Nusret: il macellaio più famoso al mondo

Nusret: il macellaio più famoso al mondo

Classe 1983: da macellaio a imprenditore, ristoratore, Social Star… all’età di 34 anni, Nusret Gökçe, in arte Salt Bae, è diventato famoso per il suo inconfondibile stile di salare le bistecche. Non solo: anche di massaggiarle, a detta sua “con le stesse maniere che usa con la sua donna”. In generale, nel trattare la carne, lui è un vero esperto, ed è riuscito a farne un’arte attraverso l’alta cucina.

La sua storia

Salt Bae ha origini curde – gli abitanti del Kurdistan sono in perenne conflitto con la Turchia per la loro indipendenza – e anche molto modeste. Suo padre era minatore, le finanze erano poche; così lui ha dovuto abbandonare la prima media, per andare a lavorare come apprendista macellaio in un distretto di Instanbul.

Lo spirito imprenditoriale e il desiderio di rivalsa sulla propria condizione economica, hanno costituito sicuramente delle solide fondamenta per il successo di Nusret. Ha scelto di continuare la sua strada nella ristorazione, facendo la “gavetta” in vari ristoranti tra Argentina e USA, anche senza essere pagato, con la volontà di imparare il più possibile.

Alla fine del suo tour nel 2010 torna in Turchia per aprire il suo primo ristorante, proprio lì dove ha iniziato a scoprire i segreti della carne, nella magica Instanbul. Circa 4 anni dopo, apre un secondo ristorante a Dubai.

L’esplosione sui social di qualche anno fa, ha dato una spinta propulsiva inaudita al suo business. La sua catena di ristoranti si chiama Nusr-Et Steakhouse e ad oggi, è presente nelle principali città, nonchè maggiori località turistiche, della Turchia e degli Stati Uniti, arrivando anche a Londra e Mykonos… con il progetto di nuove aperture in altre parti del mondo.

Tantissimi VIP da tutto il mondo hanno apprezzato la sua carne immortalandola sui loro profili, soprattutto la sua iconica Tomahawk ricoperta di foglie d’oro alimentare a 24 carati, che può costare dai 600€ in su.

Da macellaio, a chef, a imprenditore milionario… Quando si dice che la propria vita è cambiata da così a così! Fa piacere sapere che ha impiegato parte del suo patrimonio per opere di beneficienza, prima fra tutti la costruzione di una nuova scuola ad Erzurum, la sua città natale.

L’origine della sua fama

Non sempre quindi “piove sul bagnato” ovvero non è detto che uomini di successo lo siano solo grazie alle ricchezze di famiglia. Alcune volte invece sentiamo parlare di persone comuni che “ce l’hanno fatta da zero”, riuscendo ad emergere grazie ad un loro talento o una loro particolarità.

In questo senso, la moderna comunicazione può avere anche i suoi lati positivi e risultare meritocratica. I social inghiottono le notizie tra i perpetui flussi di informazione oppure, a volte, trasformano degli eventi in fenomeni virali.

Nel gennaio 2017 la figura di Nusret fa la sua prima apparizione a livello mondiale, grazie alla diffusione virale del video pubblicato sui social della sua catena di steak-house, in cui prepara una perfetta “Ottoman Steak”. Una succulenta bistecca massaggiata, tagliata e condita con una passione che si riserva alla propria dolce metà. Il video ottiene in poche ore +10 mln di visualizzazioni.

Ma come è stato possibile? Lui di bella presenza e dal carattere estroverso, capace di tenere la scena con le sue movenze quasi teatrali. Il gesto di far passare il sale dal suo avambraccio, mai visto prima, ma riproducibile da tutti. Il buon numero di followers dei ristoranti del protagonista che hanno condiviso a loro volta il video amplificandone esponenzialmente la diffusione. Il mix di variabili perfetto, che sognano tutti coloro che lavorano nei social media!

Di certo Nusret non si aspettava tutta questa notorietà: la scena non era stata studiata a tavolino e, anzi, l’idea è nata per scherzo, facendo trasparire la spontaneità del momento. Forse è stata proprio questa, la carta vincente.

Così il nostro Chef è stato soprannominato “Salt Bae” dalla rete stessa – Bae starebbe per Before Anyone Else – per l’indiscussa originalità nel salare la carne. Come direbbe qualche guru del marketing: il prodotto in sè deve ovviamente essere buono, ma a fare la differenza è il “come” questo viene venduto, è l’esperienza che si crea intorno ad esso.