Fu vera gloria?
È ciò che si chiede Alessandro Manzoni all’interno de Il cinque maggio, la celeberrima ode dedicata al Grande Corso. Ai nostri giorni, in molti si pongono la stessa domanda, e, in occasione dell’anniversario della sua morte, studiosi e storici di vario rango affrontano la questione, con dibattiti più o meno accesi. Basta fare un giro per la rete per rendersene conto.
Di sicuro c’è che Napoleone è nato il mio stesso giorno, il 15 agosto, e questa e l’unica cosa che mi lega all’ambizioso…condottiero? Statista? Imperatore? Personalmente non ho un unico vocabolo per definirlo appieno, però è per me un motivo di vanto.
Capita, infatti, che nel bel mezzo delle chiacchiere da bar – pre e post Covid – io tiri fuori quello che per me è l’asso della manica, per dare una svolta alla serata:
“Oh, ma lo sapete che Napoleone Bonaparte è nato il mio stesso giorno?”.
Questione di alto livello intellettuale a cui fa seguito un silenzio irreale, accompagnato da sguardi simili a mucche che vedono passare un treno. Sono gli stessi che sento diffondersi sul volto dei miei venticinque lettori di manzoniana memoria (spero di più), per cui cerco di innalzare il livello di quest’articolo, che sta prendendo una china noiosa.
Biografia più o meno breve
È nato nel 1769 ad Ajaccio, capoluogo di quella Corsica che l’anno precedente era stata ceduta alla Francia dalla Repubblica di Genova. La sua è stata una vita quasi tutta dedicata alla guerra, alla strategia; aveva frequentato la scuola militare, sicuramente con profitto, basti pensare alla fulminea quanto gloriosa carriera avvenuta negli anni a venire, ma andiamo con ordine.
Da giovane fa carriera nell’esercito giacobino: vicino alle idee di Robespierre diventa Ufficiale, poi Generale durante la Rivoluzione francese.
Il suo primo grande successo è la Campagna d’Italia del 1796: sconfigge le truppe austro-piemontesi e costituisce in Italia due Repubbliche: Cisalpina e Cispadana, sul modello di quella francese.
Il Direttorio – che in quel periodo era al potere – assegna a Napoleone il comando di nuove truppe da schierare contro la Gran Bretagna.
Da stratega geniale, capisce che per colpirla in maniera efficace, sia opportuno tagliare i collegamenti con i suoi possedimenti in Oriente, occupando prima Malta e poi dirigendosi al Cairo. dove sconfigge gli egiziani nel 1798.
Nel frattempo la Repubblica, è in crisi e allora Napoleone rientra in Francia e il 9 novembre 1799, cioè il 18 brumaio – secondo il calendario rivoluzionario – attua un colpo di stato con cui viene esautorato il Direttorio; da quel momento la Francia è governata da un consolato di tre membri: Napoleone, Charles-Maurice de Talleyrand e Joseph Fouché; dopo tre mesi, Bonaparte è Primo Console con poteri dittatoriali.
Il suo dominio sulla Francia è basato su: senso di unità nazionale, accentramento del potere e vasto consenso popolare.
Intanto continua a combattere, sconfigge gli Austriaci in Italia a Marengo nel 1800; nel 1802 fonde la Cispadana e la Cisalpina in un’unica Repubblica italiana, nello stesso anno ottiene il Consolato a vita.
Nel 1804 a Parigi, nella cattedrale di Notre-Dame viene incoronato Imperatore dei francesi; si racconta che durante la cerimonia d’incoronazione, Napoleone tolse la corona dalle mani di papa Pio VII, e se la pose in testa, affermando: ”Dio me l’ha data, guai a chi la tocca!”. L’anno successivo, a Milano, Napoleone diventa Re d’Italia. La sua irresistibile ascesa preoccupa i regni d’Europa: Gran Bretagna, Austria, Prussia, la Russia.
