I Placebo e quella maledetta nostalgia anni ’80

I Placebo sono tornati sulle scene dopo anni di silenzio. Never Let me Go, rilasciato a marzo scorso, ha decretato ufficialmente l’attesissimo comeback su palchi e casse radiofoniche. Un duo, composto da Stefan Olsdal e Brian Molko, frontman dalla voce adesiva, che ha rappresentato una delle rock band più inconfondibili degli anni ’90: 25 anni di carriera alle spalle e tanta voglia di andare avanti, nonostante le avversità, i tour estenuanti, i lockdown.

Molko e la nostalgia 80s

Evoluzione e sperimentazione, quelle dei Placebo che spesso hanno guardato al passato. Gli anni ’80, decade di paillettes, sonorità fluorescenti, echi e riverberi non hanno mai lasciato indifferenti Molko e Olsdal. Lo testimonia l’intero disco pubblicato nel 2003, intitolato, non a caso “Covers“: “Jackie” di Sinead O’Connor, “Bigmouth Strikes Again” degli Smiths, “Where Is My Mind?” dei Pixies e la “Running Up That Hill” di Kate Bush  (riportata quest’anno in auge dal successo planetario di Stranger Things), sono solo alcuni dei pezzi della magica decade riproposti dalla band.

Shout!

Molko e Olsdal stavolta, con un lungo tour alle spalle che ha toccato anche il nostro paese, hanno deciso di cimentarsi in una nuova cover: Shout dei Tears For Fears. Un salto nel passato, un viaggio a ritroso fino al 1984, anno in cui la band new wave pubblica uno dei singoli di maggior successo. Shout ai tempi, raggiunse nella classifica di vendita britannica la quarta posizione, mentre l’album, “Songs From The Big Chair” salì fino alla posizione numero due.

Un urlo che sa di protesta, valido ora come allora rivisitato in chiave rock ma con quel piglio che rende tutto naturale, energico e pur sempre fedele alla versione originale.  Un’ennesima testimonianza dell’irrefrenabile voglia di Molko di mettersi alla prova, confrontarsi con successi planetari di un’altra era e stupire il pubblico.

Ecco cosa ha detto Brian a proposito di Shout:

In the mid 1980’s when I was a teenager, Shout by Tears for Fears served as part of my political awakening. Today I realise that it could be about anything that angers or frustrates a person. For me it’s a call to arms for self-expression, speaking one’s own truth.

As I watched my son’s generation become more politicised, and the world continue to crumble around us, I wanted to offer him & his contemporaries a protest anthem, since it appears that it is mostly them who still have the capacity to save us from ourselves. Shout’s essence as a song is its simplicity, it feels very natural to engage directly with it. This rallying cry against apathy will hopefully provide a context for those who care to express their anger. Or simply offer some kind of catharsis. It certainly still does both for me.

I prossimi live

Dopo la data mantovana dei Placebo in piazza SordelloBrian Molko e Stefan Olsdal torneranno in Italia quest’inverno, al Mediolanum Forum di Assago, il 27 ottobre, all’interno del tour europeo in partenza da Francoforte. La tournée fa parte della lunga promozione dell’ultimo disco del duo: della setlist che conta 13 canzoni, 8 sono estratte da Never Let Me Go.