Halloween si avvicina, gli amanti di questa festa vorranno sicuramente prepararsi al meglio per vivere una notte carica di spiritualità. E quale miglior modo se non quello di addentrarsi nel mondo delle streghe?
Questo giorno solenne è uno dei Sabba maggiori – festività delle popolazioni Celtiche – che celebrano importanti appuntamenti con la natura, come la semina, la crescita, il raccolto e il maggese; e “Halloween” non è il suo nome originario: i Celti infatti lo chiamavano Samhain (“tempo della riunione”) e corrispondeva al loro Capodanno. In questa notte magica venivano a crearsi delle profonde connessioni tra mondo materiale e spirituale, tanto è vero che gli spiriti dei defunti venivano a far visita agli esseri umani. In più, si celebrava la morte di ciò che è ritenuto vecchio e l’inizio invece di ciò che è nuovo, rappresentando quindi un momento di riflessione interiore che serviva per prepararsi al rinnovamento.
Cosa c’entrano in tutto questo le streghe? Beh, le cosiddette “streghe” erano delle donne sagge considerate particolarmente importanti nella comunità, in quanto guaritrici alle quali molto spesso le persone si rivolgevano soprattutto per per curarsi da malattie, per ottenere dei “filtri magici, per partorire o per abortire. Conoscitrici delle erbe, di intrugli speciali, e dei loro poteri, si riunivano il 31 ottobre proprio per festeggiare il nuovo ciclo vitale che cominciava, e durante le celebrazioni, le streghe è risaputo accendessero dei grandi falò nei quali bruciavano tutto ciò che ormai aveva concluso il suo corso.
Oggi tutto questo ci sembra così lontano, eppure quella realtà ancestrale continua ad affascinare chiunque. Ecco allora qualche film per addentrarsi nel suggestivo tempo delle streghe!
“Suspiria” (1977)
Iniziamo con un film italiano, che ha saputo dare una rappresentazione delle streghe davvero spaventosa e potente. È uno dei capolavori di Dario Argento, che segna l’arrivo del regista nell’horror vero e proprio ed è un cult venerato in tutto il mondo. L’ambientazione è quella di una prestigiosa scuola di danza a Friburgo, infestata da un gruppo di streghe, in cui la protagonista Susy Benner (Jessica Harper) si troverà a fronteggiare una serie di misteri e pericoli, in un clima di tensione e suspense costante.
“Le Streghe di Eastwick” (1987)
Passiamo ai toni della “commedia nera” con questo film targato George Miller. Gli anni ’80 e ’90 sono stati un periodo d’oro per il ritorno delle streghe sul grande schermo e questo film è sicuramente uno dei migliori esempi; abbiamo tre protagoniste d’eccezione come Susan Sarandon, Cher e Michelle Pfeiffer che si ritrovano ad avere a che fare con il diabolico JackDAkota Nicholson, e per sconfiggerlo dovranno fare uso di poteri occulti. Una prova attoriale magnifica, con tre splendide interpreti che provano a tenere testa alla performance di un Nicholson come sempre fuori dagli schemi.
“Giovani Streghe” (1996)
Tutte le ragazze vivono una fase della loro vita (soprattutto alle scuole medie o alle scuole superiori) in cui si sentono un po’ delle streghe, e questo film degli anni Novanta incarna perfettamente quello spirito. Basandosi sui precetti della religione wicca, la pellicola narra le vicende di quattro ragazze di Los Angeles (interpretate da Robin Tunney, Faruza Balk, Neve Campbell e Rachel True) che attraverso dei rituali esoterici cercano di vendicarsi di chi gli ha fatto del male. Il paranormale viene così in soccorso di queste giovani studentesse emarginate dalla società, ma ovviamente i loro malefici causeranno delle ripercussioni. Il film è stato fonte di ispirazione per tante generazioni di teenagers e ha, inoltre, ispirato la famosa serie tv Streghe (in una sequenza è presente anche “How soon is now” dei The Smiths, sigla della serie.)
