Fonte immagine di copertina: Ilmattino.it
Lo scorso 10 novembre, nello splendido Palazzo Venezia a Spaccanapoli, abbiamo assistito alla presentazione di Spezie e moschee, il nuovo libro scritto da Anna Pernice che rappresenta un nuovo interessante spunto per chi ama viaggiare.
In un’epoca come quella che stiamo vivendo, che ha portato – tra i vari problemi legati alla pandemia – anche ad uno stravolgimento dell’industria del turismo, una lettura di questo genere non può che essere d’aiuto. Indubbiamente, poi, tutti gli animi avventurosi che negli ultimi tempi si sono trovati a dover reprimere la propria voglia di scoprire e curiosare in giro per il mondo, potranno trarne ispirazione.
Chi è l’autrice?
Anna Pernice è una donna intraprendente e versatile, una travel blogger di professione, giornalista e social media strategist, partenopea d’origine ma in continuo andirivieni tra Napoli e Milano.
Dopo essersi laureata in Scienze della comunicazione e aver lavorato per anni come responsabile in alcune importanti aziende, ha avuto il coraggio di abbandonare tutto, anche le questioni che l’avevano lesa dal punto di vista sentimentale, per dedicarsi totalmente alla sua passione più grande: viaggiare alla scoperta del mondo.
Fonte: Travelfashiontips.com
Nel 2013 Anna ha creato il suo blog Travel Fashion Tips, un “travel blog” ante-litteram (quando non esistevano ancora concetti come quello di “influencer” o “travel blogger”) che oggi è considerato tra i 40 travel blog più influenti in Italia. Nel corso dei suoi innumerevoli viaggi è quasi sempre da sola o comunque in compagnia di persone conosciute sul luogo, in tour di gruppo organizzati; vive le sue magiche esperienze in totale libertà, senza timore alcuno ed è, anzi, sempre pronta ad adattarsi a nuovi ambienti e ai cambiamenti di ogni paese esplorato.
Di cosa parla “Spezie e Moschee”
In questo libro Anna ci porta in quattro luoghi del cuore: la Turchia, la Tunisia, l’Egitto e la Giordania, in un viaggio tra i profumi e i colori del Medio Oriente. I racconti sono poi corredati dalle foto che Anna stessa ha realizzato (appassionata com’è anche di fotografia) che arricchiscono la narrazione di queste esperienze straordinarie, in contesti multietnici e multiculturali, tra moschee, deserti e paesaggi mozzafiato.
Quello di Anna è soprattutto un viaggio introspettivo alla ricerca del mondo e di se stessa, nel quale mette a nudo le sue paure e ambizioni e ci racconta, indirettamente, cosa l’ha spinta a mollare un lavoro sicuro e a inseguire i suoi sogni in giro per il mondo.
Abbiamo avuto il piacere di conoscere Anna Pernice e di porle qualche domanda.
L’intervista
Iniziamo a parlare del tuo lavoro, come è nato il blog e come sei riuscita a diventare travel blogger di professione? Raccontaci la tua esperienza.
“E’ nato tutto per caso e un po’ per gioco. Sono laureata in scienze della comunicazione ed ho iniziato con il gestire i blog aziendali delle aziende di moda per cui lavoravo. Poi un bel giorno ho deciso di aprirne uno tutto mio per raccontare le mie passioni. E’ nato così “Travel Fashion Tips” nel quale ho racchiuso le mie passioni per i viaggi e la moda. Inizialmente era solo un hobby gestito nel week end, poi un po’ alla volta è cresciuto fino a diventare il mio lavoro a tempo pieno.”
Riguardo al tuo libro “Spezie e Moschee”, raccontaci delle fasi di realizzazione e di come si è sviluppata l’idea di scrivere un “diario” delle tue esperienze.
“Avevo già scritto nel 2016 un manuale tecnico con i consigli su come aprire un blog e farlo diventare un lavoro. In tanti però mi chiedevano un libro di viaggi e così quando la New Book Edizioni mi ha contattato in piena pandemia per raccontare 4 dei miei viaggi ho subito accettato. La stesura del libro è andata un po’ a rilento perché è iniziata in pieno lockdown, in un periodo in cui non solo non si poteva viaggiare ma non c’era nemmeno la voglia di pensare ai viaggi. L’ho completato poi durante il mio viaggio alle Canarie e alla fine eccolo qui.”
Nel libro hai descritto alcuni dei tuoi viaggi in Medio Oriente, in particolare alcune mete della Turchia, della Tunisia, dell’Egitto e della Giordania. Spiegheresti a noi lettori come mai hai scelto di parlare proprio di questi paesi e qual è il filo logico che collega queste esperienze?
