“Salentu: lu sole, lu mare lu ientu”, recita così un famoso detto, che richiama tre elementi che caratterizzano la penisola salentina; il sole, il mare e il vento.
È una terra dove il sole la scalda per buona parte dell’anno, – l’estate inizia a maggio e finisce a ottobre – dove i mari Jonio e Adriatico la circondano in un fresco abbraccio e dove il vento l’accompagna costantemente.
Anni fa, c’era un accattivante slogan pubblicitario, che faceva più o meno così:”Salento: perché la vacanza, senza tacco, zoppica”; già, la provincia di Lecce è il tacco della nostra bella penisola, valido sostegno per chi vuole trascorrere delle vacanze indimenticabili, e non è un caso che da diverse estati sia tra le mete preferite di tanti italiani e stranieri, anche se parlarne adesso stona un po’, dal momento che la bella stagione è quasi archiviata.
Il punto forte di questa zona lambita da due mari, è rappresentato dalle spiagge, ammirate da migliaia di turisti che ogni anno la visitano; allora, perché non fare un viaggio virtuale in quelle più belle?
Iniziamo dalla costa adriatica, partendo da Torre dell’Orso, a pochi chilometri da Melendugno, una spiaggia a forma di mezzaluna, da dove si possono ammirare i due faraglioni, chiamati “Le Due sorelle”, e nelle cui vicinanze ci sono la grotta della Poesia e i faraglioni di Sant’Andrea.
Baia dei Turchi, chiamato così in ricordo dello sbarco della flotta ottomana che, nel 1480, assediò Otranto.
È un insieme suggestivo di colori: l’ocra della sabbia, il verde delle pinete adiacenti e il turchese del mare.
Situata vicino a Otranto e nei pressi dei laghi alimini, è presa d’assedio da migliaia di turusti, specie nei fine settimana estivi.
Dieci chilometri a sud di Otranto, troviamo Porto Badisco, un piccolo fiordo, di cui una leggenda narra dell’approdo di Enea e dei suoi compagni nell’epico viaggio in Italia.
È circondato da fichi d’india e piantagioni di mirto ed è bagnato – manco a dirlo – da acque cristalline; nelle sue vicinanze c’è la grotta dei Cervi, in cui si possono ammirare pitture risalenti alla preistoria.
Da segnalare, nelle vicinanze, Porto Miggiano, una spiaggia minuscola, circondata da una falesia color ocra, che si butta su un mare dai colori caraibici.
Proseguendo verso sud, nei pressi di Castro Marina, troviamo Cala dell’Acquaviva, una spiaggetta situata tra due ali di scogli, da cui si può godere uno splendido paesaggio.
Costeggiando Santa Maria di Leuca, il punto dove si incrociano i due mari, passiamo sulla costa ionica; percorrendo una decina di chilometri, ci troviamo a Marina di Pescoluse, quattro km di spiagge bianche, famose anche come le “Maldive del Salento”, caratterizzati da fondali bassi e isolotti che fanno capolino dalla superficie del mare cristallino.
Proseguendo più a nord, più o meno 10 km a sud di Gallipoli, incontriamo Punta Suina: acque limpide che richiamano diverse tonalità di verde, circondate da un paesaggio lunare e dalla macchia brulla; da quelle parti si puà visitare un’altra splendida spiaggia: Lido Pizzo.
Oltrepassiamo Gallipoli e andiamo avanti per altri dieci chilometri, dove incontriamo Porto Selvaggio: situato nell’omonimo parco naturale, è caratterizzato da un promontorio roccioso che circonda una piccola insenatura, bagnata da acque cristalline, da come si può notare nella foto che accompagna quest’articolo.
La zona è assurta agli onori – a disonori – della cronaca, all’inizio degli anni ottanta, quando venne uccisa una giovane assessore del Comune di Nardò, Renata Fonte. Insegnante, madre, moglie e Politica appassionata, si oppose con tenacia alle logiche di speculazioni edilizie, organizzate ai danni di questo paradiso.
Porto Selvaggio, rimane una delle poche zone salentine rimaste integre, grazie a una legge regionale – tuttora vigente – emanata a tutela del Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio.
Proseguendo verso nord, arriviamo nei pressi di Porto Cesareo, dove troviamo Torre Chianca, considerato il punto di partenza per gli amanti delle immersioni, dato che i suoi fondali sono un museo sommerso: si possono ammirare, infatti, cinque colonne romane in porfido, finite in mare dopo il naufragio della nave che le trasportava.
Sempre più a nord, troviamo Torre Lapillo: una curva di sabbia bianca che fa da cornice a un mare cristallino; qui si può godere sia la più assoluta tranquillità che le più stimolanti attività balneari.
Nelle vicinanze, si può ammirare Punta Prosciutto, una lunga distesa di sabbia chiara, con dune alte fino a otto metri, una natura selvaggia e acque color turchese.
Vi è piaciuta questa gita virtuale? Sono sicuro di si: è un sogno a occhi aperti che merita di avere un riscontro nella realtà, in questa estate che sta per finire, ma anche nelle prossime che arriveranno.
Nato in un torrido ferragosto del 1968 a Milano, dove vive tutt’ora.
Si considera vecchio fuori, ma giovane dentro: in realtà è vecchio anche dentro.
La scrittura è per lui un piacere più che una passione, dal momento che – sua opinione – la passione stessa genera sofferenza e lui, quando scrive, non soffre mai, al massimo urla qualche imprecazione davanti al foglio bianco.
Lettore appassionato di generi diversi, come il noir, il thriller, il romanzo umoristico e quello storico, adora Calvino, stravede per Camilleri e si lascia trascinare volentieri dalle storie di Stephen King e di Ken Follett.
Appassionato di musica, ascolta di tutto: dal rock al blues, dal funky al jazz, dalla classica al rap, convinto assertore della musica senza barriere.
Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo, dal titolo “L’occasione.”, genere umoristico.
Ha detto di lui Roberto Saviano:”Non so chi sia”.