“I Am Greta”: un docufilm su una crisi che riguarda tutti noi

«Vorrei essere una sorta di ponte in modo che le persone possano capire di più sul cambiamento climatico. Non si tratta di me: il film racconta, attraverso un individuo, una storia che non è individuale.» 

 

Il 3 settembre Greta Thunberg è intervenuta in collegamento via Zoom dalla sua scuola alla presentazione fuori concorso alla settantasettesima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia del documentario di Nathan Grossman, Greta. Tradotto dall’inglese, I Am Greta è un film documentario co-prodotto a livello internazionale nel 2020, della durata di un’ora e quarantadue minuti. 

 

Si tratta di una storia che parte dall’iniziativa di una studentessa svedese di quindici anni, che comincia uno sciopero per il clima davanti al parlamento svedese ogni venerdì, a partire dall’agosto del 2018.  Nel giro di qualche mese, i suoi Fridays for future si trasformano in un movimento globale e lei in un’attivista di fama mondiale. Grossman l’ha seguita dal suo primo giorno di sciopero. «All’inizio lui mi seguiva senza fare rumore, era dietro di me e mi filmava, poi il movimento si è ingrandito oltre la previsione ed è diventato qualcosa di più», ha spiegato Greta. «Il film non doveva essere troppo incentrato su di me, vogliamo far capire che non riguarda una  sola persona».

 

I Am Greta uscirà prima nel Regno Unito venerdì 16 ottobre e poi in Italia. Una ragazzina dallo sguardo serio. Tanto matura e indefessa, da scuotere la sensibilità degli adolescenti di tutto il mondo. Ha coraggiosamente puntato e ancora oggi punta il dito a capi di stato e imprenditori, rimproverandoli  di lasciare ai posteri un mondo malato che necessita di immediate cure. Il suo nome è entrato nella classifica di Forbes delle 100 donne più potenti del mondo e ha vinto il Time Person of the Year, grazie ad un idealismo che continua a conquistare e ad entusiasmare la maggioranza.