“The Blair Witch project” (1999)
Uno dei film che ha segnato un punto di svolta nella storia del cinema per la tecnica del found footage, con cui poter realizzare opere con budget ridotti o contenuti. Realizzato da una coppia di registi esordienti, Daniel Myrick ed Eduardo Sànchez, il film è a metà tra il genere horror e quello documentaristico: tre studenti universitari del Maryland hanno deciso di realizzare un documentario scolastico per fare luce sulla leggenda locale della “Strega di Blair”, una donna vissuta nel 1700 che avrebbe assassinato dei bambini nell’omonimo paese e per questo era stata bandita dal villaggio, rifugiandosi nei boschi vicini. In seguito all’evento, molti ragazzini scompaiono nelle stesse foreste e negli anni ’40 un serial killer uccide sette bambini affermando di essere stato plagiato dalla strega. Ciò che vediamo è esclusivamente il materiale elaborato dai ragazzi, i quali (siamo avvisati all’inizio del film) sono misteriosamente scomparsi nel bosco. La tensione sale progressivamente sino al climax finale, ma il film sta tutto in questo stato emotivo ansiogeno dei protagonisti nel bosco.
“Le streghe di Salem” (2012)
Il controverso film di Rob Zombie è liberamente ispirato al processo delle streghe di Salem, ed è un’ opera suggestiva che mette nettamente in secondo piano la trama lavorando molto più di scenografie. La protagonista Heidi Laroque lavora come dj per una radio di Salem, nel Massachusetts, e un giorno le viene recapitato un disco il cui ascolto fa cadere la ragazza in una specie di trance. Successivamente Heidi entra in contatto con una setta satanica, di cui fanno parte alcune donne discendenti da altre antenate che furono accusate di stregoneria nel 1600. Heidi è vista dalle altre donne come la salvatrice e colei che è destinata a ricevere il seme del diavolo. Inutile dire che il film ricevette allora aspre critiche per i contenuti blasfemi, la violenza di alcune scene e per la paura di emulazione dei rituali da arte delle sette sataniche.
“The Witch” (2015)
The Witch è ambientato negli anni Trenta del diciassettesimo secolo, nel microcosmo di una fattoria alle soglie di un bosco. William (Ralph Nieson) autoritario padre di famiglia connotato da un estremismo religioso che sfocia nel fanatismo, viene ostracizzato della propria comunità, una colonia di puritani del New England. Con la sua famiglia, la moglie e cinque figli (la maggiore, Thomasin, interpretata da un’ipnotica Anya Taylor-Joy) si rifugia perciò nella foresta, luogo dell’ignoto, di minaccia e perdizione; qui infatti avvengono diverse manifestazioni del paranormale (la scomparsa di alcuni personaggi, la presenza demoniaca) e qui il regista Robert Eggers strizza l’occhio a The Blair Witch project, concentrando tutto su un analogo senso di ambiguità, con agghiaccianti sequenze che sembrerebbero denunciare l’effettiva presenza di una strega nelle profondità del bosco, senza rivelare però troppi dettagli. Un capolavoro di suspense e di mistero che vi terrà attaccati allo schermo.
“Suspiria” (2018)
Non è un errore di battitura, infatti parliamo di un nuovo “Suspiria” diretto da Luca Guadagnino che non è esattamente un remake bensì un omaggio del regista italiano al film originale. Ci troviamo nella Berlino del 1977, sullo sfondo del terrorismo e della banda Baader Meinhof, in una famosa scuola di danza. La giovane ballerina americana Susie Bannion (Dakota Johnson) giunge nel palazzo cupo, in un atmosfera ambigua, con insegnanti rigidamente severe (la maestra Madame Blanc, magnificamente interpretata da Tilda Swinton), presenze inquietanti e compagne di corso inspiegabilmente spaventate. Susie comprende presto di trovarsi in un accademia fuori dal normale ma si sente stranamente attratta da questa atmosfera ignota, tanto da lasciarsi coinvolgere sia a livello cognitivo che strettamente fisico, con performance sfiancanti oltre ogni limite. Il nuovo Suspiria è un tripudio di sensazioni ( con la colonna sonora composta da Thom Yorke) da cui è meglio astenersi se si è troppo “impressionabili”, a partire dalla prima morte del film con un montaggio da pelle d’oca.
Laureata in Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio Culturale alla Federico II di Napoli. All’età di 5 anni volevo fare la “scrittrice”, mentre adesso non so cosa di preciso mi riserverà il futuro. Ma una cosa certa è che la scrittura risulta essere ancora una delle mie attività preferite, una delle poche che mi aiuta di tanto in tanto ad evadere dal mondo.