“La scelta di Anne” (L’événement): la recensione del film

Condividi su

Fonte immagine di copertina: Micromega.net

Finalmente dopo tanta attesa il Leone d’oro di VeneziaL’événement”, o “La scelta di Anne” (titolo con cui è stato diffuso in Italia), arriva nelle nostre sale. Il film diretto dalla regista francese Audrey Diwan tratta il tema delicato dell’aborto, un argomento che scuote e divide ancora la società mondiale, e segna sotto tutti i punti di vista una fase importante per l’affermazione delle donne nell’universo cinematografico.

La trama

Basandosi sull’omonimo romanzo autobiografico di Annie Ernaux, la storia è ambientata nel 1960, periodo in cui l’aborto era illegale in Francia e addirittura la parola stessa era ancora considerata un tabù. La protagonista è Anne (una meravigliosa Anamaria Vartolomei), una studentessa brillante di soli 23 anni con grandi ambizioni  e un futuro d’oro davanti a sé; la vita di Anne subisce un brusco cambiamento quando scopre, dopo un rapporto occasionale, di essere incinta: la ragazza è sconvolta e teme che le speranze per la sua carriera possano svanire per sempre. È così che, per non essere costretta ad interrompere gli studi, decide di impedire la gravidanza ad ogni costo anche se questo può significare rischiare la prigione e, soprattutto, la sua stessa vita.

 Un dramma dalle tinte thriller

L’événement segue nel dettaglio i giorni (scanditi numericamente sullo schermo durante tutta la durata del film), i luoghi e le emozioni di quest’esperienza dolorosa; con l’avvicinarsi degli esami finali e la gravidanza sempre più evidente e imponente, sentiamo l’ansia e la paura della protagonista crescere sempre più. L’apice è raggiunto nel momento in cui Anne si ritrova a dover effettuare un aborto in segreto, prima provandoci autonomamente (senza successo) e poi rivolgendosi ad una donna che esercita l’attività clandestinamente.

Anche per merito di una Anamaria Vartolomei estremamente intensa e coinvolgente, siamo trascinati in questa storia drammatica con un’inquietudine costante.

Fonte: bestmovie.it

“Un pugno nello stomaco”

È così che molti hanno definito questo film. Infatti, pur trattando un tema ormai molto conosciuto e più volte rivisitato lo fa in una maniera netta e precisa. “L’événement” coinvolge quasi fisicamente lo spettatore, tanto da poter “sentire” dolore, lo stesso provato dalla protagonista quando le viene inserito un ferro da calza nell’utero per provocare la rottura della placenta.

Non esiste via d’uscita, non c’è un fuori campo e siamo costretti dall’attenta Audrey Diwan a seguire quasi in modo corporale le emozioni della protagonista.

Un film “politico”?

La chiave di lettura del film è quello appunto di una scelta (quella su cui il titolo italiano si sofferma): Anne sceglie di non avere un figlio in quel momento preciso della sua vita. Un giorno lo vorrà sicuramente, ma in quelle determinate circostanze non potrebbe amarlo come merita.

La regista ci racconta questa storia senza usare mai toni impegnati o a sfondo politico, e soprattutto è da notar come la parola “aborto” non venga mai pronunciata nel corso del film. Ci viene semplicemente mostrato il punto di vista di una ragazza, di una giovane donna che vuole disporre liberamente di sé e della sua vita. La stessa Audrey Diwan a questo proposito ha affermato:

«Non credo che il mio film lanci un messaggio politico. Pone solo interrogativi di tipo politico, non dà risposte, suscita domande» conclude la regista. Mentre la protagonista, la ventiduenne Anamaria Vartolomei ricorda: “Quando ho letto il libro sono stata presa da una grande collera verso la violenza che quella ragazza ha dovuto sopportare. Sentivo il dovere di difenderla, di rendere giustizia a lei e a tutte quelle che ancora oggi devono subire questo violento e doloroso percorso”.


Condividi su