“Ho voluto dare un filo logico al libro e descrivere i miei viaggi in Medio Oriente, meta in cui sono stata più e più volte. Ciò che unisce tutte queste destinazioni è il profumo delle spezie dei souq ed il richiamo delle moschee in pieno Ramadan, ed è per questo che il libro si chiama “Spezie e Moschee”. Ovviamente c’è anche un ulteriore filo logico ed è la mia crescita personale viaggio dopo viaggio, invitando il lettore a non aspettare la persona giusta o la situazione giusta per fare quel viaggio che tanto si desidera, perchè a volte basta semplicemente avere il coraggio di fare la valigia e partire, anche da sola.”
In uno dei passi più significativi, all’inizio del libro, ci parli del tuo viaggio ad Istanbul. È stato il tuo primo viaggio in Medio Oriente e, come tu stessa hai detto, è stato come un “sogno ad occhi aperti”. Ci diresti quali emozioni hai provato durante questo viaggio?
“Beh è stato il viaggio che mi ha fatto innamorare del Medio Oriente, né in Europa né in Asia ma allo stesso tempo sia in Europa che in Asia.”
Il viaggio ad Istanbul è stato un viaggio in coppia, eri infatti accompagnata da una persona a cui eri legata sentimentalmente; dopo una rottura, hai poi iniziato a viaggiare da sola. Per una donna, dati tutti i pregiudizi che purtroppo pervadono la nostra società, viaggiare da sola sembra un’impresa quasi impossibile da realizzare: raccontaci di come sei riuscita tu in questa avventura, quali paure ed emozioni hai provato agli inizi?
“Nulla è impossibile, è solo una questione di mentalità. Nel sud Italia purtroppo abbiamo ancora tanti pregiudizi sulle donne che viaggiano da sole, ma nel resto del mondo è assolutamente normale e anzi, viaggiando da soli si incontrano tanti altri viaggiatori solitari che condividono le nostre stesse passioni e con i quali si creano legami molto forti.”
Parlaci un po’ del tuo viaggio in Tunisia, delle tue esperienze in un paese totalmente distante dall’Europa; tra le altre cose hai raccontato di avere anche perso il cellulare?
“Avevo molti pregiudizi nei confronti della Tunisia prima di partire, invece ho scoperto un paese laico e molto ospitale e mi sono sentita subito come a casa. Ci sono stata più e più volte. Ho girato tutto il nord da Tunisi a Cartagine fino ad Hammamet e la bellissima Sidi Bou Said, sono stata sull’isola di Djerba e da lì fatto un on the road fino alle porte del Sahara entrando in contatto con i villaggi berberi e rimanendo affascinata dalla loro ospitalità…Sì, quello del cellulare è un piccolo aneddoto che racconto nel libro, perché è bello raccontare anche delle piccole disavventure che avvengono in viaggio.”
Come è stato vedere il deserto del Sahara?
“Super emozionante! Il deserto è qualcosa di indescrivibile che ti porta inevitabilmente a contatto con i tuoi pensieri e con il tuo io interiore. Io consiglio di fermarsi a dormire almeno una notte per osservare tutta la via lattea.”
In Egitto ti è capitato di viaggiare con una scorta, durante uno dei periodi in cui gli attentati dell’Isis erano frequenti. Cosa hai provato in quei momenti?
“Ho viaggiato più volte con la scorta, non solo in Egitto. All’inizio mi ha fatto davvero strano perché mi faceva avvertire una sensazione di pericolo, poi però un po’ alla volta mi sono abituata e devo dire che anzi mi sentivo più tranquilla e sicura.”
Molto spesso parli degli incontri con le popolazioni locali, che rappresentano il vero nucleo dell’esperienza di viaggio; c’è stato qualche episodio che ti ha segnata particolarmente?
“L’esperienza più toccante è stata in Africa. Entrare in contatto con dei bambini che non vivono in completa povertà ma che sono felici ti fa sentire una nullità. In quel viaggio ho pianto quasi ogni giorno. Ma anche a Petra ho incontrato dei bambini che mi hanno fatto davvero tanta tenerezza. Comunque nei miei viaggi tendo sempre a entrare in contatto con i local, perché è il modo migliore per addentrarsi nella cultura locale e conoscere al meglio una destinazione.”
Per concludere, a chi consiglieresti il tuo libro? Hai dei consigli in più per i lettori e per tutti coloro che vorrebbero intraprendere la professione di “travel blogger”?
“Spezie e Moschee è una romanzo autobiografico ambientato in Medio Oriente, lo consiglio a tutti coloro che amano viaggiare, ma anche a coloro che vogliono viaggiare da soli ma non hanno il coraggio di farlo. Per la professione di travel blogger consiglio l’altro mio libro “Manuale per aspiranti blogger” Dario Flaccovio Editore.”
“Spezie e moschee” è già reperibile su diversi siti, tra cui Amazon, e dal 15 giugno sarà nelle librerie di tutta Italia.
Laureata in Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio Culturale alla Federico II di Napoli. All’età di 5 anni volevo fare la “scrittrice”, mentre adesso non so cosa di preciso mi riserverà il futuro. Ma una cosa certa è che la scrittura risulta essere ancora una delle mie attività preferite, una delle poche che mi aiuta di tanto in tanto ad evadere dal mondo.