Oggi parliamo dello scaldaletto umano. Siamo a fine novembre, le temperature sono scese, l’aria è frizzante e ci ricorda tanto il Natale: l’inverno sta finalmente arrivando e con lui anche il clima gelido che ne consegue. I freddolosi lo sanno bene, tutto diventa più traumatico quando arriva questa stagione e anche andare a letto la sera, nonostante termosifoni e riscaldamenti vari, è più complesso. Eppure, per tutti quelli che non vanno a dormire senza la borsa d’acqua vicino ai piedi ho un’ottima notizia: da qualche tempo ormai è possibile contattare e assumere questa nuova figura professionale.
Che cos’è lo scaldaletto umano
Si tratta di una figura professionale di nuova generazione. Il ruolo viene ricoperto da una persona – uomo o donna non fa differenza – disposta a dormire nel letto di altri semplicemente per riscaldare le lenzuola. Nonostante l’incarico principale sia quindi puramente tecnico, è possibile definire i dettagli di volta in volta. C’è chi preferisce infatti passare la notte da solo e non sopporta un’intrusione nella propria intimità, ma c’è anche chi invece proprio non riesce a stare senza abbracciare qualcuno e spesso deve ripiegare sul peluche o sul cuscino.
Lo so, a primo acchito sembra assurdo, ma questo lavoro esiste veramente ed è anche molto richiesto. Ha iniziato a spopolare soprattutto all’estero e come sempre la sua eco sta arrivando anche in Italia. La persona incaricata deve, di volta in volta, andare in servizio per un numero di notti variabili da 1 a infinito. Deve inoltre vestirsi con un tipo di abbigliamento adeguato, spesso fornito dall’azienda stessa. Arrivata sul luogo di lavoro, deve infine posizionarsi nel letto poco prima che arrivi il richiedente e – semplicemente – dormire. Questo tipo di mestiere è richiesto maggiormente negli hotel, ma sono tanti a desiderare il servizio a domicilio.
Come è nato questo servizio?
L’idea è nata nel Regno Unito nel 2010. Inizialmente si è trattato di un esperimento a cura dello psicologo Chris Idzikowski, direttore di un centro che cura i disturbi del sonno a Edimburgo. Il primo albergo al mondo ad aderire – ormai più di dieci anni fa – è stato l’Holiday Inn a Londra. In quell’occasione, il personale addetto a propagare il tepore nei letti dei clienti, ha indossato una tuta termica apposita, capace di garantire un riscaldamento più rapido tra le lenzuola. In seguito, altre strutture alberghiere europee hanno deciso di far parte dell’iniziativa.
Il riscontro
I feedback arrivati nel tempo dalle persone sono controversi: non tutti, infatti, amano condividere con un estraneo certi momenti e molti, addirittura, non riescono ad apprezzare l’idea che qualcuno abbia dormito sotto le proprie lenzuola. Attualmente, le normative anti-Covid in particolare complicano le cose. È igienico che un estraneo utilizzi il nostro letto prima di noi? Su chi cade l’eventuale responsabilità in caso di contagio?
Come tutte le cose nuove anche questo lavoro all’inizio ha suscitato stupore e per il momento sta prendendo piede soprattutto all’estero. Tuttavia, data la particolarità della cosa, anche nella nostra nazione comincia ad avere riscontri, ma dovremo aspettare il prossimo futuro per capire come si evolverà la faccenda.
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.