La tartaruga è un animale al quale nel corso del tempo sono state associate molte qualità. La sua forma fisica la rende lenta nei movimenti e protagonista di qualche antico proverbio. Tale elemento è stato accostato ad un modo di procedere prudente e cauto, ma senza indugi. “Festina Lente”, dicevano insigni personaggi storici come l’imperatore Augusto e Cosimo de’ Medici. Se si osservano altre interpretazioni, la tartaruga è anche considerata come un animale saggio per la sua andatura, e fertile per la quantità di uova che riesce a deporre (che arriva anche a 200).
Tra le specie di tartarughe marine, la più diffusa è la Caretta caretta, detta anche tartaruga comune. Nonostante ciò, la sua sopravvivenza e la riproduzione non sempre è facile e questo ha spinto degli esperti ad occuparsene per fare in modo che dai piccoli gusci avvenga il miracolo della vita.
Come ogni buon emigrante conserva la volontà di far ritorno a casa propria, la tartaruga nel periodo della riproduzione riesce a ritornare nella spiaggia in cui è nata e darsi appuntamento con i maschi per l’accoppiamento.
E’ qui che s’inserisce il fondamentale ruolo delle onlus come Caretta caretta Conservation, formata da biologi e naturalisti che nella provincia di Reggio Calabria, a Brancaleone, coadiuvano il lavoro delle mamme tartarughe e aiutano i piccoli ad arrivare al mare.
La deposizione delle uova infatti, avviene nel periodo estivo ma spesso viene disturbata dalla presenza di persone o altri animali. Le piccole uova vengono sotterrate dalle mamme per mantenere un’alta temperatura; dopo la deposizione la madre torna in mare. Ciò rende difficile riconoscere dove sono ad un occhio non esperto, poiché vengono sotterrate a circa 30/50 cm. Trascorso il periodo di incubazione, la schiusa delle uova rappresenta il momento più delicato. Le piccole tartarughe appena nate si dirigono verso il mare ma spesso la presenza di altre luci rappresenta per loro un grosso pericolo che le disorienta e le spinge in direzione opposta al mare.
Nonostante la Caretta Caretta sia la specie più diffusa, per le ragioni dette poc’anzi essa risulta di difficile conservazione. Inoltre la sua importanza nell’ecosistema marino è essenziale poiché è l’unica specie a nidificare in Italia. Il primato della costa reggina, dell’area grecanica nello specifico è di essere la principale area di nidificazione del Paese, nel tratto che va da Capo Bruzzano a Melito di Porto Salvo.
La scoperta è relativamente recente e risale al 2000, anno nel quale il Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Università della Calabria avviò un progetto di ricerca, il TARTACare Calabria.
L’onlus nella bella stagione organizza dei campi estivi, ai quali esperti e non possono partecipare alla ricerca dei nidi e al loro monitoraggio, pattugliando il tratto di costa (circa 6 km) e vivendo un’esperienza unica.
Ancora una volta la provincia reggina ionica, dona esempio di attrattiva naturalistica unica e resta motivo di orgoglio per l’eccezionalità della sua fauna e per l’impegno di chi continua a curarsene. L’Italia più autentica risiede nelle nostre province.
Sociologa calabrese con specializzazione in sviluppo del territorio, particolarmente interessata ai temi delle aree interne e della loro valorizzazione e ripresa economica.
Con questi obiettivi ho creato Let’s CA, una piattaforma che racconta il territorio dal punto di vista paesaggistico, culturale e associativo. Ne portale si supportano le piccole realtà, pubblicando costantemente le esperienze da vivere nella Locride e nell’Area Grecanica. Di recente insieme ad altri soci è stata costituita l’Associazione di promozione sociale Let’s Ca – Andiamo in Calabria, che porta avanti i valori nati da questo percorso.
Su Hermes scrivo di svariati temi, anche se prediligo gli argomenti di experience ed di arte.