L’estate dell’entroterra calabro, a 433 m di altitudine, ti abitua inconsapevolmente al caldo secco di giorno, al venticello fresco la sera e al nulla cosmico quotidiano. Una rassegnazione mista a pace a cui ci si lascia assuefare, un po’ per pigrizia un po’ per ritrovata calma interiore.
Joggi, frazione di Santa Caterina Albanese, a quell’altezza sul livello del mare incarna l’essenza calabrese, un mondo che sembra rimanere volutamente imprigionato in un’epoca passata, fatta di bar, birre a colazione e ruderi. I vicoli stretti, le case basse e quel centinaio di persone che le abitano scandiscono le loro giornate con i rintocchi delle campane, le stesse che ogni quarto d’ora ricordano che il tempo, seppur lentamente, scorre. L’indolenza adagiata sulle panchine, il silenzio rotto dal fruscio delle foglie e da qualche frase in dialetto stretto urlato in piazza.
È forse questo che anni fa ispirò la svolta: era l’estate 1998 ed un gruppetto di giovani, mossi dalla voglia di reagire alla monotonia del borgo, riuscì con determinazione ed entusiasmo a mettere in piedi per la prima volta un festival in grado di riunire musica, arte e cultura sotto lo stesso tetto: lo Joggi Avant Folk.
Utopia che l’attualità, la dinamicità ed il potere aggregante di un festival potessero insediarsi in un contesto del genere, in un luogo in cui il tempo passa ma non cambia le cose. Eppure, da quell’agosto di fine anni ’90 sono trascorse 23 estati. 22 per la precisione le edizioni dello Joggi Avant Folk (lo scorso anno il festival si è preso una pausa forzata causa covid); tutte e 22 hanno confermato ed altamente superato le aspettative, portando tra le mura del paese quello che è diventato ormai appuntamento fisso con la musica grazie alla partecipazione di importanti nomi della scena italiana musicale e culturale. Brunori Sas, che di Joggi è originario, Colapesce, La Rappresentante di Lista, Piotta, Sick Tamburo, Tonino Carotone, Zen Circus, questi alcuni degli artisti che hanno animato Joggi nel corso degli anni.
La 23esima edizione di Joggi Avant Folk
La 23esima edizione, con ingressi contingentati, distanziamento e mascherine, ha visto svanire le difficoltà imposte dalla pandemia. Il 17 agosto 2021 ha segnato l’inizio dello Joggi Avant Folk, quello di un nuovo anno. L’atmosfera, con tutte le precauzioni del caso, sembra essere quella di una volta. La voglia di spensieratezza ha il sapore di un panino con salsiccia ed il piacere di una birra fredda appena spillata. I posti a sedere, rigorosamente su prenotazione, iniziano a riempirsi ed intorno alle 22 le gradinate della chiesa di San Nicola di Bari si illuminano. Due gli ospiti previsti dalla line up: Buzzy Lao e Cimini, entrambi con un presente altrove e un passato profondamente legato alla Calabria. Un ritorno alle origini, il loro.
La prima serata del Festival
Dal delicatissimo folk di Buzzy Lao, con l’ipnotico finger picking e arpeggio che incanta la scena, alla sfacciataggine di Cimini, nato a San Lucido e vissuto negli ultimi 10 anni di vita in Emilia Romagna. Un’ora e mezzo di racconti di Calabria che brucia, di ritorno al passato, di limiti dell’entroterra, a cui si guarda sempre con amarezza e nostalgia. La provincia che sta stretta, il Tirreno con le spiagge che si svuotano, l’incompiuto, la pigrizia e la rassegnazione da cui si fugge. Il tutto intonato con citazioni del cantautorato italiano più elevato, Battiato compreso, di cui Cimini esegue una cover impeccabile e coinvolgente (Cuccurucucù paloma, come non cantarla).
Fonte foto: instagram.com/joggiavantfolk
Tra una ballad portabandiera dell’indie italiano e un’altra, Federico commuove con un tributo al leader de I Camillas, (prematuramente scomparso qualche mese fa per covid) per poi chiudere la serata con il piglio tipico di chi sa il fatto suo. Cimini domina la scena come un artista dall’esperienza ventennale. Deciso, fiero, convinto di ciò che dice, mette su uno spettacolo ben riuscito grazie alla complicità della band che sia dialetticamente che strumentalmente rappresenta un’ottima spalla su cui l’artista può contare. (Sarà forse merito del basso che, oltre ad accompagnare Cimini ha in precedenza calcato numerosi palchi con Lucio Dalla?)
Lo Joggi Avant Folk supera anche quest’anno i luoghi comuni della Calabria, regala all’entroterra un’aria nuova, dinamica e attuale riportando al presente un borgo del passato.
Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.