Tra le lacrime di Azzurrina, in un viaggio fra la leggenda del castello di Montebello

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Fonte immagine in evidenza: Rimini Today

Il Castello di Montebello

Fonte foto: Rimini Today

Lasciandosi dietro le spalle il mare e la famigerata costa romagnola con la sua movida notturna e le sue sue discoteche più famose, basta risalire su una delle numerose colline dell’entroterra di Rimini per ritrovare la pace, la quiete, il silenzio e soprattutto un bel po’ di mistero Qui infatti dall’alto dei suoi 436 metri, Montebello, con la sua rocca edificata nel 300, domina in modo. maestoso ed elegante la valle del Marecchia e dell’Uso, offrendo anche al turista  più esigente un affascinante percorso tra storia, arte, natura e panorami mozzafiato.

Fonte foto: Strega Viaggiatrice

La poderosa costruzione, un tempo fu teatro di numerose battaglie, ci offre oggi nella sua silente bellezza un paesaggio splendido ai suoi piedi. I suoi muri però sono segnati da una storia millenaria, che ci condurrà  alla scoperta dei suoi segreti e dei suoi misteri.

La leggenda di Azzurrina

Fonte foto: beni culturali Online

“… aveva gli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini …”

Secondo voi quale potrà mai essere la curiosità che  spinge tanta gente a percorrere le tortuose strade della millenaria rupe e tra le roccie di Montebello , per giungere dinnanzi alla sua rocca? Un castello che non è come tanti, e nemmeno come pochi. Una storia che incute tanta tenerezza e al contempo suggestione. Si racconta infatti che Guendalina figlia di un certo Ugolinuccio, feudatario di Montebello nel 1375, fu (ed è ad oggi) la protagonista di un triste leggenda o per meglio dire fatto di cronaca che sconvolse l’intero castello in quegli anni. Pare infatti che il  21 giugno in concomitanza con il solstizio d’estate forse per una distrazione, oppure semplicemente perché il destino non fa sconti neppure ai bambini, la piccola che allora aveva solo cinque anni cadde rovinosamente dentro il nevaio all’interno delle mura della sua dimora. Da allora le sue tracce furono perse ed il suo corpo non fu mai rinvenuto. Ma partiamo dall’inizio: Guendalina non era ritenuta una bambina come tante perché affetta da una forma di albinismo. Deriva, proprio da questa storia il suo soprannome e quella suggestione ancora oggi vivida nei turisti. Venne perciò ribattezzata “Azzurrina” perché la madre per evitare che la bimba fosse additata come strega, o figlia del demonio decise di tingerle i capelli. Però la tinta venne male, e i capelli presero un riflesso azzurrino. Infatti è scientificamente provato che il bianco dell’albinismo non trattiene il colore, reagisce al pigmento diventando azzurro. Proprio per questo la bambina viveva e giocava tra quelle mura onde evitare gli sguardi perplessi della gente, e fu proprio in quel frangente d’inizio estate che accadde la tragedia.

“… e si narra che, allo scadere del solstizio estivo di ogni lustro, un suono proveniente da quel sotterraneo cunicolo si faccia ancora sentire.”

Da quel giorno, infatti, ogni solstizio d’estate, voci popolari raccontano che proprio dalla grata che porta al nevaio e alle segrete del castello si possano udire, ad orecchi attenti, lamenti e risatine di bambina. Dagli anni 90 in poi il Castello è aperto a Museo da appena un anno, ciononostante, la leggenda è già di dominio pubblico. C’è chi si schiera subito a sostenerla con tutte le sue forza, chi la contesta con lo scetticismo naturale di chi a certe cose non crede, molti la temono, altri la deridono, ma tutti e dico tutti ancora oggi a qualche anno di distanza dall’apertura del museo ne parlano. Allora, il 21 giugno del 1990, si decide di dare credito alla leggenda e per la prima volta vengono fatte delle rivelazioni con apparecchiature sofisticate così tecnici del suono interessati a tali episodi e al paranormale effettuano le prime registrazioni audio attraverso le apparecchiature più sofisticate. Tutte le frequenze vengono incise. Registrate e portate In sede di dove in seguito si procede all’ascolto: tuoni, uno scrosciare violento di pioggia, poi… un suono indefinito.

Anno 1995. Sempre 21 giugno. Nuove registrazioni. Stesso suono.

Anno lustro 2000. Ancora 21 giugno. Ancora il solstizio estivo e, ancora, quel suono che si ripete.

Anno 2005…  riaccade.

Anno 2010 solo coincidenze?  

E cosi via… Questa leggenda continua a stupire e a portare tra le mura di Azzurina studiosi e ricercatori, che aggiungono immagini negli anni successivi e le ricerche continuano per capire il mistero di questa bambina che piange? Ride? Gioca ancora?

Ai turisti che visitano questo scorcio di storia e mistero vengono fatte udire attraverso apposite cuffiette tutte le registrazioni. Le reazioni ovviamente sono tra più diverse, disparate e a tratti contrastanti. Ad alcune persone sembra di distinguere il pianto di bambina, altri dicono di sentire dei risolini, altre persone sentono una voce , di distinguerci una parola, tanti altri sostengono di non sentirci nulla se non vento, pioggia ed il  temporale. Altri ancora, pensano che sia solo una commercializzazione ben fatta del luogo.

Dell’anno 2020 non si sa ancora nulla, perché ovviamente per via delle misure di sicurezza dovute al Covid 19 il castello probabilmente è rimasto chiuso.

Quello che sappiamo è che certe magie, vere o finte che siano, sono un buon modo per ricordare, fare storie e non dimenticare chi c’è stato prima di noi. La storia di Azzurrina si è tramandata per circa tre secoli, per vie orali, fonti scritte, e molto altro. Continuiamo a narrarla allora, affinchè non venga mai a mancare il ricordo, di quanto affascinate e suggestiva è la nostra Italia, dentro all’incanto di un castello medievale.


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