Il 4 gennaio 2025 saranno dieci anni dalla scomparsa di Pino Daniele. La sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile nella discografia italiana e nei cuori di migliaia di fan.
Ricordo ancora la telefonata con mio padre e le poche battute che ci siamo scambiati per raccontarci l’accaduto, con quel sottile filo di voce che si riserva a un parente prossimo.
Ecco, Pino era questo. Un figlio di Napoli che sapeva raccontare attraverso le note quello che forse noi riuscivamo solo a vivere.
E a distanza di dieci anni dalla sua scomparsa, quella stessa città che è stata per lui culla e ispirazione, lo celebra con una serie di eventi commemorativi in suo onore.
Napoli e Pino Daniele: una storia d’amore senza fine
Napoli è molto più di una città. È un’anima vibrante, un mosaico di colori, voci, suoni, e contraddizioni. Ed è proprio da questa Napoli che è nato e cresciuto Pino Daniele, il musicista-poeta che ha saputo tradurre in musica la complessità e la bellezza della sua terra.
Il legame tra Napoli e Pino Daniele non è solo quello di un artista con la sua città, ma un intreccio profondo che ha dato vita a un’identità musicale senza eguali.
Napoli come musa: il linguaggio universale di Pino
Per Pino Daniele, Napoli non era soltanto uno sfondo, ma un concetto di “terroir in nota” che non poteva prescindere dalla sua arte, ma che era parte integrante del suo processo creativo.
I suoi testi, ancora tremendamente attuali, raccontano una città vittima di un’eterna dicotomia. Una città fatta di luci e ombre, di risate e lacrime, di resilienza e malinconia.
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Attraverso brani come “Napule è“, ha immortalato l’essenza di Napoli in poche note, creando una sorta di inno che ancora oggi riecheggia nelle strade e nei cuori dei suoi abitanti.
“Napule è mille culure” non è solo una frase, ma una fotografia poetica della città: i colori dei vicoli, le sfumature della vita quotidiana, e quell’energia unica che sembra sospesa tra passato e futuro.
È la Napoli del popolo, dei pescatori, dei musicisti di strada, e di chi vive con la voglia di sognare nonostante tutto.
La nascita di un nuovo sound: il ‘Neapolitan Power’
Fino agli anni Ottanta, Pino Daniele è stato il fiore all’occhiello di un nuovo linguaggio musicale che univa le radici partenopee a influenze internazionali. Il cosiddetto “Neapolitan Power“, che era un mix esplosivo di blues, jazz, rock e musica tradizionale napoletana.
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Brani come “Terra mia“, “Je so’ pazzo” e “Quanno chiove” hanno dimostrato come Napoli potesse dialogare con il mondo intero, senza perdere la sua autenticità.
Questa fusione musicale ha reso Pino Daniele un innovatore: la sua chitarra blues si sposava con la melodia napoletana, dimostrando che la tradizione poteva essere moderna, e che la lingua napoletano poteva superare il limiti del dialetto.
La Napoli vissuta, amata e cantata
Pino Daniele non si è limitato a raccontare Napoli, l’ha vissuta. Nei suoi brani si percepisce il legame viscerale con i vicoli, il mare, e la gente comune.
Canzoni come “Alleria” e “A me me piace ‘o blues” esprimono un amore quasi fisico per la città che sembra quasi riuscire toccare attraverso le corde della sua chitarra, con la delicatezza tipica di chi è consapevole delle debolezze e delle contraddizioni di una città che “è na carta sporca”.
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Napoli è contemporaneamente bellezza e caos, speranza e disillusione, ed è proprio questa dualità che Pino ha saputo mettere in musica. Non ha mai nascosto le difficoltà della sua terra, cantando della precarietà, delle ingiustizie e della voglia di riscatto che a volte annegano in “na tazzulella e’ cafè”.
Ma anche nei momenti più malinconici, la sua musica ha sempre lasciato spazio alla speranza, come una luce che filtra tra i vicoli più bui.
Un’eredità immortale
Oggi, a quasi dieci anni dalla sua scomparsa, Napoli continua a vivere “sotto il segno dei Pesci”. Le sue canzoni risuonano nelle piazze, nei mercati e nei concerti improvvisati dai ragazzi con la chitarra.
Ogni napoletano si riconosce almeno in una delle sue strofe, che siano quelle nostalgiche di “Quando” o quelle energiche di “Yes I Know My Way“.
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La città lo ricorda con murales, eventi, e tributi che mantengono viva la sua memoria. Ma il vero monumento a Pino Daniele non è fatto di pietra o marmo: è fatto di note, parole e del battito di milioni di cuori che ogni giorno cantano le sue canzoni.
Eventi Commemorativi a Napoli per il Decennale della Scomparsa di Pino Daniele
In occasione del decimo anniversario della scomparsa di Pino Daniele, venuto a mancare il 4 gennaio 2015, il Comune di Napoli ha organizzato due giornate commemorative per celebrarne l’eredità musicale e il legame profondo con Partenope. Scopriamo insieme il programma.
