Sofia Coppola è quella che si può ben chiamare una «predestinata». In casa sua il cinema è già vita quotidiana quando lei nasce e non potrà sottrarsi all’impronta della sua famiglia.
Hollywood è il destino in casa Coppola e Sofia comincerà a farne parte da piccola. Molto piccola. Sarà proprio lei a interpretare, al fonte battesimale, il neonato Michael Francis Rizzi, il nipote di Michael Corleone, nel film Il padrino.
Sarà ancora presente nella fortunata serie girata da suo padre, Francis Ford Coppola. Ne Il padrino . Parte terza interpreterà Mary Corleone.
La musica e la moda saranno le sue altre passioni. Sofia le percorre fino a quando si accorge che possono tranquillamente convivere con la sua carriera di regista.
La professione di attrice, invece, non la renderà famosa: per lei non ci sono parti di rilievo, da prima attrice. Partecipa a videoclip musicali; sarà una delle ancelle di Padme in Star Wars: Episodio 1 – La minaccia fantasma, ma mai un ruolo da protagonista.
Per quelle coincidenze che la vita distribuisce sulla strada di tutti noi, Rhurston Moore della band Sonic Youth, le suggerisce di leggere Le vergini suicide, romanzo di Jeffrey Eugenides. L’opera le piacque a tal punto che decise di trasformarla in film. Nel suo sangue c’era la regia e quel romanzo si trasformò in Il giardino delle vergini suicide, film del 1999.
Nel 2003 gira il suo film cult: Lost in translation, di cui sarà scrittrice, regista e produttrice. Dirigerà, in quell’occasione, una giovanissima Scarlett Johansson e il suo attore preferito, Bill Murray. Il film le procurerà la nomination agli Oscar nelle categorie Miglior film, Miglior regista. Ma è nella categoria di Miglior sceneggiatura originale, che si aggiudicherà la statuetta tanto ambita. Per la stessa sceneggiatura le verrà assegnato anche il Golden Globe.
A proposito di premi il suo quarto film, Somewhere, la porterà a vincere un Leone d’Oro come miglior film a Venezia, nel 2010, premio che le fu consegnato dal Presidente della giuria, una altro mostro sacro della regia, Quentin Tarantino. Nel 2017 il suo film L’inganno vince il Prix de la mise en scène al Festival di Cannes.
Ma il suo talento le permette di vincere decine di altri premi. Oltre all’Oscar per la migliore sceneggiatura, già citato, nella sua bacheca ci sono due Golden Globe per la sceneggiatura e per il miglior film, un premio quale migliore regista, un Leone d’Oro, un Nastro d’Argento. Insomma, seppure la figura di tanto padre incomba sempre su di lei, Sofia ha saputo ritagliarsi il suo spazio tra i registi americani più importanti e veleggia tranquilla sulle onde del successo.
Con una carriera da regista cominciata tutto sommato abbastanza tardi, ha saputo imporsi con le sue forze e un talento personalissimo. Nel mondo effimero del cinema ha saputo lasciare la sua firma che non potrà essere dimenticata.