Il Natale è arrivato e, inevitabilmente, si diffondono le consuete canzoni del periodo, tra le quali, da ben 37 anni, è immancabile – provate a indovinare? – massì, lei, Last Christmas degli Wham!
Chi non l’ha sentita più e più volte, nella versione originale o in una delle svariate cover? Ma, per quanto sia innegabilmente uno dei tormentoni natalizi più noti, ci sono alcuni retroscena e curiosità che magari non tutti conoscono.
Primo fra tutti, che la canzone natalizia per eccellenza… non ha praticamente nulla a che fare con il Natale, se non il titolo!
Il testo di Last Christmas
Last Christmas, infatti, è in realtà una canzone d’amore, e pure piuttosto triste. Racconta di un amore infranto (“I gave you my heart, but the very next day you gave ita way” – Lo scorso Natale ti ho dato il mio cuore ma appena il giorno dopo tu l’hai buttato via), dell’amarezza che resta in bocca dopo la delusione (“My God, I thought you were someone to rely on Me? I guess I was a shoulder to cry on” – Mio Dio, pensavo tu fossi qualcuno su cui poter contare, invece immagino che io per te fossi giusto una spalla su cui piangere), mista con quel perdurare del sentimento al di là di ogni logica tipico di quando fatichi a voltar pagina (“Now I know what a fool I’ve been But if you kissed me now, I know you’d fool me again” – Ora so quanto sono stato stupido, ma se tu adesso mi baciassi ancora, so che mi fregheresti di nuovo). E, solo in finale, la tenue speranza di incontrare qualcuno di speciale nel futuro (“Maybe next year, I’ll give it to someone special (special!) So long!” – Magari il prossimo anno darò [il mio cuore] a qualcuno di veramente speciale. Addio!).
Insomma, non propriamente ciò che si definisce il classico e gioioso spirito natalizio!
Il video di Last Christmas
Anche il video originale della canzone, girato in Svizzera, non si può dire sprizzi allegria da tutti i pori. La trama, in soldoni, è la seguente: un gruppo di amici si riuniscono in uno chalet di montagna per le vacanze di Natale, quasi tutti in coppia. Solo il protagonista (George Michael) pare “rosicare” un po’ e guarda di sottecchi la fidanzata del suo amico (nonché seconda parte del duo, Andrew Ridgeley).
La ragazza porta una vistosa spilla, che, grazie ai flashback, capiamo esserle stata donata il Natale precedente (Last Christmas, appunto) dal biondo (all’epoca) George, come prova del suo amore. Quindi, come da classico dramma esistenziale, la persona che ami sceglie, ad un certo punto, il tuo miglior amico, salvo farti ogni tanto gli occhi dolci quel che basta per rovinarti ulteriormente il clima delle feste, manco non ti stessi già abbastanza divertendo a vederli cinguettare insieme.
E, infatti, il povero George ha – piuttosto, anzichenò – lo sguardo da cane bastonato per buona parte del video (a parte i ricordi gioiosi del passato, in cui scorrazzava allegro nella neve con la sua amata). Il momento peggiore? Quello in cui guarda in camera mentre due innamorati si baciano davanti ai suoi occhi, vero emblema del “cornuto e mazziato” che ti si stringe il cuore a vederlo così, alla faccia del “a Natale siamo tutti più buoni”.
Il video è stato filmato a fine novembre, appena il responsabile della produzione cui era stato affidato il prestigioso compito di scovare la prima neve ha, giustappunto, individuato la prima nevicata della stagione, sulle alpi svizzere. Un nutrito gruppo di effettivi amici di George e Andrew (i due componenti degli Wham!, per chi non lo sapesse) si sono imbarcati nella “spedizione”, tra cui le allora coriste Pepsi e Shirley e il di lei attuale fidanzato, Martin Kemp (membro di un gruppo che in quel tempo andava ancora forte, gli Spandau Ballet). A loro si è unita Kathy Hill, la modella che interpretava l’ex fedifraga di Giorgio Michele. Potete divertirvi a riconoscerli tutti nel video, compreso Kemp che vi fa una fugace apparizione a mo’ di cameo.
Altre curiosità
Last Christmas ha tutta un’altra serie di particolarità che la distinguono dalle precedenti canzoni degli Wham!.
Ad esempio, pur se uscita quando ancora il gruppo non era ufficialmente sciolto, è stata non solo scritta e composta, ma anche realizzata interamente ed esclusivamente da George Michael. Andrew Ridgeley non era nemmeno ammesso in studio di registrazione, dove Michael, oltre a cantare, ha suonato ogni singolo strumento presente nel pezzo.
Le uniche altre persone che potevano entrare durante il recording erano l’ingegnere del suono Chris Porter e due assistenti. Il cui ruolo era però talmente limitato che uno dei due ha ricordato (in un’intervista a The Guardian) che non aveva potuto manco suonare la campanella della slitta (come avrebbe voluto, giusto per partecipare in una qualche maniera. Ma niente, Micheal in pieno momento one-man-band ha fatto pure quello da solo!).
