Sid Vicious morì il 2 febbraio del 1979.
Inghilterra, anni ’70. Una società in piena rivoluzione, tra crisi economica, manifestazioni e scioperi. Rivoluzione sociale, politica ma anche musicale. Sì, perché la musica da sempre va di pari passo con quanto le accade intorno, rispecchia il senso comune e, ora come allora, esprime quello che la società non riesce con parole e azioni. La musica inglese degli anni ’70 fece proprio questo: portabandiera di un malcontento generale, simbolo della frustrazione ed insofferenza dei giovani verso un intellettualismo dilagante. Il tutto concentrato in una rivoluzione alla portata di chiunque: il Punk.
Nel 1975 questo genere trovò i suoi migliori rappresentanti in quattro giovanissimi ragazzi i Sex Pistols, abilmente guidati dal manager Malcolm McLaren. Il cantante Johnny, dietro suo consiglio, da Lyndon divenne Rotten e assunse, insieme agli altri componenti della band, il look e l’attitude anticonformista, anarchica, ribelle. Se il primo anno i Sex Pistols non riscossero il successo sperato, il 1976 fu l’anno della svolta, entrando nel mainstream con la hit Anarchy in the U.K. L’attitudine da ribelli influenzò inevitabilmente l’umore interno al gruppo, al punto che il bassista Glen Matlock lasciò la band, in seguito ad un violento litigio con Rotten. Quest’ultimo, ebbe subito in mente un degno sostituto, John Ritchie, in arte Sid Vicious.
Sid, icona punk
Sid, un ragazzo a detta di molti timido, dal passato difficile e una madre eroinomane; fortemente attratto dalle situazioni e dalle personalità forti e problematiche, si lanciò nella band, pur non sapendo suonare. Divenne in poco tempo un degno bassista punk, perché, si sa, il punk non ha regole. Così come la sua vita. L’entrata nei Sex Pistols lo gettò in un vortice senza fine di trasgressione, nichilismo e droga, il tutto favorito dall’incontro con Nancy Spungen. Famosa tra i musicisti, dirà di lei Malcolm: “Nancy insegnò a Sid tutto quello che c’era da sapere sul sesso, la droga e la vita dei rocker di New York”.
Sid Vicious rese suoi gli ideali punk al punto da diventarne un simbolo assoluto, ma anche una vittima. La sua tossicodipendenza creò non pochi problemi al gruppo che si ritrovò costretto ad interrompere il tour per i numerosi litigi. I Sex Pistols, inghiottiti dalla loro stessa attitude, si sciolsero nel giro di 3 anni dal loro esordio, con l’ultima performance live a San Francisco nel mese di gennaio ’78.
Il 24 agosto dello stesso anno, Sid decise di trasferirsi con Nancy al Chelsea Hotel di New York, ma la notte dell’11 ottobre diversi ospiti dell’albergo testimoniarono di aver visto Sid prendere almeno 30 Tuinal, “una dose molto maggiore di quella che farebbe perdere i sensi a chiunque” dichiarerà Sherrill Tippins, autrice di “Inside the Dream Palace: The Life and Times of New York’s Legendary Chelsea Hotel”. Quella notte Vicious restò in stato comatoso fino al mattino successivo. Quella notte Nancy Spungen, 20 anni, venne trovata morta dissanguata sul pavimento del bagno, colpita da coltellate allo stomaco. Un doppio suicidio fallito? Un omicidio? Ancora oggi aleggia un inquietante mistero attorno alla vicenda. Non fu mai aperta una vera inchiesta sull’omicidio e Sid fu arrestato e rilasciato su cauzione.
No future for you
No future for you, recita un verso della nota “God Save the Queen”. Una frase che più di ogni altra Sid fece propria. Poco dopo la scomparsa della sua Nancy, tentò di suicidarsi tagliandosi i polsi ma senza successo. Fu successivamente arrestato per aggressione al fratello di Patti Smith, Todd, e per festeggiare la seconda scarcerazione, con i suoi amici organizzò un party al Greenwich Village, nell’appartamento della sua nuova ragazza, Michelle Robinson. Si dice che alla festa a portare la droga fu proprio la madre di Sid e che quella dose di eroina di troppo gli fu fatale. La mattina del 2 febbraio del 1979 nell’appartamento di Robinson, Sid Vicious fu trovato senza vita. Overdose di eroina, a soli 21 anni. No future for you, quella frase pregna degli ideali anarchici, ribelli e punk fu una premonizione.
Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.