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La zuppa alla pavese non è poi così conosciuta. Proprio per questo ho deciso di dedicarle un articolo, sperando di poter dare una maggiore visibilità a questo tradizionale piatto lombardo. Una pietanza che, come suggerisce il nome, è tipica della provincia di Pavia, davvero gustosa e ricca di sapori e profumi. Si prepara con pochi e semplici ingredienti, motivo per il quale in queste zone è sempre stata una delle cosiddette ricette povere.
Amata sia da grandi che da piccini, ciò che la rende unica è la presenza delle uova. Oltre che all’aggiunta del Grana Padano, il famoso formaggio lombardo da molti amato. Questa ricetta venne improvvisata in antichità. Precisamente nel 1500, per garantire un pasto sicuro a Francesco I di Francia, imprigionato durante la Battaglia di Pavia. Il quale, una volta tornato in patria, decise di farla conoscere ai suoi sudditi. Nel 2015 divenne poi ufficialmente uno dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione Lombardia.
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Una semplice ma gustosa ricetta
Come già accennato, per creare la zuppa alla pavese sono necessari pochi ingredienti. Si tratta di una ricetta semplice, ma decisamente gustosa e tipicamente invernale. Sappiate poi che è uno di quei piatti veloci da realizzare, da preparare al volo quando si ha poco tempo a disposizione. Ecco cosa vi occorre per prepararla in casa.
Ingredienti per 4 persone
- 4 fette di pane raffermo di 1 cm di spessore
- 1 litro di brodo di carne
- 40 grammi di Grana Padano grattugiato
- 4 uova
- 40 grammi di burro
Procedimento
Innanzitutto prepariamo il brodo di carne, che ci servirà ben caldo. Lasciamo sciogliere il burro in un tegame e aggiungiamo poi le fette di pane, lasciandole dorare in entrambi i lati. Mettiamole poi sui piatti fondi e rompiamo su ognuna di esse un uovo, stando ben attenti a non rompere il tuorlo. Spolveriamo abbondantemente con del Grana Padano grattugiato. Infine aggiungiamo un mestolo di brodo caldo e, se volete, un pizzico di sale e pepe.
Ed ecco fatto. Come avete visto è una ricetta davvero semplice, ma veramente ottima. Ora non vi resta che gustarla. Buon appetito!
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.