Pupi Avati al Mainstage del WMF 2022

Alan Friedman e il potere del futuro al WMF

Alan Friedman sale sul palco del Mainstage della terza ed ultima giornata del  Web Marketing Festival 2022 illuminandoci sulla situazione geopolitica attuale.

Il Web Marketing Festival da sempre porta sul palco il meglio delle eccellenze nel campo digitale, tra l’entusiasmo delle fresche start up portatrici di innovazione e la voglia di intravedere un futuro migliore. Nel pomeriggio di sabato 18 giugno, il mainstage è stato monopolizzato dalla capacità esplicativa, pratica ed illuminante di Alan Friedman, noto giornalista, conduttore televisivo e scrittore statunitense che, con la sue parole, ha offerto una visione chiara e sintetica della attuale situazione geopolitica mondiale, importante base per la costruzione di un futuro migliore.

Fonte foto: twitter.com

La situazione geopolitica italiana degli ultimi anni

Con Friedman facciamo un rapido passo indietro per capire l’entità del secolo che stiamo vivendo: negli ultimi 20 anni l’Italia ha vissuto l’epoca Berlusconi, una crisi finanziaria, di austerity e di sofferenza durata 10 anni. La pandemia, trauma collettivo, ha fatto irruzione come una guerra mondiale. Ed ecco che appena sembrava che le cose iniziassero a migliorare, intravedendo la luce in fondo al tunnel della pandemia, è arrivato Putin con il suo esercito, con i suoi orrori, stupri, bombardamenti e crimini di guerra in Ucraina. Questa è l’Italia e l’Europa che ci ritroviamo a vivere.

Geopolitica statunitense

Se Obama sulla politica estera ha gestito male la primavera Araba, Trump ha aizzato la folla il 6 gennaio 2021 cercando di bloccare la transizione di potere. Biden, attuale presidente degli Stati Uniti si è rivelato in politca estera un gaffeur, “semplicemente un vecchio signore che crede nelle cose buone ma che non ha un grande staff, non la possibilità di comandare, ha fatto un pasticcio a Kabul, ricordiamo la tragedia in Afganistan” – afferma Friedman.

Oggi per la prima volta democratici e repubblicani americani sono uniti nell’appoggiare la resistenza ucraina. La diffusa idea che in Europa ci sia una vera divergenza di interesse è vera a metà: “la differenza tra Europa e Usa – continua Friedman –  è che la prima, al contrario della seconda, soffre più delle conseguenze della guerra. Ogni volta che Putin cerca di far salire la nostra inflazione (lo sta facendo da 6 mesi) crea divisione nella società. Putin ha esercito militare e di disinformazione che da anni in Europa cerca di dire la democrazia liberale è finita e che bisogna tornare alla dittatura russa. Questo messaggio non passerà e Putin non vincerà perchè ha già perso agli occhi della storia. È un perdente che si è messo in un angolo e cerca disperatamente di uscirne”.

“La guerra è una prova ai nostri valori”

Le prospettive nel breve non sono di certo incoraggianti, ma è importante che l’Italia e l’Europa portino avanti la sfida, superando tutti gli ostacoli del caso. Alan Friedman ci fa tristemente notare come la ukraine fatigue stia lasciando che l’informazione sulla guerra dalla prima pagina passi alla diciottesima; come Mentana non porti avanti le sue maratone come un tempo, come i politici cerchino di raccattare pochi voti puntando sulla paura della gente.

La guerra è una prova per l’economia ma anche per i nostri valori. È bello che la qualità del pensiero e dei valori europei premino i diritti civili e umani più degli USA. I valori della democrazia europea sono sotto attacco. Putin è contro la nostra vita. Se non vogliamo cedere e mantenere il nostro modo di vivere, dobbiamo prolungare la guerra fin quando la Russia non verrà respinta verso il suo territorio. Mantenere la linea. Se questo accade, si può parlare di pace.

Prospettive future

Tra ecologia e aspetto digitale c’è un link importante – ci spiega Friedman. L’Italia ha la risposta nelle sue mani. Il  PNR, Programma Nazionale per la Ricerca, prevede 50 miliardi di euro per la trasformazione digitale, 60 miliardi per la transizione ecologica.

Quale parte dell’Italia vuole scommettere sul futuro? Il nord ed il centro più che sud, i benestanti più dei poveri, i laureati più dei non. L’80% degli italiani è resistente al cambiamento.

Bisogna tutelare sì i diritti acquisiti, ma anche accettare i doveri: il dovere di informarsi, di accettare i fatti e non le fake news, dovere di studiare. Il mondo è terribile, ma voi siete una task di eccellenza è giusto essere ambiziosi e se l’Italia non dà quello che serve, bisogna crearselo.

Alan Friedman chiude citando Michael Spence, economista e premio Nobel per l’economia:

“L’Italia potrebbe farcela. La nostra fiducia dovrebbe essere riposta nei 20/30enni che capiscono che la tecnologia e l’innovazione digitale rappresentano la tendenza globale. Chi non la segue, non sarà in grado di affrontare il futuro”.