La città dell’Aquila nasce in conseguenza ai tumulti legati alle zone del confine settentrionale del Regno delle Due Sicilie, ecco perché sorge a 721 metri sul livello del mare tra i contadi di Amiterno e Forcona.
La città prende vita
Intorno al 1250 una settantina di abitanti dei due contadi si trasferisce nella nuova città appena sorta ed è questo spostamento spontaneo in un preciso periodo storico che ne determina l’assetto urbanistico e le architetture. Infatti da ogni castello di riferimento arrivano le direttive per come e dove costruire abitazioni e chiese mantenendo come riferimento la piazza centrale con la fontana. Proprio da questa circostanza nascono le splendide chiese romaniche di Santa Maria Paganica, Santa Giusta, San Silvestri e di San Pietro di Coppito.
La fontana delle 99 Cannelle
Com’è intuibile è a questo periodo che risale anche la progettazione e l’inizio della costruzione della Fontana delle 99 Cannelle. Si tratta di una fontana composta da 93 mascheroni dalla maggior parte delle quali sgorga acqua. Si suppone che il progetto della fontana che con molta probabilità nasce autonomamente proprio come la città stessa, sia stato realizzato da Tancredi da Pentima nel 1272. Oltre alle maschere, quello che cattura chi arriva nei pressi della fontana è la pianta trapezoidale che la caratterizza. Questa forma particolare è data dal fatto che originariamente era decorata con un complesso insieme di simboli astrologici che vengono ampliati nel corso del 1582 ad opera di Alessandro Ciccarone. La fontana risulta posta più in basso rispetto al piano di calpestio ed uno dei quattro lati si conclude in una scalinata aperta che guarda verso la chiesa di San Vito.
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Il 99
Come abbiamo visto la città nasce spontaneamente e la gente che vi viene ad abitare arriva dai castelli limitrofi. 99 è il numero dei castelli intorno al territorio dell’Aquila ed è in numero iniziale delle piazze della città e delle altrettante chiese e fontane presenti. Dalla volontà di erigere un monumento simbolo si opta per la fontana delle 99 cannelle e leggenda vuole che i volti raffigurati nei mascheroni siano proprio quelli dei signori dei castelli che hanno collaborato alla nascita dell’Aquila. Ma cosa vedere oltre la fontana delle 99 Cannelle e la chiesa di San Vito?
Basilica di Santa Maria Di Collemaggio e Porta Santa
La Basilica è posta subito fuori dalla cinta muraria ed è stata consacrata nel 1288, in pratica è uno dei primi monumenti della città. La basilica è fortemente voluta e fatta realizzare da Pietro da Morrone che pochi anni dopo, nel 1294, diviene papa Celestino V. Si tratta del più alto esempio di architettura abruzzese e nel 1902 viene dichiarata monumento nazionale. A rendere ancora più importante questo luogo è il suo essere la sede del primo giubileo della storia istituito con la Bolla del Perdono sempre nel 1294.
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Piazza del Duomo
Visitare la Piazza del Duomo vi permette di assaporare un po’ di atmosfera dello spirito delle origini delle città che si fondono con l’Aquila di oggi. A rendere suggestiva la piazza non sono solo il duomo e i palazzi storici ma anche le immancabili fontane. Questa Piazza in origine era il fulcro delle attività religiose in contrapposizione a quelle politiche, queste ultime tutte concentrate in Piazza del Palazzo. Inoltre, essendo sita nel centro storico della città può essere utile come punto di riferimento.
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Centro storico
Come sappiamo la storia recente ha lasciato profonde cicatrici nella città e nei suoi abitanti, nonostante il terribile terremoto gran parte del centro storico adesso è tornato ad essere visitabile e merita l’attenzione di chi vuole conoscere la città. Questo infatti è il cuore medievale dell’Aquila. Qui oltre alla Fontana delle 99 Cannelle e alla Basilica di Collemaggio, potrete ammirare la Torre civica del Palazzo Margherita, la Porta Castello che è parte delle mura perimetrali che fortificavano la prima città. Tale cinta, prima del terremoto del 1703 contava ben 86 torri e 12 porte.
Il Forte Spagnolo
Anche qui i segni dei terremoti mostrano la dure prove che questa fortificazione militare realizzata nel corso del 1500 ha dovuto sopportare ma nonostante i cantieri la Fortezza è visitabile e al suo interno è nuovamente presente, a seguito di restauri importanti, il magnifico esemplare maschio di Mammut che lo caratterizza. Conosciuto come il gigante dell’Aquila, il maestoso reperto fossile alto circa 4 metri è uno dei più completi dei Pleistocene. Il suo ritrovamento avviene per caso nel 1954 durante uno scavo in una cava di argilla in uno dei paesini vicino alla città. Si stima che l’animale si sia spento a circa 55 anni. Curiosi di vedere le varie fasi di restauro? Allora cliccate qui!
Anfiteatro Romano di Amiternum
Proprio così, fino ad ora abbiamo parlato delle origini medievali della città, ma come sappiamo gran parte del territorio della penisola è sempre stato a continuità di vita e quindi anche qui sono presenti i resti di un imponente anfiteatro romano dai diametri di 68 e 53 chilometri. In origine conta 48 arcate create per reggere le gradinate originariamente disposte su due livelli per una capienza massima di 6.000 persone. Le sue dimensioni sono dovute al fatto che viene concepito come l’anfiteatro principale della città di Amiternum e viene edificato durante il I secolo d.C. ed è sito ad una grande distanza da Foro romano della città. Alcuni resti dell’antica città romana sono ancora presenti nelle vicinanze di San Vito.
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Santa Maria ad cryptas
Anche questo luogo è stato riconosciuto come monumento nazionale nel 1902. Si tratta di un luogo di culto molto particolare la cui facciata è a forma di capanna con un ingresso ad arcata ogivale. All’ingresso vi attendono leoni di pietra e pilastri che ricordano come l’architettura abruzzese abbia subito il fascino dell’arte gotica. Il culto mariano ampiamente visibile che si sviluppa in questo luogo si sovrappone al precedente culto della dea Vesta. Il culto mariano in questione è il culto della Madonna del latte del quale vi ho già parlato in questo articolo qui dedicato al tipico dolce abruzzese.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.