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Poco più di un mese fa avevamo celebrato Eminem con un articolo a lui dedicato per i suoi 50 anni. E pochi giorni dopo al noto rapper è arrivato un regalo decisamente degno di nota. Precisamente il 5 novembre è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame. Per chi non lo sapesse, si tratta di un’istituzione fondata precisamente nel 1986, dove sono ammessi tutti gli artisti che hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia della musica mondiale. In particolar modo devono essere passati almeno 25 anni dall’uscita del primo disco.
Il nome di Eminem è stato fatto dall’amico rapper e produttore discografico Dr. Dre che ha elogiato tutte le sue qualità di artista e ha parlato dei loro primi incontri. La cerimonia si è poi svolta all’interno della Microsoft Area di Los Angeles. Oltre a Slim Shady, sono stati premiati anche i Duran Duran, Eurythmics, Dolly Parton, Lionel Richie, Judas Priest e Jimmy Iovine.
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Le parole di Eminem
Una volta premiato, il celebre rapper di Detroit si è esibito con un medley dei suoi più grandi successi. Al termine del quale non ha perso occasione di lanciare una non poi così tanto velata provocazione a chi ha criticato la scelta di inserirlo al Rock and Roll Hall of Fame. Senza dimenticare, inoltre, di parlare dei momenti più delicati della sua vita.
“Probabilmente non dovrei essere qui stasera per un paio di motivi. Il primo è che sono un rapper e siamo davvero pochi ad aver ricevuto questo onore. Il secondo è che sono quasi morto per un’overdose nel 2007. Ma ora sono così grato di essere quassù e poter fare rap, perché è la musica che amo e la amo in modo sproporzionato”
Sono seguiti poi una serie di ringraziamenti sentiti, dove Eminem ha voluto nominare tutti gli artisti hip hop da cui da sempre ha preso ispirazione. In circa tre minuti ha elencato oltre 100 artisti, esprimendo loro tutta la sua più profonda gratitudine. Un omaggio tramite cui è riuscito a far capire a tutti quanti che nonostante il successo non ha mai dimenticato da dove arriva.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.