Il 21 ottobre 1805 viene sconfitto dagli inglesi nella leggendaria battaglia navale di Trafalgar, ma si prende subito dopo una rivincita, il 2 dicembre dello stesso anno, ad Austerlitz, contro russi e austriaci. Fino al 1812 è a capo di un impero vastissimo: l’Europa intera – tranne Russia e Gran Bretagna – è sotto il suo dominio. La sua sete di conquiste non è placata, infatti, nel giugno 1812, con un esercito di seicentomila uomini, Napoleone dà inizio alla Campagna di Russia; dopo un’avanzata difficile e una eroica resistenza dei russi, arriva il gelo dell’inverno e così, alla fine di novembre, i soldati francesi, decimati dalla fame, vengono sconfitti duramente alla Beresina. La cocente disfatta di Bonaparte, galvanizza i suoi nemici che si riarmano: nella battaglia di Lipsia del 1813, Austria e Prussia lo sconfiggono.
La borghesia e l’esercito gli voltano le spalle e così Napoleone è costretto ad abdicare il 6 aprile 1814, andando in esilio nell’Isola d’Elba. C’è la restaurazione, sale al trono Luigi XVIII e le potenze europee ridisegnano i confini attraverso il Congresso di Vienna, cosa che provoca il malcontento dei francesi. Napoleone fugge dall’Elba e torna a Parigi, accolto dall’entusiasmo popolare. Il suo nuovo regno dura cento giorni, concludendosi nella fatidica sconfitta di Waterloo contro gli inglesi e i russi il 18 giugno 1815. Napoleone viene esiliato sull’Isola di Sant’Elena, dove muore il 5 maggio 1821.
Curiosità
Napoleone non deve la sua fama solo ai suoi successi e insuccessi militari. Aveva ideato il Codice civile napoleonico, le cui norme garantivano la centralità dello Stato e ribadivano i principi di libertà personale e di uguaglianza dei cittadini, oltre alla laicità dello Stato; la particolarità era che le leggi che lo componevano fossero chiare e accessibili a tutti, cosa che influenzò, negli anni a venire, i codici francesi e quelli di altri paesi nel mondo.
Si dice che fosse basso, in realtà non ci sono testimonianze attendibili in tal senso; era alto 1,68 e, considerando che a quei tempi la media della statura dei francesi era inferiore a quella dei nostri giorni, si può sostenere che la sua altezza fosse nella norma.
Sotto il suo dominio in Europa, è stato inventato il cibo in scatola da un pasticciere – tale Appert – che ideò questo modo efficace di conservare gli alimenti. Napoleone trovò utile questa novità che venne utilizzata in particolar modo durante le campagne belliche.
Nel corso della Campagna d’Egitto, è stata rinvenuta la Stele di Rosetta, una lastra di granito recante un testo scritto in geroglifici, demotico e greco antico. Grazie a questa scoperta, l’archeologo Champolion riuscì a decifrare i caratteri egizi, facendo compiere un importante passo avanti nello studio di quella civiltà. Attualmente si trova nel British Museum.
Gli amori
Ebbe due mogli: la prima Josephine Beauharnais – di sei anni più grande e già madre di due figli – che sposò nel 1796 e che fu una degna consigliera politica, la seconda fu la figlia dell’Imperatore Francesco II, Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, che diede alla luce, Napoleone Francesco Giuseppe. Era molto attivo nell’Ars amandi al di fuori del matrimonio, considerava legittime, per un uomo di potere, le scappatelle occasionali con giovani e belle donne. Maria Walewska fu un grande amore, gli fu vicino durante l’esilio all’Isola d’Elba e gli diede un figlio.
Bè, noi, in quanto posteri dovremmo essere in grado di sostenere se fu vera gloria o meno; purtroppo il dilemma è ancora attuale e chissà se un giorno qualcuno sarà in grado di dare una degna risposta.
Nato in un torrido ferragosto del 1968 a Milano, dove vive tutt’ora.
Si considera vecchio fuori, ma giovane dentro: in realtà è vecchio anche dentro.
La scrittura è per lui un piacere più che una passione, dal momento che – sua opinione – la passione stessa genera sofferenza e lui, quando scrive, non soffre mai, al massimo urla qualche imprecazione davanti al foglio bianco.
Lettore appassionato di generi diversi, come il noir, il thriller, il romanzo umoristico e quello storico, adora Calvino, stravede per Camilleri e si lascia trascinare volentieri dalle storie di Stephen King e di Ken Follett.
Appassionato di musica, ascolta di tutto: dal rock al blues, dal funky al jazz, dalla classica al rap, convinto assertore della musica senza barriere.
Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo, dal titolo “L’occasione.”, genere umoristico.
Ha detto di lui Roberto Saviano:”Non so chi sia”.