Losing My Religion

Losing My Religion: un grido di dolore spesso frainteso


Fonte foto: Wikipedia

I R.E.M.

Losing My Religion  è un brano dei R.E.M., nome che letteralmente vuol dire “Rapid eye movement”. L’espressione è usata per indicare la fase tra il sonno e la veglia in cui riusciamo a sognare. Questo già dovrebbe suggerirci cosa possiamo aspettarci: si tratta di un vero e proprio gruppo di talento, introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2007, simbolo della musica underground degli Stati Uniti. La band, ormai inattiva dal 2011, è stata sulla cresta dell’onda per oltre trent’anni (si è formata nel 1980), sfornando numerosi singoli di successo.  I componenti del gruppo erano Michael Stipe, Peter Buck, Mike Mills e Bill Berry, tutti nati tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta e, di conseguenza, tutti provenienti da una cultura musicale simile, prevalentemente punk rock.

Losing My Religion

Losing My Religion è stata pubblicata la prima volta il 19 febbraio 1991 e fa parte dell’album Out of time. A primo acchito il titolo sembra richiamare la religione, ma non è affatto così: l’espressione è tipica degli USA e significa “perdere la pazienza”. Esistono tantissime rivisitazioni del brano (oltre 15!) ed ancora oggi è tra i più ascoltati al mondo.

Il testo

Oh life, it′s bigger

It’s bigger than you

And you are not me

The lengths that I will go to

The distance in your eyes

Oh no, I′ve said too much

I set it up

That’s me in the spotlight

Losin′ my religion

Trying to keep up with you

And I don′t know if I can do it

Oh no, I’ve said too much

I haven′t said enough

I thought that I heard you sing

I think I thought I saw you try

Of every waking hour

I’m choosing my confessions

Trying to keep an eye on you

Like a hurt, lost and blinded fool, fool

Oh no, I′ve said too much

I set it up

Consider this, the hint of the century

Consider this, the slip

That brought me to my knees, failed

What if all these fantasies come

Flailing around

Now I’ve said too much

I thought that I heard you sing

I think I thought I saw you try

That was just a dream

That’s me in the spotlight

Losing my religion

Trying to keep up with you

And I don’t know if I can do it

Oh no, I′ve said too much

I haven′t said enough

I thought that I heard you sing

I think I thought I saw you try

Try, cry, fly, try

That was just a dream

Just a dream

Just a dream, dream

Il significato

Il testo è scritto in prima persona dal chitarrista Peter Buck e risulta come un manifesto di dolore: l’uomo ama incondizionatamente ma non è ricambiato. Dice “The lengths that I will go to, the distance in your eyes”, affermando quindi di voler percorrere la distanza presente negli occhi dell’amata (o amato) per colmarne il vuoto. Disperato, l’autore afferma ancora “sono in un angolo, cerco di tenere il passo con te, ma finisco con il perdere la pazienza”. A un tratto si illude persino, confessando “I thought that I heard you laughing, I thought that I heard you sing, I think I thought I saw you try, but that was just a dream”, ovvero “pensavo di averti sentito ridere, pensavo di averti sentito cantare, pensavo di averti visto provare, ma era solo un sogno”. Si illude, quindi, anche solo per un istante di essere ricambiato, ma si rende ben presto conto di aver sperato invano. Proprio a rimarcare ciò, il brano si conclude con quest’ultima frase ripetuta diverse volte, con consapevolezza e disperazione.