La vera ricetta della Crema di crema alla Edgar?

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Lo so: tutti odiano i lunghi testi prima delle ricette. Perché se avete aperto questa pagina era solamente per leggere la ricetta – e avete ragione. Ma questa volta è davvero importante!

Seguitemi in questo discorso. Ci ho pensato molto.

Ci ho pensato davvero molto prima di scrivere questo articolo. Perché gli ingredienti della Crema di crema alla Edgar sono sempre stati un grande mistero, ma il primo di tutti i misteri per me era un altro: il nome.

Cosa vuol dire “crema di crema”?

Perché è stata chiamata così? Come si può fare una crema con della crema? Si tratta di una doppia preparazione oppure è solo un nomignolo scherzoso? Allora mi sono rivista l’intero film, ho letto articoli in tutte le lingue, ho guardato video da tutto il mondo, ho trovato in ciascuno di loro una ricetta diversa e alla fine ho capito cos’avrei dovuto fare: chiudere tutto e arrangiarmi con la mia testa.

E quando non si riesce a districare un nodo, il metodo migliore è solo uno. Partire dall’inizio.

“Gli Aristogatti” è un film del 1970, prodotto dalla Walt Disney Productions negli Stati Uniti. I protagonisti sono tuttavia dei gatti francesi, una famigliola felina che vive a Parigi con la propria nobile padrona. Un film realizzato in lingua inglese, dunque, ma ambientato in Francia.

In lingua originale, la misteriosa “Crema di crema alla Edgar” è difatti chiamata “Crème de la crème à la Edgar”. “Crème de la crème” (lett. Crema della crema) è un’espressione d’origine francese che significa “il meglio del meglio”, ma in Francia il titolo del piatto è stato tradotto come “Suprême de crème à la Edgar”, ovvero come “Crema suprema di Edgar”. Questo perché “Suprême” è un termine comune nell’alta cucina locale, utilizzato principalmente in accostamento a delle salse, ma che si è poi esteso ad indicare preparazioni particolarmente raffinate.

E se il nome italiano fosse stato tradotto in modo fuorviante?

Se non si trattasse di una “crema di crema”, ma solamente di una crema “migliore di tutte le altre”, di una raffinatezza frutto del genio di Edgar? O addirittura nemmeno di una crema?

Partendo da questo presupposto, sono dunque passata allo step successivo.

Che tipo di crema potrebbe essere? Nel film si vede chiaramente una sostanza bianca all’interno della pentola, oltre al fatto che è risaputo che ai felini piaccia il latte; per questo motivo ho ritenuto più che plausibile che potesse trattarsi di una crema di latte. Ma come è stata preparata?

Partiamo dagli altri ingredienti visibili. Nel film – tralasciando le pillole di sonnifero, che eviteremo di utilizzare – si nota chiaramente l’uso di vaniglia, zucchero e due polveri scure. Riflettendo su quali tipi di spezie scure si utilizzino in cucina, ho concluso che potesse trattarsi di cannella e di noce moscata.

E qui è entrato subito in gioco un nuovo dilemma: siamo sicuri che sia davvero una crema?

La ricetta più semplice per la crema di latte prevede l’uso di latte, zucchero, vaniglia e amido di mais. E, come detto in precedenza, tre di questi ingredienti vengono utilizzati nel film. Tuttavia, osservando la consistenza di ciò che bevono i gattini, pare più un liquido che un qualcosa di denso come una crema.

Per questo motivo, vi propongo di seguito due ricette, quanto più fedeli a ciò che si vede oggettivamente fare da Edgar nel film. Due ricette identiche, ma con l’unica differenza di un passaggio aggiuntivo. Starà a voi scegliere quale proposta vi sembra la più realistica, o la meno errata.

E, se avete un gatto, sarà il modo migliore per testarle!

Ricetta 1 (Per 2 persone)

Questa versione darà maggior importanza al nome, più che alla consistenza, ed è quella che meglio si addice al termine “crema”. Prepareremo una semplicissima crema di latte, senza troppo elementi aggiuntivi rispetto a quelli visti nel film; ossia, senza uso di uova o panna, ma con la sola aggiunta di amido di mais per addensarla.

Ingredienti:

  • 250 ml di latte
  • 70 gr di zucchero
  • 30 gr di amido di mais (Maizena)
  • mezza bustina di vanillina
  • cannella q.b.
  • noce moscata q.b.

Versiamo 150 ml di latte in un pentolino e 100 ml di latte in una ciotola a parte.  Nel pentolino, aggiungiamo zucchero e vanillina, e lasciamo riscaldare un poco. Una volta caldo, si possono aggiungere anche la cannella e la noce moscata: consiglio di non esagerare con le quantità delle polveri per non coprire il sapore del latte e della vaniglia, ma questo può naturalmente variare a seconda del proprio gusto personale. Solitamente il risultato migliore è sempre il secondo tentativo.

Dopodiché, attendiamo che il latte si avvicini al bollore, lasciandolo a fuoco basso. Nel frattempo, nella ciotola a parte, amalgamiamo latte e amido di mais, fino a che quest’ultimo non sarà completamente sciolto.

Quando il latte ha quasi raggiunto il bollore, aggiungiamo il restante latte amalgamato con l’amido e mischiamo costantemente con una frusta, sempre a fuoco basso. Nel momento in cui inizia ad addensarsi, spegniamo il fuoco continuando a mischiare e spostiamo il pentolino per farlo raffreddare ed evitare che diventi troppo denso.

La Crema di crema alla Edgar è pronta! Inzuppateci un biscotto e godetevi un salto nella vostra infanzia.

Ricetta 2 (Per 2 persone)

In questa versione considereremo invece la consistenza, piuttosto liquida, di ciò che bevono i gattini e sarà dunque del semplice “latte condito”. Utilizziamo i seguenti ingredienti:

  •  250 ml di latte
  • 70 gr di zucchero
  • mezza bustina di vanillina
  • cannella  q.b.
  • noce moscata q.b.

Come visto nel film, sarà sufficiente scaldare il latte in un pentolino, aggiungendovi lo zucchero e la vanillina. Una volta caldo, aggiungere anche la cannella e la noce moscata.

Et voilà, ecco a voi un’altra proposta velocissima di Crema di crema (liquida) alla Edgar!

Ho forse esagerato con quest’analisi? Mi sono fatta troppe domande per un cartone animato che ha per protagonisti dei gatti parlanti? Diciamocelo, probabilmente chi ha inventato la ricetta del film ci ha pensato meno di noi e forse la vera ricetta rimarrà per sempre un mistero…  ma è proprio questa l’ebrezza dell’ignoto!


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