetica.

La struttura

Come abbiamo detto, la frase principale dovrebbe essere sempre in grado di funzionare per conto suo. Di conseguenza, l’inciso non può essere una proposizione principale, perché partendo da assunti già espressi in quella di partenza sarà sempre, comunque, dipendente da essa per avere un senso logico compiuto. Questo anche non avendo nessun legame grammaticale o sintattico con la principale.

Ma non è detto

Potrebbe anche, l’inciso, avere funzione concessiva e subordinata (ne parliamo anche qua):

Giambertugo, nonostante fosse privo di materiale nuovo, andò lo stesso dall’editore a rompere le palle.

È interessante notare che in questo caso è possibile elidere il verbo dell’inciso:

Giambertugo, nonostante privo di materiale nuovo, andò lo stesso dall’editore a rompere le palle. Di nuovo.

A cosa serve l’inciso?

A chiarimenti. Specifiche. O anche interrogazioni all’interno del preciso contesto principale. L’espressione di un certo punto può essere il momento buono per sottolineare una certa cosa ad esso collegata, o anche per indicare che esso verrà ripreso in un secondo tempo:

L’inciso, di cui torneremo a parlare per altri motivi, esprime così la sua funzione chiarificatrice ma non autonoma.


Condividi su