Esiste un paesino piccino picciò, talmente in alto sulle montagne da esser circondato solo da nuvole e dove l’ambiente è così importante che le automobili sono state bandite da più di 50 anni: il suo nome è Chamois e, anche se potrebbe sembrare straniero, di un altro tempo o di un altro mondo, è una realtà tutta italiana. Per la precisione, una realtà in cima alle Alpi della Valtournanche, in Valle d’Aosta.
Il piccolo borgo, che conta neanche 100 anime, è la destinazione ideale per chi voglia regalarsi una pausa detox per disintossicarsi da stress, traffico, penuria di parcheggi e rumori molesti. A Chamois gli abitanti decisero, con un voto nel lontano 1965, di rendere automobili e strade asfaltate fuorilegge. Per preservare l’ecosistema quando ancora non era di moda farlo.
Invece di scegliere di unire il paese con il fondovalle cedendo alle lusinghe consuete della viabilità stradale, i coraggiosi e lungimiranti residenti del paese scelsero di privilegiare la funivia. Un mezzo di trasporto veloce e diretto con in più il bonus di evitare di deturpare il paesaggio con colate di asfalto e, in seguito, con le emissioni di gas nocivi e il rumore del traffico.
Ancora oggi le stradine che collegano le casette sulla cima di Chamois, che si trova a ben 1815 metri di altitudine, ai paesi delle valli circostanti sono ricoperte di ciottolato e seguono i sentieri disegnati spontaneamente dal bosco.
Chamois: le strade ciottolate - via Italoamericano.org
Come raggiungere Chamois
La via privilegiata è sicuramente quella del viaggio in funivia, che parte da Buisson, frazione di Antey-Saint-André, ed è in sé e per sé un’esperienza fuori dall’ordinario. Raggiungendo a tratti i 250 metri di altezza, offre una vista spettacolare della vallata della Valtournenche e del biforcuto campanile di Sant’Andre. Spesso, inoltre, si riescono ad avvistare camosci al pascolo lungo la ripida mulattiera che unisce Buisson alla nostra isola felice senz’auto.
La funivia è aperta quasi tutti i giorni dell’anno, con corse ogni 30’ che vanno dalle 7:00 alle 22:30. Nei periodi di maggior affluenza servizio rinforzato ogni 15’, e durante l’estate orario prolungato. Corse straordinarie sono assicurate la sera del 31 dicembre per poter assistere alla suggestiva tradizionale fiaccolata di fine anno.
Chamois: la funivia - via tripadvisor.fr
Ci sono altri due modi di raggiungere Chamois.
Il primo, riservato in particolare agli esperti di sky walking e trekking, è il sentiero di Seingles, la ripida mulattiera già menzionata in precedenza. Si tratta di 93 adrenalinici tornanti, che si spingono fino al bordo, sopra il monte Emilius e le cascate del torrente Chamois.
Per tutti gli altri, invece, è disponibile l’opzione B: percorrere il sentiero che parte dal paese di La Magdeleine, chiamato “percorso energia”. In questo caso parliamo di una passeggiata adatta a tutti, percorribile a piedi o in bicicletta, grazie al servizio di bike sharing attivo nei mesi estivi. Il sentiero è tranquillo, al punto da poter esser fatto anche con bambini e, in bici, viene considerato una delle piste ciclabili più belle d’Italia.
Un’ulteriore modalità, non considerata tra le tre principali in quanto non molto comune, va comunque menzionata: per gli amanti del volo turistico, l’atterraggio nel piccolo altiporto (che vanta anche il primato di essere il primo altiporto d’Italia):
Cosa fare a Chamois
Chamois non ha semplicemente dichiarato le auto fuorilegge: ha anche mantenuto in tutto e per tutto le caratteristiche di un piccolo borgo alpino, dove il tempo pare essersi fermato. Rimarrete affascinati dalle abitazioni in legno e pietra e dalle strette stradine che lo attraversano, immerse nella quiete più assoluta.