4 gennaio 2025: Tour Musicale nei Luoghi di Pino Daniele
Fonte foto: napoli.repubblica.it
Dalle 10:00 alle 22:00, un tour musicale attraverserà le strade della gioventù di Pino, da Piazza Santa Maria La Nova, vicino alla sua casa natale, fino all’Istituto Elena di Savoia Diaz, dove si diplomò.
I partecipanti potranno ascoltare una selezione di brani del suo repertorio, riscoprendo i luoghi che hanno influenzato la sua arte.
5 gennaio 2025: Itinerario “Napule è… I Luoghi di Pino Daniele”
La delegazione FAI di Napoli presenta un percorso gratuito, su prenotazione, che esplora i luoghi simbolici legati alla vita dell’artista.
Fonte foto: rogiosi.it
Guidati da Carmine Aymone e Michelangelo Iossa, autori dell’omonimo libro “Napule è… I Luoghi di Pino Daniele”, i partecipanti scopriranno aneddoti e storie inedite sull’artista.
Partenza alle ore 10,00 da Piazza Bellini e alle ore 12,00 da Piazza Santa Maria La Nova.
Sempre nella stessa giornata presso la Chiesa Maria Immacolata della Medaglia Miracolosa, in via Marco Aurelio 81, il coro The Blue Gospel Singers si esibirà alle 19:30, offrendo un tributo musicale emozionante in onore del cantautore.
‘Again’, il Brano Inedito di Pino Daniele
Un altro modo per celebrare Pino Daniele è stato il brano postumo Again, pubblicato su tutte le piattaforme musicali lo scorso 29 novembre. E come ci suggerisce il titolo, la sua musica ci ha emozionati come fosse ancora qui con noi.
Fonte foto: tuttoperlei.it
Il brano ha visto la luce nel 2009, è stato registrato ma mai pubblicato da Pino. Saranno Sara e Alessandro Daniele, i figli del cantautore partenopeo, che lo ritroveranno e decideranno di donarlo al pubblico del padre. E allora, quale modo migliore se non tra la sua gente.
E così, il brano è stato trasmesso in anteprima sui maxischermi dello stadio Maradona, preceduto da una registrazione dello stesso Daniele risalente al 2013, prima di un suo concerto a Londra: “Io mi sono accorto di una cosa, girando il mondo e portando la mia, la nostra musica. Ed è che quello che conta, poi, alla fine sono i ricordi, sì, ma quello che conta siamo noi con la nostra storia, giusto? Siamo noi con la nostra storia e col nostro lavoro. O lo facciamo a Bruxelles, o lo facciamo a Napoli, o a Roma, o lo facciamo da un’altra parte, siamo noi. Quindi questo pezzo è dedicato a voi“.
‘Musicante 40th Anniversary Album’
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Per celebrare i 40 anni dall’uscita dell’album “Musicante”, Warner Music Italy ha pubblicato lo scorso 13 dicembre una speciale edizione limitata dal titolo “Musicante 40th Anniversary Album” e contente la versione rimasterizzata dello storico album del 1984 e le Studio Session inedite di ogni brano registrate in presa diretta.
Un giorno, tre autunni
Il legame tra Napoli e Pino Daniele è un legame eterno, che va oltre il tempo e lo spazio. Lui ha dato una voce alla città, rendendola immortale. E Napoli, con i suoi mille colori e contraddizioni, è stata il motore creativo di un artista che ha saputo raccontare la sua parte più vera.
Il 2025 sarà un anno ricco di eventi e iniziative per celebrare Pino Daniele. Le manifestazioni in programma offriranno ai fan e ai cittadini l’opportunità di rivivere le emozioni legate alle sue canzoni e di scoprire nuovi aspetti della sua vita e della sua arte. Un’occasione imperdibile per rendere omaggio a un’icona della musica italiana.
E ormai, a dieci anni dalla sua scomparsa, ‘O sapimme pure nuje comme fa ‘o core quann s’è sbagliato.
Sono una Boomer intrappolata nel corpo di una Millennial a cui piace scrivere. Ho un background variegato, sono eclettica e la semplicità non sempre fa parte di me (fortunatamente). Ho qualche laurea che attesta la mia specializzazione nel settore food, ma la verità è che mi piace comunicare il cibo in ogni sua forma, mi occupo di formazione, adoro la cultura coreana, la musica underground e vorrei essere perennemente affetta dalla sindrome di stendhal. A livello associazionistico, ricopro il ruolo di Responsabile Comunicazione, Marketing, Ufficio Stampa e Social Media Manager di Slow Food Roma & MULTI, viaggio alla scoperta delle culture e cotture che ci uniscono, evento a cura di Slow Food Roma & Lucy – Sulla cultura, ormai alla sua seconda edizione. Ho collaborato con media territotiali e riviste on line, ma Hermesmagazine è stata l’opportunità per entrare a far parte di una vera e propria redazione giornalistica ed avere uno spazio dove esprimermi e permettere alla mia natura dinamica di captare nuovi stimoli e trasformarli in occasioni per imparare e superare i miei limiti.