Si dice Lèrici o Lérici?
D’accordo, d’accordo. Forse stavolta l’ho fatta troppo locale. Chi conosce Lerici? è una località discretamente famosa (per svariati motivi), eppure molti di voi potrebbero non conoscerla. Ma non ha nessuna importanza, mi serviva solo per introdurre un certo tipo di discorso.
Si dice Lèrici o Lérici?
O se preferite, la domanda potrebbe vertere sull’argomento: quando si usa la E aperta, e quando invece la E chiusa?
Confusi? Certo, lo capisco. Servono delle specifiche. E qua non ci sono ipotesi che tangano, mi spiace.
La E aperta
Il suono della E aperta (è) è quello che produciamo per pronunciare parole di uso comune (che stranamente, almeno in questo caso, non sbagliamo quasi mai) come ièri, sèdia, bène; è anche il suono che mettiamo in atto nella terza persona del verbo essere singolare presente: egli è.
Sì, ma non solo
Più nel dettaglio, troviamo la E aperta (è) in casi di dittongo (ièri, piede, mièle, diètro, insième, pièno, chièsa) ma con le dovute eccezioni (chiérico; ma anche quando la parola che contiene la “E” fa parte di un suffisso con “E” chiusa (aténiese); nelle desinenze del condizionale (ebbero, vorrebbero); nell’imperfetto indicativo del verbo essere (era, erano); nelle desinenze del gerundio e nelle terminazioni in genere ENDO (cadendo), con alcune accezioni anche qua (scendo, vendo); suffissi di diminutivi o vezzeggiativi (castello, campicelli); suffissi di aggettivi e terminazioni in genere ENSO/A/I (penso, mensa, forense); participi con funzione sostantivale e terminazione ENTE/A/I (perdente, polenta, gente); e poi le terminazioni ELLO, ENTO, ESTRO, EFICO, ENZIO-ENZA/E, ENNIO-ENNE/I, ESIMO, EDINE, ERRIMO, EVOLO, ERNO, ELA, ENO, in tutte le loro declinazioni o generi; e ancora: quando è seguita da una vocale (colei, feudo, marea); quando la parola è sdrucciola (telefono, medico); quando è seguita da consonante e due vocali /assedio, tenue, regio).
E anche, per finire, in molte parole isolate che non appartengono a nessuno degli esempi sopracitati (poeta, aperto, primavera, accademia, ecc…)
Curiosità
Avete notato? La E in aperta è aperta. Un buon modo per riconoscerle.
E no, non è il suono che compare nel pronunciare Lerici. Mi dispiace per tutti quelli che l’hanno sempre sbagliato.
La E chiusa
Il suono della E chiusa (é) è quello che troviamo in parole come céna, séra, méla; si tratta altresì del suono che produce la congiunzione “e”.
La possiamo trovare anche in desinenze del futuro EMO-ETE, come crederemo, crederete; desinenze dell’imperfetto congiuntivo ESSE-ESTE-ESSIMO-ESSERO, come volessi, volessero; e poi ancora nelle desinenze RESTI-REMMO-RESTE (crederemmo), EVO-EVI-EVA-EVANO (volevano), EI-ESTI-EMMO-ERONO (credemmo),nella desinenza all’infinito ERE (tenere, cadere), MENTE (sinceramente), ESCO (pazzesco), ESO (teso), ESSO, ETO, ETTO, EZZO, EVOLE, ECCIO, EGGIO, ECCHIO; inoltre la E è chiusa quando è seguita da GN, GA, GO, GU (regno, segno, lega, nego, seguo); ma anche quando è finale di parola tronca, (finché, poiché, scimpanzé; ma con le eccezioni ahimè, cioè, Mosè. Noè, caffè e anche alcune parole di origine straniera).
È altresì chiusa nei monosillabi e nei pronomi dimostrativi (re, tre, che, me, te, se, le, ve, ne, questo, codesto, quello, quei, quelli).
E anche qua…
La E chiusa si trova anche in molte parole isolate: allegra, fermo, schermo, verde, becco, nero…
e Lerici.
Eh sì, Lerici (Lérici) si pronuncia proprio così.
Poi vi mando una cartolina.
Laureato in Belle Arti, grafico qualificato specializzato in DTP e impaginazione editoriale; illustratore, pubblicitario, esperto di stampa, editoria, storia dell’arte, storia del cinema, storia del fumetto e di arti multimediali, e libero formatore. Scrittore e autore di fumetti, editor, redattore web dal 2001, ha collaborato e pubblicato con Lo spazio Bianco, L’Insonne, Ayaaak!, Zapping e svariate testate locali.