Federica Angeli: la voce forte di una donna fragile

Fonte foto: facebook.com/AngeliFederica

Sembra che questa storia sia stata inventata in uno studio di Hollywood. Una giornalista, bella, laureata alla Sapienza inizia a farsi coinvolgere in un’inchiesta che riguarda criminalità organizzata, mafia e signori della droga a Roma.

Federica Angeli è una giornalista di cronaca nera per il quotidiano “la Repubblica”; dal 2013 è costantemente sotto tutela e scorta.

Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, questa donna ha mostrato all’Italia in particolare e al tutto il mondo che una persona può cambiare il corso degli eventi e far emergere la verità, che si sta cercando di nascondere dietro tangenti, corruzione e ignoranza.

Nata e cresciuta a Roma nel 1975, Federica si è laureata in Sociologia e poi Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza”. Nel 1998 inizia a scrivere per il quotidiano la Repubblica, occupandosi di cronaca nera e giudiziaria, e dal 2005 è redattrice.

Il nome di Federica Angeli è strettamente legato alle inchieste di alto profilo contro la mafia italiana, più precisamente la mafia romana di Ostia. Federica, non temendo ritorsioni da parte dei gruppi mafiosi, si è opposta coraggiosamente alle attività criminali della mafia, denunciandole nei suoi articoli e partecipando alle indagini insieme alla polizia di Roma. Dal 2011 la vita di questa donna coraggiosa è cambiata radicalmente, dopo la pubblicazione di articoli di alto profilo. Ad esempio, nel 2011 Angeli ha firmato un articolo con il collega Marco Mensurati, in cui condannava gli atti di percosse e nonnismo in un gruppo di ufficiali della caserma Nocs di Spinaceto. Il caso si intrecciava con l’episodio del rapimento di Soffiantini e il connesso omicidio dell’agente speciale Samuele Donatoni; sulla base dei risultati delle indagini avviò un’indagine anche la Procura.

Nel dicembre 2015 è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana “per la sua partecipazione alla lotta alla mafia”. Ha pubblicato sei libri sulla cronaca, le sue inchieste, il mondo dell’informazione e del giornalismo. Tra questi c’è l’autobiografia A mano disarmata, sulla cui base è stato girato un film omonimo dal regista Federico Bonivento.

Qual è il prezzo dell’onore e di una parola non misurata?

È stata aggredita, è stata minacciata di morte e da più di otto anni Federica non è in grado di vivere una vita normale.

Federica Angeli non può restare da sola, mangia solo in certi posti, non può guidare l’auto. I suoi movimenti sono un’intera procedura organizzata da uno staff di professionisti. Ed è giusto. Finché può parlare, deve essere sorvegliata.

Federica è l’esempio più lampante di una vera giornalista la cui arma è la parola. È come Superman, solo che, a differenza di Superman, che si è travestito da Clark Kent, Federica Angeli non si nasconde dietro una maschera di oggetti di scena. Guarda audacemente il pericolo negli occhi e mantiene fermamente il livello di cittadino, persona, scrittore e giornalista. È un trionfo della volontà, un dono incorruttibile e raro, un dono che così spesso svanisce nella nebbia dell’ingiustizia, dell’avidità e della corruzione.