“Quando”: storia di una canzone che rappresenta lo spaccato di una brillante realtà

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Pino Daniele è stato per Napoli e per i napoletani quell’amico che ti regala emozioni uniche, quello che ti accompagna nel percorso della vita e lo fa in punta di piedi, senza dare fastidio, trasformando le lacrime in sorrisi, i dolori in gioie.

Le canzoni di Pino, infatti, hanno accompagnato e accompagnano tuttora le nostre vite. Ogni canzone rappresenta un po’ quel che siamo, ciò che viviamo giorno dopo giorno, facendo da colonna sonora ai momenti più o meno significativi della nostra esistenza. Una in particolare ha da sempre un ruolo fondamentale nella mia vita. Si tratta di “Quando” (una poesia, perché con Pino si tratta prima di tutto di poesie), scritta in occasione del film “Pensavo fosse amore…invece era un calesse” di Massimo Troisi. La scena più significativa, che penso abbiano tutti impressi bene in mente, è quella di Pino Daniele che fa sentire per la prima volta la canzone a Massimo Troisi. In un primo momento l’attore ascolta in cuffia il pezzo ed esclama: “No, nun cagnammo, è troppo bella, è ‘na cosa… mi dispiace per voi. Pari proprio tu. Stile Pino Daniele, questa è già ‘o sapore ddo film”.

In un secondo momento, invece, Pino suona la chitarra e canta la prima versione della canzone davanti a Massimo, che lo ascolta estasiato e gli suggerisce di cambiare il verso “Tutto il giorno per vederti ballare, fra i ricordi di una vita normale” e al posto di “vederti ballare” mettere “vederti andar via“. Questo cambiamento rimase, poi, nella versione finale dove, però, fu cambiato anche il verso successivo con “fra i ricordi e questa strana pazzia”.

Il testo racconta una storia d’amore, in cui il protagonista vive una battaglia interiore, infatti si pone diversi interrogatori, ai quali non viene mai data una risposta vera e propria.

Tu dimmi quando, quando
Dove sono i tuoi occhi e la tua bocca
Forse in Africa che importa

Tu dimmi quando, quando
Dove sono le tue mani ed il tuo naso
Verso un giorno disperato
Ed io ho sete
Ho sete ancora, ho sete ancora

Tu dimmi quando, quando
Non guardarmi adesso amore
Sono stanco
Perché penso al futuro
Tu dimmi quando, quando
Siamo angeli che cercano un sorriso
Non nascondere il tuo viso
Perché ho sete, ho sete ancora, ho sete ancora

Una canzone malinconica, con una struttura avvolgente. Un brano da ascoltare e riascoltare con attenzione. Due facce della stessa medaglia emozionale che convivono e cercano di scavare nel profondo.

Una delle canzoni più belle, ma anche più enigmatiche di Pino Daniele, che con l’iconico verso “chi vuole un figlio non insiste” fa pensare a diverse soluzioni e probabilmente può indirizzare tutte le insicurezze dell’uomo alla ricerca di un monito, senza mai cadere nell’errore. Sembra che Giuliano Sangiorgi dei Negramaro l’abbia definita “la frase più bella mai scritta in una canzone”, ma sicuramente il significato è lasciato in sospeso. Può voler dire diverse cose: che su argomenti importanti non bisogna insistere, ma se deve succedere, succederà. O probabilmente può dire che se si sente il bisogno di avere un figlio non deve essere solo per il fatto di averlo, ma è necessario amarlo ancor prima che nasca. Non si sa precisamente cosa volesse dire Pino (e non lo sapremo mai), ma sicuramente come ogni canzone il significato è un po’ di chi l’ascolta e soprattutto può assumere un significato diverso a seconda del momento che sta vivendo e alle emozioni che accompagnano quest’ultimo.

Comunque sia, “Quando” rappresenta non solo l’amore, ma anche l’amicizia che ha sempre legato Pino Daniele a Massimo Troisi. Uno spaccato della storia della musica emozionante a tal punto da far accapponare la pelle.


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