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I R.E.M.
Losing My Religion è un brano dei R.E.M., nome che letteralmente vuol dire “Rapid eye movement”. L’espressione è usata per indicare la fase tra il sonno e la veglia in cui riusciamo a sognare. Questo già dovrebbe suggerirci cosa possiamo aspettarci: si tratta di un vero e proprio gruppo di talento, introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2007, simbolo della musica underground degli Stati Uniti. La band, ormai inattiva dal 2011, è stata sulla cresta dell’onda per oltre trent’anni (si è formata nel 1980), sfornando numerosi singoli di successo. I componenti del gruppo erano Michael Stipe, Peter Buck, Mike Mills e Bill Berry, tutti nati tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta e, di conseguenza, tutti provenienti da una cultura musicale simile, prevalentemente punk rock.
Losing My Religion
Losing My Religion è stata pubblicata la prima volta il 19 febbraio 1991 e fa parte dell’album Out of time. A primo acchito il titolo sembra richiamare la religione, ma non è affatto così: l’espressione è tipica degli USA e significa “perdere la pazienza”. Esistono tantissime rivisitazioni del brano (oltre 15!) ed ancora oggi è tra i più ascoltati al mondo.
Il testo
Oh life, it′s bigger
It’s bigger than you
And you are not me
The lengths that I will go to
The distance in your eyes
Oh no, I′ve said too much
I set it up
That’s me in the spotlight
Losin′ my religion
Trying to keep up with you
And I don′t know if I can do it
Oh no, I’ve said too much
I haven′t said enough
I thought that I heard you sing
I think I thought I saw you try
Of every waking hour
I’m choosing my confessions
Trying to keep an eye on you
Like a hurt, lost and blinded fool, fool
Oh no, I′ve said too much
I set it up
Consider this, the hint of the century
Consider this, the slip
That brought me to my knees, failed
What if all these fantasies come
Flailing around
Now I’ve said too much
I thought that I heard you sing
I think I thought I saw you try
That was just a dream
That’s me in the spotlight
Losing my religion
Trying to keep up with you
And I don’t know if I can do it
Oh no, I′ve said too much
I haven′t said enough
I thought that I heard you sing
I think I thought I saw you try
Try, cry, fly, try
That was just a dream
Just a dream
Just a dream, dream
Il significato
Il testo è scritto in prima persona dal chitarrista Peter Buck e risulta come un manifesto di dolore: l’uomo ama incondizionatamente ma non è ricambiato. Dice “The lengths that I will go to, the distance in your eyes”, affermando quindi di voler percorrere la distanza presente negli occhi dell’amata (o amato) per colmarne il vuoto. Disperato, l’autore afferma ancora “sono in un angolo, cerco di tenere il passo con te, ma finisco con il perdere la pazienza”. A un tratto si illude persino, confessando “I thought that I heard you laughing, I thought that I heard you sing, I think I thought I saw you try, but that was just a dream”, ovvero “pensavo di averti sentito ridere, pensavo di averti sentito cantare, pensavo di averti visto provare, ma era solo un sogno”. Si illude, quindi, anche solo per un istante di essere ricambiato, ma si rende ben presto conto di aver sperato invano. Proprio a rimarcare ciò, il brano si conclude con quest’ultima frase ripetuta diverse volte, con consapevolezza e disperazione.
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.