Lo stesso Porter ha ricordato che la registrazione è stata estremamente laboriosa perché il cantante non era in alcun modo un polistrumentista, anzi. All’epoca non era particolarmente in grado di suonare uno strumento, ma si rifiutava categoricamente di farlo fare a qualcun altro. Pur se, ad esempio, la tastiera si riduceva a suonarla con due dita. Erano in estate piena e gli assistenti – un po’ per creare l’atmosfera, un po’ perché non era loro concesso di far molto di più – avevano adornato lo studio con ghirlande di carta e lucine di Natale. Che probabilmente era pure un modo di passare il tempo, in attesa che il buon Michael riuscisse a mettere insieme quattro note di fila su uno dei vari strumenti su cui si cimentava.
Fonte immagine: The Guardian
Probabilmente il testo di Last Christmas aveva qualcosa di molto intimo e privato a che vedere con la vita personale di George Michael, vien da supporre. Considerando anche ciò che ha, in anni più recenti, rievocato Ridgeley a proposito della composizione della canzone. Si trovavano entrambi a pranzo a casa della madre di George, all’epoca ventunenne, quando, mentre Andrew guardava la tele in sala, il suo amico è sparito nella sua camera per più di un’ora senza che nessuno se ne rendesse conto. Ritornato al pianoterra, George ha trascinato Andrew di sopra per fargli ascoltare il ritornello della canzone e alcune note della melodia, strimpellate sulla sua vecchia tastiera. E così, di getto, nella stessa camera in cui, adolescenti, sognavano di comporre canzoni che avrebbero fatto cantare, ballare e emozionare il mondo intero, ha visto la luce una delle canzoni natalizie più ascoltate di tutti i tempi.
Già nel 1984, l’anno in cui è uscita, Last Christmas ha raggiunto la seconda posizione delle classifiche UK, subito dopo un’altra canzone dedicata al Natale, cui George Micheal aveva partecipato, Do they know it’s Christmas? di Band Aid (per la raccolta di fondi per l’Etiopia). E per tutti i suoi 36 anni di vita è rimasta al secondo posto nella classifica britannica, battendo il record di singolo in seconda posizione più venduto fino al 2020 (con ben 1,9 milioni di copie vendute, senza includere streaming). Ci sono state anche varie campagne portate avanti dai fan, in particolare dopo la tragica morte di George Michael nel giorno di Natale del 2016, per far finalmente raggiungere la posizione #1 nell’hit inglese – cosa successa soltanto nel gennaio del 2021, dopo aver raggiunto 9,2 milioni di streaming in una settimana.
Innumerevoli sono state anche le cover della canzone, da Whigfield a Taylor Swift, ai Good Charlotte, a Kylie Minogue e Ariana Grande, per citarne giusto una manciata.
E, per non farsi mancare nulla, c’è pure stato un film dal titolo Last Christmas, uscito nel 2019, con Emilia Clarke e Henry Golding. Il film è stato co-scritto da Emma Thompson per volere dello stesso George Michael, che aveva, negli ultimi mesi di vita, accettato il progetto solo a condizione che ne fosse parte la grande attrice e sceneggiatrice britannica. La colonna sonora del film ha 15 canzoni firmate dal cantante, 3 con gli Wham! e le altre come solista, ed è stata pubblicizzata come – a tutti gli effetti – l’ultimo progetto in assoluto di George Michael. Che vabbè, è puro marketing ma fa anche un certo effetto, quando si pensa che una delle sue canzoni più note, che parla di un cuore spezzato, si intitola l’ultimo Natale e che lui proprio il giorno di Natale è morto, apparentemente giusto per complicazioni al cuore.
Insomma, di che alimentare la leggenda. La vivrete in modo diverso, la prossima volta che sentirete questa canzone?
Scrivo da sempre. Da quando ancora non sapevo farlo, e scrivevo segni magici sulle tende di mia nonna, che non sembrava particolarmente apprezzare. Da quando mio nonno mi faceva sedere con lui sul lettone, per insegnarmi a decifrare quei segni magici, e intanto recitava le parole scritte da altri, e a me sembravano suoni incantati, misteriosi custodi di segreti affascinanti e impenetrabili, che forse, un giorno lontano, sarei riuscita a comprendere e che, per il momento, mi limitavo ad assaporare sognante. Sogno ancora, tantissimo, e nel frattempo scrivo. Più che posso, ogni volta che posso, su ogni cosa mi appassioni, mi incuriosisca o, più semplicemente, mi venga incontro, magari suggerita da altri.
Scrivo per Hermes Magazine e per altri siti, su vari argomenti, genericamente raggruppabili sotto il termine di “cultura“. Scrivo anche racconti, favole, un blog che piano piano prende forma, un libro che l’ha presa da un po’ e mi è servito a continuare a ridere anche quando tutti intorno a me sembravano impazzire (lo trovate ancora su Amazon, mai fosse vogliate darmi una mano a non smettere di sognare).
Scrivo perché vorrei vivere facendolo ma scriverò sempre perché non riesco a vivere senza farlo.
Scrivo perché, come da bambina, sono affascinata dal potere di questi segni magici che si trasformano in immagini, in pensieri, in storie. E, come da bambina, sogno di possedere quella magia che permette loro di prendere vita dentro la testa e nell’immaginazione di chi li legge.