Per chi ama la storia locale, si possono visitare la chiesa parrocchiale dedicata a san Pantaleone, e il santuario di San Domenico Savio, sul col Clavalité, a 2535 m s.l.m. nei pressi del confine col comune di Valtournenche. Degno di nota anche l’abitato di Corgnolaz, a 2000 metri, e sicuramente il lago di Lod, raggiungibile con delle seggiovie in partenza dal paese. Lì potete trovare un’area pic-nic e punti di ristoro, per una piacevole sosta o per partire per varie escursioni estive.
Chamois : il lago di Lod - via itinari.com
In inverno, dall’arrivo della seggiovia si possono raggiungere le piste da sci. Va sottolineato che il comprensorio sciistico di Chamois è un vero paradiso per gli amanti di questo sport, con le sue varie tipologie di discese e piste lunghe oltre 16 chilometri.
Chi invece preferisce godere dei panorami fiabeschi del luogo passeggiando sulla neve, potrà agganciare le ciaspole e addentrarsi nei boschi intorno al paese.
Esiste anche un percorso specificatamente pensato per i bambini, che si trova lungo la gran balconata del Cervino. Si tratta di una passeggiata tematica all’aperto, che ha come filo conduttore il tema dell’energia ed è chiamata Energie in Gioco. Da non perdere, infine, la doppia funicolare per poter “volare” per 20 metri e il vulcano su cui arrampicarsi.
Cosa gustare a Chamois
Per completare la vostra experience, niente di meglio che provare i sapori del luogo, in una delle tante baite che servono prodotti e piatti locali. Oltre a quelli tipici valdostani, come fonduta e gnocchi alla bava, fatevi tentare dai deliziosi salumi, come il Lardo di Arnad (DOP), ottenuto dalla spalla del maiale, le Saouceusses (salsicce) o il prosciutto di Saint Marcel.
La fontina è ovviamente onnipresente, mentre tra i secondi piatti va assaggiato il tipico Bouilli a la saumure (ovvero un bollito di carne salata) e, tra i dolci, le tegole valdostane e il celebre Brochat, un latte appena munto cui viene aggiunto vino rosso e zucchero.
Per non farvi mancare davvero nulla, il consiglio è di annaffiare il tutto con la birra di Chamois, una birra agricola d’alta quota ottenuta solo con orzo locale.
Dunque, dopo aver letto tutto questo, siete pronti a partire alla volta del paese senza auto? Chamois vi attende!
Scrivo da sempre. Da quando ancora non sapevo farlo, e scrivevo segni magici sulle tende di mia nonna, che non sembrava particolarmente apprezzare. Da quando mio nonno mi faceva sedere con lui sul lettone, per insegnarmi a decifrare quei segni magici, e intanto recitava le parole scritte da altri, e a me sembravano suoni incantati, misteriosi custodi di segreti affascinanti e impenetrabili, che forse, un giorno lontano, sarei riuscita a comprendere e che, per il momento, mi limitavo ad assaporare sognante. Sogno ancora, tantissimo, e nel frattempo scrivo. Più che posso, ogni volta che posso, su ogni cosa mi appassioni, mi incuriosisca o, più semplicemente, mi venga incontro, magari suggerita da altri.
Scrivo per Hermes Magazine e per altri siti, su vari argomenti, genericamente raggruppabili sotto il termine di “cultura“. Scrivo anche racconti, favole, un blog che piano piano prende forma, un libro che l’ha presa da un po’ e mi è servito a continuare a ridere anche quando tutti intorno a me sembravano impazzire (lo trovate ancora su Amazon, mai fosse vogliate darmi una mano a non smettere di sognare).
Scrivo perché vorrei vivere facendolo ma scriverò sempre perché non riesco a vivere senza farlo.
Scrivo perché, come da bambina, sono affascinata dal potere di questi segni magici che si trasformano in immagini, in pensieri, in storie. E, come da bambina, sogno di possedere quella magia che permette loro di prendere vita dentro la testa e nell’immaginazione di chi li legge.